Piccoli dettagli

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작은 세부 사항

SeongMin, raccolto il bambino da terra, si diresse alla porta terribilmente arrabbiata e ancora scioccata da quella frecciata velenosa. Non riusciva a credere che non fossero cambiati di una virgola, erano passati anni e ancora non avevano accettato Jungkook come il figlio adottivo di Dylan. Ogni singola parola, sguardo e atteggiamento, era stato studiato appositamente per infastidire il ragazzo.

La mora, stringendo quasi con esagerazione JeonGin tra le braccia, aveva le mani tremanti dalla rabbia e la lingua incellofanata da discorsi troppo lunghi da svolgere.

Jungkook era rabbioso da quell'accusa, non tanto perché era rivolta a lui, bensì perché avevano incluso anche il piccolo in quell'inutile discussione.
Davanti a quel discorso pieno solamente di rancore e odio, la rabbia gli salì in gola portandogli alla lingua un sentore acido e ferroso. Si accorse solo in un secondo momento che quel gusto derivava da un taglio, per sbaglio, auto inflitto.

Se avesse potuto, avrebbe volentieri staccato occhi e orecchie a quei grassi e ridicoli animali da cortile, impegnati a concludere il pasticcio come se nulla fosse stato detto.
Un silenzio appiccicoso  copriva l'intera stanza, nemmeno un polmone si attingeva a dilatarsi, tutti erano con il fiato sospeso in attesa di una risposta o di un gesto da parte di Jungkook o SeongMin.
Perfino JeonGin comprese che qualcosa nell'aria non andava ma, non capendo esattamente cosa, fissava prima l'uno poi l'altro in attesa di una reazione.

Jungkook, scuro in volto, raggiunse con tre passi l'odiosa coppia, beatamente appollaiata sulle sedie. Con nonchalance e più ira di quel che stava mostrando, si piegò fino a distare pochi centimetri dal volto di Hyonsu, puntando gli occhi sulle sue iridi grigie.

Il piccolo pubblico irrigidito, era preoccupato che l'uomo e il ragazzo potessero iniziare a picchiarsi da un momento all'altro. In quel caso non sarebbero riusciti a staccare i litiganti tanto presto e, di sicuro, Hyonsu ne sarebbe uscito ben provato. 

Il padre di Dylan si ritrasse di scatto trovandosi Jungkook così vicino. Gli occhi neri stavano letteralmente ardendo, si sentiva quasi consumato da quello sguardo così energico.
< Patentico, privo di cuore, sciocco, egoista e vuoto. Come puoi dire certe cose? Non ti vergogni razza di-? > , Hyonsu tremando dalla collera, non gli permise di concludere la frase. Alzandosi di scatto afferrò il colletto della camicia del giovane e con uno strattone lo avvicinò ancor di più a se, facendo sfuggire una smorfia di rabbia.
< Come ti permetti ragazzino? > ringhiò nervoso scrollando la presa. Il livello di preoccupazione nella sala aumentò ancor di più di fronte a quel gesto.

Haneul si sentì prendere dal panico, se non li avesse fermati, anche il matrimonio ne sarebbe stato compromesso. Se si fosse verificato un attacco fisico, sicuramente i suoi suoceri non sarebbero venuti alla celebrazione.
< Mi permetto eccome! Se ti azzardi ancora una volta a dire una sola parola su di lui, giuro che ti stacco gli occhi con delle forbici.> Rispose il ragazzo staccando con rabbia le mani di Hyonsu dalla camicia.

Il volto dell'uomo divenne paonazzo, le labbra contrite e gonfie stavano per esplodere dall'indignazione.
< Come osi mentecatto senza madre e padre? Nemmeno i tuoi genitori ti hanno voluto! E ti azzardi anche a- >
< TACI! Non fare discorsi su argomenti che non conosci! > ringhiò in risposta furioso.
Gli animi dei due cominciarono ad infuocarsi, liberando a parole le opinioni più sgradevoli e crudeli accumulate nel giro di vent'anni. Il piccolo pubblico non riusciva a muoversi, tentare di fermali sarebbe stato impossibile in quello stato. La rabbia era un carburante inestinguibile per i due. Diversamente da come ci si aspettava, invece di placarsi, quella litigata sembrava crescere in argomenti e volume di voce.

 |J.Jk| 춤 추자 solo bailaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora