4 Lettere

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Gli occhi grigi del signor Stanghelf, seri e saggi dopo una vita passata a vedere gente di tutti i tipi, scrutavano con stupore e meraviglia il piccino, seduto di fronte a lui.
Con le mani intrecciate sulla scrivania fissava con insistenza il bambino, il quale sosteneva il suo sguardo con un sorriso timido e solare. Gli occhioni neri avrebbero intenerito qualsiasi cosa.

Le sopracciglia aggrottate dell'avvocato indicavano chiaramente che qualche idea di sicuro stava volteggiando tra i suoi pensieri.
Idea che veniva confermata e accentuata di minuto in minuto a seconda che il piccino scrollasse i capelli o voltasse la testa incuriosito da tutti quei libri, accatastati ordinatamente su dei polverosi scaffali.

SeongMin sedeva nervosamente accanto al piccino, cercando di capire a cosa stesse pensando a proposito del figlioletto. Sembrava completamente assorto in un altro universo e la ragazza preferì non disturbarlo, credendo che la soluzione ai suoi problemi stesse scendendo direttamente su di lui dall'alto dei cieli.
E JeonGin, di quel noioso silenzio, si era già rotto da un po', era da ben due minuti che se ne stava seduto a contemplare l'ufficio in attesa di qualche parola.

Le gambine stavano diventando irrefrenabili a furia di dondolare sempre più veloci e sua madre era terrorizzata che potesse alzarsi e sfogare la sua energia in quel pregiato ufficio.
Stava quasi per afferrarlo e imprigionarlo tra le sue braccia quando, prima che accadesse il disastro, come risvegliandosi da un sogno, l'avvocato rizzò le spalle e tamburellò le dita sul ripiano del tavolo con sguardo inflessibile.

Assorto, dopo un attimo riflessione, prese la campanella adagiata sulla scrivania e la agitò con un colpo deciso.
Gli ospiti, incuriositi e sorpresi dall'uso dello strumento, si lanciarono una piccolissima occhiata, attendendo che accadesse qualcosa dopo quell'allegro scampanellare. Il suono delicato e argentino effettivamente riportò il suono dei tacchi all'interno dello studio e dalla porta gigantesca, dopo alcuni passi affrettati, rientrò la segretaria, con un sorriso cordialissimo e una ciocca di capelli scuri liberati dal severo chignon.

< Prego? > mormorò in attesa di ricevere ordini dall'avvocato panciuto.
< Può portare il piccino di là per qualche istante? Vorrei parlare con la madre in privato, grazie > ordinò schietto sistemando le carte sparse sulla scrivania. La donna sobbalzò, era la prima volta che le capitava una richiesta del genere, ma non aveva nulla da obiettare a riguardo. D'altronde, si trattava di una decina di minuti soltanto, quanto poteva essere impegnativo badare ad un bambino?
Per giunta così tenero?

Sbattendo gli occhioni, tese una mano al piccolo esortandolo a seguirla con tono tutto zucchero. SeongMin irrigidì a sua volta, odiava affidare suo figlio ad altri che non fosse MinYun o Jungkook, figuriamoci a quella sconosciuta!

Innervosita accavallò le gambe e sospirò obbligandosi a fare la matura, d'altronde si trattava solamente di qualche minuto.
< JeonGin da bravo, vai con lei e comportati bene. Vengo a prenderti tra poco > esclamò educata posandogli una mano sulle piccole spalle. Il piccolo annuì alla madre e quasi comprendendo bene l'importanza della faccenda, saltò dalla sedia per raggiungere la ragazza un po' timoroso. Le bastò squadrarla velocemente per rilassarsi: gli occhi azzurrissimi, il sorriso smagliante e i capelli di un dolce color cioccolato le conferivano un'aurea angelica.
Impiegò meno di mezzo secondo a fidarsi di lei e ad agganciare la piccola manina nella sua.

Una volta che la porta fu richiusa attentamente per non far uscire nemmeno una virgola di quello che si sarebbero detti a breve, il signore seduto sulla larghissima poltrona portò il peso sullo schienale facendola cigolare.
SeongMin si avvicinò il più possibile alla scrivania e appoggiò i gomiti sul ripiano di legno, in attesa di parole e speranza.
< Quando intendeva dirmi la verità signorina Lee? > sillabò duro con uno sguardo severo sul volto.
La ragazza si sentì affondare nel pavimento, colpita e distrutta da quella frase che rivelava molto più di quello che aveva ipotizzato. La pelle bianca divenne ancor più pallida e il suo cuore iniziò la danza del panico, battendo sempre più veloce come un ballerino di tip tap batte le speciali scarpe.

 |J.Jk| 춤 추자 solo bailaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora