Caccia al tesoro

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Lasciando cocci ed il ragazzo stordito in cucina, senza perdere altro tempo, Jungkook si diresse a larghe falcate nelle scale studiando ogni centimetro della casa, sperando che qualche indizio potesse assicurargli che JeonGin fosse lì.

Il primo piano non era messo meglio del salotto: vestiti e polvere tappezzavano anticipatamente il corridoio che collegava le varie stanze. La poca luce che filtrava da una piccola finestra illuminò alcune ragnatele e qualche ragno appresso facendo venire la pelle d'oca al ragazzo.
La prima stanza che aprì si rivelò un piccolo bagno sporco e mal tenuto, non perse nemmeno tempo a dare un'occhiata più approfondita e andò avanti con l'ispezione.

La seconda stanza, aperta di tutta fretta, si rivelò ciò che effettivamente cercava: la cameretta di JeonGin, vuota anch'essa. Con un groppo alla gola, Jungkook si lanciò al suo interno cercando con lo sguardo il suo bambino. Il letto sfatto da un'eternità era un sacco di polvere, le mensole su cui appoggiavano colori e matite erano coperte da una patina di sporcizia e l'odore di chiuso era asfissiante. Tossendo, entrò nella stanza desolata sentendo le gambe rammollirsi, se il piccolo non si trovava lì dove poteva essere?

Facendosi coraggio aprì le altre due stanze sperando di trovarlo. La camera da letto matrimoniale e lo sgabuzzino erano terribili come la casa in generale e soprattutto erano terribilmente desolate. La paura lo prese d'assalto, gli occhi arrossati dalla polvere e dal dispiacere minacciavano di buttar fuori lacrime. Agitandosi tra una camera e l'altra, cercando negli armadi e dentro alla cassapanca, il cuore sembrava volersi staccare dalle arterie e stracciarsi in cento parti.

Portandosi le mani i capelli e tirandoseli in preda al panico lanciò un'ultima occhiata al primo piano. La paura che potesse essere morto o ferito o chissà cos'altro si faceva sempre più strada nella sua testa aprendogli un vortice di disperazione.
< JEONGIN! >  lo chiamò disperato con quanto più fiato aveva in gola, scaraventando a terra qualsiasi cosa gli arrivasse sottotiro. La vasca era vuota, la doccia idem e dietro alle tende che cadevano a terra solo ragnatele ed insetti. Un lampo improvviso gli balenò tra i pensieri: il garage e il piccolo capanno degli attrezzi non erano ancora stati  rivoltarli da cima a fondo.

Uscendo in fretta dal bagno con il cuore in subbuglio, prese le scale al volo.
< Papà? > mormorò la sua voce dal fondo del corridoio.
Jungkook si bloccò di colpo al primo gradino fatto. Lo stomaco fece una doppia capriola e un leggero capogiro lo fece incollare al corrimano. Pregò con tutto il suo essere che quella voce non fosse solo il frutto delle sue speranze e dei suoi desideri. Si girò lentamente cercando di non aspettarsi nulla, non voleva rimanere illuso da quell'abbaglio uditivo. Probabilmente era stata la sua mente debole a fargli sentire la voce caramellosa del suo figlioletto. Infatti, quando si girò e se lo trovò in piedi accanto allo stipite della porta, non riuscì a crederci.
Il bambino aveva un occhio cerchiato di blu ed i capelli spettinati avevano catturato grumi di polvere di vecchia data. Gli sembrò di vedersi attraverso uno specchio. Gli occhi neri cerbiatto lucidissimi e carichi di sofferenza lo scrutarono incerti e sbigottiti, con la stessa intensità di chi non crede a quel che vede. Ma quel dubbio durò poco, iniziando a piangere come un disperato, il riccetto tese le braccia indifeso al ragazzo

< PAPA'! Sei venuto a
prendermi! > gridò con voce chiara e limpidissima mentre la felicità più vera si insinuava nel suo piccolo cuore.
A Jungkook tremarono le gambe e si sentì così sollevato e felice nel vederlo quasi sano e salvo che rischiò di buttare qualche lacrima.

Papà: l'aveva chiamato esattamente così.

Con due falcate lo raggiunse e inginocchiatosi per raggiungere la sua altezza, lo avvolse e lo strinse tra le braccia con foga. Il neo papà affondò la testa nei capelli respirando polvere e grumi di pulviscolo, ma in quel momento gli importava gran poco.
Suo figlio era lì, vivo, vegeto e soprattutto vivo!
Non poteva desiderare nulla di più.
< JeonGin! Ma dov'eri? Ti ho cercato ovunque! Ma certo che sono venuto a prenderti tesoro mio! Come stai? Stai bene? Ti fa male? Ti ha fatto qualcos'altro oltre all'occhio? > domandò a raffica controllando con un'occhiata le condizioni del piccino.

 |J.Jk| 춤 추자 solo bailaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora