23 - Domande e Los Angeles

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Siamo appena tornati dal cimitero. Per tutto il tragitto in macchina non abbiamo spiccicato parola. Io vado in cucina e nel frattempo lo guardo salire le scale e andare via.
Non posso credere a quello che ha passato, a ciò che mi ha detto. Sento ancora il mio cuore indolenzito, è stata una grande botta per me, non oso immaginare per l'uomo a cui sto iniziando a tenere molto.

<<Eccoti>> mi risveglia dai pensieri mia madre.
<<Sono appena tornata>>
<<Allora...possiamo parlare?>> Chiede sedendosi sul divano.
La seguo e mi siedo anch'io <<Certo mamma, dimmi>>
<<Sai che sono tua madre vero? E puoi dirmi tutto? Io non so se ciò che ho visto sia vero, ma quando Darren ti ha portato via da tuo padre in quel modo ho visto tra voi qualcosa di strano, anche Kole se n'è accorto>>
<<Mamma...>> sospiro e mi rendo conto che non posso mentirle.
<<Madison, lo sai che non dirò nulla. Vorrei solo capire>>
<<Si è vero, c'è qualcosa fra di noi, ma non sappiamo ancora cosa>> confesso guardando il tavolino davanti a noi.
<<Immaginavo. Datevi del tempo, è difficile. Lui ha un passato delicato>>
<<Lo so me ne ha parlato prima, so quello che gli è successo. È riuscito ad aprirsi con me>>
<<Cosa? Davvero? Non pensavo te ne avrebbe parlato così in fretta>>
<<Magari l'ho incitato io, ma non sapevo che ci fosse questo dietro>>
<<Tesoro, sono contenta che state costruendo un legame, ma occhio, ciò che farete potrebbe condizionare la famiglia>>
<<Perché dovremmo? La questione è mia e sua>> mi difendo e forse non volendolo anche lui.
<<Lo so, ma viviamo tutti assieme, capisci?>> dice prendendo la mia mano e stringendola.
<<No, non capisco. Se dovesse andare male sono fatti miei e suoi, perché mai dovremmo coinvolgere voi? Siamo adulti mamma>> mi innervosisco e tolgo la mano lentamente.
<<Ascoltami per una buona volta>>
<<No, ascoltami tu. Il discorso finisce qui>> mi alzo e me ne vado in camera mia.

Sbatto la porta della camera e mi butto sul letto
<<Sembri arrabbiata>> sento la sua voce roca per tutta la stanza.
Mi giro di scatto rimanendo a pancia sotto e lo guardo <<Mi hai spaventata>> dico mettendo una mano nel petto.
<<Comunque si>> mi lamento alzandomi con il busto e lasciando penzolare le gambe ai piedi del letto.
<<Vediamo. Scommetto ha voluto sapere di me>> si avvicina e si siede vicino a me.
<<Ha paura che questa cosa possa influenzare la famiglia>> dico indicando con l'indice entrambi.
<<Si fanno troppe paranoie>> mormora in modo tranquillo.
<<Lo so>>
<<Comunque mentre tu parlavi con Isabelle, io ho parlato con Grace>>
<<Di cosa avete parlato?>>
<<Ha chiesto di te, è quasi sicura che io e te siamo attratti l'un l'altra>> alza le spalle come per dire "ha perfettamente ragione".
<<Sono anch'io sicura del fatto che vorrà parlarmi>> ridacchio.
<<Puoi contarci>> il suo sguardo vaga lungo il mio corpo.
<<Sono passati già tre mesi, da quando sono tornato qui. Tra dieci mesi me ne andrò>> rivela guardando adesso i miei occhi.
<<Perché non resti?>> Chiedo curiosa.
<<Perché questa non è più casa mia. Io ho una casa a Los Angeles. Vivo lì. Per arrivare qui faccio cinque ore e mezza di aereo. Anche lì ho una piccola azienda, dove sono molto richiesto. Ma per adesso sono chiuso per ristrutturazioni, per questo sono qui. Dopo di che, sarà difficile che ritorni a New York. Alle volte scendo una volta l'anno per una settimana. Non mi è mai capitato di rimanere qui per un anno>>
Non so il motivo ma la sua confessione mi rattrista. Chissà come andrà a finire.

<<Non dici nulla?>>
Non mi sono nemmeno accorta di non avere aperto bocca <<Los Angeles, la città degli angeli>> sorrido cercando di nascondere il fatto che mi dispiacerà che lui andrà via.
<<Già, quella città è viva anche durante la notte>>
<<Com'è la vita lì?>>
<<Stupenda. Non che qui non lo sia, ma è tutto un altro mondo. Sai? Prima che mia sorella morisse, avevo iniziato a fare combattimento illegale, per fare più soldi. Non che non ne avessi, ma era per sfogarmi>>
<<Hai mai fatto qualche sport?>> Domando.
<<Ho praticato kung fu cinese per un anno, dopo di che l'ho lasciato e mi sono inserito nella sala pesi. Tu?>>
Non mi appettavo che fosse curioso anche lui su cosa potessi aver praticato in passato.
<<Ho iniziato a fare danza classica da quando avevo tre anni. All'età di undici anni ho lasciato e ho iniziato a frequentare corsi di bachata sensual e caraibico. Poi ho smesso a vent'anni, due anni fa>> ammetto in imbarazzo.
<<Allora mi devi qualche lezione di ballo piccola>> si avvicina a l'incavo del mio collo e inizia a baciarlo.
Poggio la mia mano dietro la sua testa e i suoi baci iniziano a risalire, fermandosi all'angolo della mia bocca <<Mad, Mad, Mad...come devo fare con te>> sospira leccandosi le labbra.

<<Ragazzi il pranzo è pronto>> Sento urlare mia madre al piano di sotto.
<<Questa sera usciremo con Grace, Ethan e i loro amici. Me l'ha detto prima Grace>> mi informa alzandosi.
<<Dove andremo?>>
<<Al mare>>

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