Piccoli passi

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작은 단계

Jungkook aprì gli occhi, ridestandosi dal sonno, principalmente per un motivo: il peso che sentiva sullo stomaco lo stava portando al vomito.

Credendo di dover spostare il bambino per poter respirare correttamente e, soprattutto, per poter digerire i 5 panini che si era ingollato, si costrinse a svegliarsi completamente.
In un primo momento, il sonno e il buio azzerarono la sua vista, rendendolo cieco come una talpa. Dovette perciò stropicciarsi un occhio e riprovare gradualmente ad afferrare un minimo di veduta. Ma i suoi occhi stavolta catturarono qualcos'altro.

Sopra al letto, una figura chiara si stagliò contro il nero della notte rendendosi visibilissima.
Credendo ancora di dormire non ci fece molto caso, ma quando per la terza volta notò la massa sovrastante iniziò a dubitare di essere ancora addormentato. Sbattendo le palpebre incredulo e in allerta, impiegò pochi secondi a capire: fortunatamente non era altro che SeongMin.

La ragazza si trovava a gattoni sulle coperte, intenta a coccolare, in modo un pelino rude, la testa del figlioletto adagiata al cuscino. Ecco cosa bloccava la sua sacrosanta digestione: il suo ginocchio, posto a livello dello stomaco, lo stava spremendo come un limone.

Il sangue gli ribollì nelle vene salendogli direttamente al cervello: la ragazza spettinata, senza scarpe e priva di freni inibitori era praticamente sopra di loro, con il vestito pericolosamente accartocciato appena sotto il fondoschiena. Imbarazzato da quella visuale da brivido impiegò pochi secondi a svegliarsi completamente. Tirandosi a sedere con il cuore in gola, si appoggiò alla testiera del letto per allontanarsi il più possibile da lei, così strana e misteriosa in quel momento.

< Sei tornata finalmente! Ma che ore sono? > borbottò con voce impastata di sonno guardando inutilmente il comodino in cerca di un orologio. La ragazza si bloccò appena sentì la voce melodiosa di Jungkook.
Anche da assonnata risultava irresistibile alle sue orecchie. I capelli del ragazzo erano spettinati e gli occhi nerissimi nascondevano ogni traccia di stanchezza. Stava quasi per parlare quando un singhiozzo la scosse facendole perdere il poco equilibrio, mancò poco a rovesciarsi sul piccino profondamente addormentato sotto le coperte.
Jungkook rimase di sasso nel vedere in che condizioni riversava SeongMin, capì solo in quel momento che era in preda ad un'ubriacatura colossale. Le guancie arrossate, gli occhi lucidi e l'odore del vino lo colpirono come uno schiaffo.

Tra tutti i possibili scenari mai, mai avrebbe pensato che la ragazza tornasse a casa in quelle condizioni.
Quel cretino! Se solo avesse pensato alle conseguenze prima di versarle da bere a rotta di collo.
< SeongMin? Stai bene? > domandò preoccupato osservandola con tripla attenzione. Non se la sentiva di avvicinarsi troppo, gli occhi da strafatta e i modi rudi gli indicavano la totale mancanza di autocontrollo, lo stesso che lui stava esercitando alla perfezione.

Un sorriso inebetito le comparve tra le labbra sbavate di rossetto, ghigno che mantenne quando iniziò a gattonare pigramente verso di lui, completamente priva di grazia e leggerezza. Senza rendersene conto, la sua pelle si trasformò in un campo minato a causa della pelle d'oca che si sollevò nel giro di un secondo. Molte domande vorticavano nella sua testa, la principale però era una soltanto: com'era andato quell'appuntamento?
Cosa avevano fatto?
E soprattutto: si sarebbero visti ancora?

SeongMin in quel momento non era in sé, si sentiva leggera come una piuma e soprattutto aveva la testa deliziosamente vuota. Il suo cervello non si impegnava a controllare la sua voce e i suoi gesti, dando ampio spazio ai suoi pensieri, liberi come l'aria ed ingarbugliati come un piatto di spaghetti. Un singhiozzo più forte del primo la obbligò a bloccarsi e trovandosi ad una distanza più che accettabile dal ragazzo, si decise a sedersi, seduta che coincideva esattamente allo stomaco del ragazzo.

 |J.Jk| 춤 추자 solo bailaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora