33

943 49 90
                                    


Chapter 33: "End of the games"

—————————————————————

What the hell did I do?
Never been the type to.
I love you and I don't want to.
But I love you.

(💜)

Lilia.

Quel 3 Marzo non era stato decisamente uno dei giorni migliori per la biondina dalla pelle chiara.
Jason era uscito di prigione e aveva avuto notizia di un imminente ritorno a casa. Ma il fatto non l'avrebbe turbata tanto, se non fosse stato che suo fratello era finito dietro le sbarre dopo aver tentato di ucciderla.

Durante la lezione di filosofia infatti, la ragazza era concentrata, più che sulla spiegazione dell'insegnante, a trovare un modo per rispedire quell'ormai uomo in galera, dove meritava di stare.
Non era la prima volta, quella fatale il cui ricordo vivido riusciva ancora a farla tremare, che veniva aggredita.
Anzi, Jason aveva mostrato più e più volte di volerla ferire, ma il motivo restava a tutti sconosciuto.

E quella calda sera di Giugno, dove i loro genitori erano andati a festeggiare il loro anniversario, da una piccola lite su a chi spettasse l'ultima fetta di pizza, una delle poche immagini sfocate che alla piccola erano rimaste impresse all'età di soli undici anni,era il cellulare spaccato dopo aver digitato il numero della polizia.
Poi niente, buio totale.

Innumerevoli ore dopo si era risvegliata su un lettino d'ospedale, le braccia coperte di lividi e una gamba rotta, il labbro inferiore gonfio e pulsante e un mal di testa capace di spappolarti il cervello.
Ma era viva.

"Buckingham, siccome la vedo particolarmente attenta, mi saprebbe spiegare cosa ci dice la teoria degli opposti?"
Il professore, osservandola impegnata un secondo di troppo ad osservare un punto imprecisato fuori la finestra, l'aveva richiamata.
"Mh...mi dispiace Mr Settle, non stavo ascoltando"
Disse riabbassando lo sguardo, sentendo tutti gli altri compagni di corso ridere di lei.
"Che cazzo avete da ridere?!"
Esclamò sbuffando, forse un po' troppo ad alta voce.

Che...che cosa le era preso?
Non era certamente da lei comportarsi in questo modo.

"Buckingham, e che diamine! Fila subito in presidenza!"
Ordinò l'insegnante, stanco della sua insolita indisponenza.
"Che giornata del cazzo..."
Sbuffò afferrando i libri dal banco e alzandosi velocemente per uscire dall'aula.

Solo la presidenza ci mancava, ottimo.
____________________________

Uscita dall'ufficio del preside, dopo aver ricevuto una strigliata come si deve era arrivata, finalmente, avrebbe aggiunto la povera ragazza, l'ora di pranzo.

Stava entrando nella mensa quando da lontano adocchiò il solito, sempre attraente come pochi, Finn Wolfhard fare ingresso assieme ai suoi amici.
Notò che era particolarmente felice e così senza farsene accorgere scatto una foto.

Effettivamente era una strana abitudine, ma lei la giustificava sempre con il fatto che una volta che sarebbe diventato famoso, avrebbe potuto venderle o roba simile.
E poi, dopo quella tragedia di giornata, senza che lo sapesse, lui era la prima cosa buona che lei avesse visto.

Lo vide prendere posto al solito tavolo di fianco a Millie Bobby Brown, e roteò gli occhi per niente stupita.
Ancora doveva capire perché quei due dovessero passare così tanto tempo insieme seppure erano solo compagni di teatro.
Insomma, anche lei faceva parte della loro stessa classe, e senza contare l'amicizia con la mora, non aveva altri amici.

Fillie- Romeo and JulietDove le storie prendono vita. Scoprilo ora