29 - Ethan 2

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<<Ciao>> dico con mezzo sorriso.
<<Tutto ok?>> Chiede come se gli interessasse davvero.
Sto in silenzio, abbasso lo sguardo per alcuni secondi e poi lo riguardo <<No>> sospiro.
Alza un sopracciglio in modo confuso, o almeno fa la finta di esserlo <<È successo qualcosa?>>
<<Non sono stupida, so che mentivi quando eravamo in spiaggia>>
I suoi occhi cambiano, da freddo a malinconico o ferito.
<<Cosa vuoi sapere?>> va dritto al punto, pronto a sputare il rospo.
<<Perché sei andato via in quel modo?>> giro i miei pollici per il nervosismo.
<<Lo sai no? Te l'ha detto Darren, ricordi quando ha alzato la voce? Casualmente passavo di lì e l'ho sentito>> dice con disprezzo.
<<Ethan...>> lo guardo con tristezza ma a lui non tocca.
<<No, va tutto ok. Sono io il coglione, avrei dovuto immaginarlo che Darren avrebbe fatto centro anche con te. Lui è un uomo d'affari, ricco, stupendo e tanto altro. Io sono il semplice fratello>> confessa alzando di poco la voce e sfogandosi.
<<Cosa...? Pensi davvero questo di me? Che lui abbia fatto centro con me, solo perché è ricco? O bello?>> lo guardo sbalordita e faccio un passo indietro come per allontanarmi da lui.
Se ne accorge e il suo volto cambia da deluso ad arrabbiato<<Non intendevo quello, ma caspita, ha sempre ciò che vuole, è riuscito ad avere anche te>> urla.
<<Non urlare con me>> strillo a mia volta.
<<Per favore si sincera con me. Stai con lui? Sei già andata a letto con lui?>> Chiede con speranza di sincerità.
Sto zitta, alla fine si dice "chi tace, acconsente" no?
<<Porca miseria>> si gira e mette le mani nei suoi capelli <<Non posso crederci>> scuote la testa in modo disgustato, ma non di me, di suo fratello.
<<Non fare così>> mormoro.
<<E come dovrei fare? Essere contento? Prendere un caffè e dirti che hai fatto benissimo? Ma smettiamola cazzo>> ride ferito.
<<Smettila, ti prego. Io non lo sapevo ok? Non sapevo dei tuoi sentimenti verso di me. Non l'ho fatto per farti stare male, non ne avevo completamente idea. Mi dispiace tanto per ciò che stai passando, solo, non prendertela con me, io ti voglio bene davvero. So che non dovrei dirlo o che non vorresti sentirtelo dire, ma ti vedo davvero come un fratello, niente di più, perdonami...>> metto subito le cose in chiaro nonostante sia difficile.
<<Lo so>> sospira, iniziando a calmarsi.
Ci guardiamo e restiamo in silenzio, nessuno parla più, ne io e ne lui.
Lui si avvicina, allarga le braccia e io lo abbraccio, stretta a me, per fargli sentire il mio bene nei suoi confronti e che non gli farei mai del male.
<<Scusami, non volevo urlare>> dice.
<<Scuse accettate>> sorrido e lui anche.

Dopo un po' ci stacchiamo <<Adesso devo andare>> mi guarda e sorride <<Ci vediamo stasera per cena>> dico.

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Sono le sette di sera e sono appena uscita dalla doccia. Un asciugamano avvolge il mio corpo fino alle ginocchia.
Canticchio un po' e nel frattempo cerco l'intimo nel mio comodino.
Prendo un paio di mutandine di pizzo nere e sento <<Oh si>> la voce di Darren maliziosa fa capolino in tutta la stanza, mentre io salto in aria facendole cadere a terra.
Si avvicina verso di me e afferra i miei fianchi <<Ciao piccola>> lascia un bacio sulla mia fronte e arrossisco.
<<Com'è andata a lavoro?>> Chiedo raccogliendo le mutandine.
<<Bene, sono il migliore in ciò che faccio, ricordi?>> si vanta in modo impassibile.
<<Certo capo>> ridacchio.
<<Tu invece? Che hai fatto in mia assenza?>>Domanda curioso.
<<Nulla di eclatante, ho letto un libro, sgranocchiato qualcosa...ah, e poi ho parlato con Ethan>>
L'espressione del viso cambia totalmente, da rilassato a infastidito <<Capisco>> sospira allontanandosi da me lentamente.
<<Darren...>> richiamo la sua attenzione e si gira di nuovo per guardarmi.
<<Abbiamo parlato di quello che è successo alla spiaggia e poi ho messo in chiaro che lo vedo solo come un fratello>>
Adesso sembra essere più tranquillo, anche se cerca di non darlo a vedere <<Non ho chiesto nessuna spiegazione>> alza le spalle con fare strafottente.
<<Da come hai reagito pensavo volessi saperlo>> incrocio le braccia, come posizione di difesa. Perché so che non sarà una discussione che finirà bene.
<<Reagito come?>> alza un sopracciglio, come fa spesso.
<<Sembri geloso e infastidito del fatto che io possa aver parlato con lui>>
<<Come? Geloso io? Si vede che non mi conosci>> ride di gusto prendendomi in giro.
<<Puoi dire ciò che vuoi, ma sei geloso e basta>> confermo per farlo rosicare ancora di più.
Il suo orgoglio da uomo sembra essersi rinforzato ancor di più.
<<Tu sei pazza>> cammina verso la porta e la apre <<Ah, mi sono dimenticato di dirti che oggi pomeriggio ho lavorato con Candice>> chiude la porta e la sbatte.
Spalanco gli occhi e sento che da un momento all'altro possa uscire del fumo dalle mie orecchie per la rabbia e la gelosia.
Che stronzo, mannaggia a lui, ma soprattutto a lei.

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