*Angolo dell'autrice*
Buongiorno miei piccoli raggi di sole, oggi in questo giorno che celebra l'Amore, volevo regalarvi un piccolo momento tra le nostre amate SwanQueen. Quindi senza indugi vi lascio alla lettura di questa nuova storia. Buona giornata 💋Come ogni anno era giunto quel fatidico 14 febbraio, Emma non era mai stata un'amante di queste stupide "festività". Riteneva che San Valentino fosse solo un giorno come un altro e che le grandi marche lo sfruttassero per fare più vendite, quell'anno però era diverso.
Il tiepido sole passò attraverso le leggere tende della finestra di Emma e le accarezzarono delicatamente il viso. Emma non era solita svegliarsi presto, non lo avrebbe fatto per nessuna ragione al mondo, almeno così credeva. In quel giorno così speciale non appena il sole baciò il suo viso si svegliò istintivamente facendo risplendere su di esso un grande e gioioso sorriso. Aveva atteso quel giorno da alcune settimane, stava escogitando un gran piano per far vivere la giornata più bella di sempre alla persona che le faceva battere forte il cuore anche solo quando i loro occhi si incontravano. La sveglia sul suo comodino segnava le 7:30 del mattino, le sorrise e si tolse le coperte di dosso. Non credeva che di prima mattina potesse avere tutte quelle energie eppure qualcosa di vibrante le scorreva nelle vene. Quello che avvertiva, era un amore così profondo che era capace di smuovere persino le montagne. Si lavò, si sistemò e uscì da casa per portare a termine il suo piano.
Percorse le strade della città ascoltando gli uccellini cinguettare, alzando di tanto in tanto gli occhi per cercarli tra i rami degli alberi. Sembrava che tutti in quella giornata così bella e assolata si amassero. Raggiunse il municipio, lo guardò per qualche istante, puntò gli occhi nella stanza del sindaco, fortunatamente le tende erano ancora chiuse, segno che Regina non era ancora arrivata. Salì gli scalini cercando di mantenere la calma, ma le tremavano le gambe. Fece ingresso nell'immenso edificio e salutò le guardie che la lasciarono passare. Arrivata davanti all'ufficio di Regina bussò, nonostante sapesse che Lei non poteva esserci. Quando, dopo la terza volta, non rispose nessuno entrò in punta di piedi, si guardò in giro e ispirò a pieni polmoni inglobando il profumo della donna che abitava quotidianamente quelle mura. Il suo profumo era ovunque, ne erano impregnati persino i muri. Sorrise quando il profumo circolò nelle sue narici arrivando ai suoi polmoni. Si avvicinò alla scrivania, posò in cima alle tante scartoffie una piccola bustina rossa e uscì di corsa per paura che qualcuno la potesse scoprire. Una volta fuori dall'ufficio si diresse verso il suo prossimo luogo d'interesse.***
Intanto Regina dopo aver preso il suo caffè di rito si diresse verso l'ufficio, entrò al suo interno, aprì le tende che impedivano alla luce di entrare e si sedette nella sua sedia. Fu in quel momento, quando i suoi occhi si posarono sul lavoro della sua giornata che si accorse che c'era qualcosa di nuovo sulla sua scrivania. Prese in mano quella piccola busta e rimase lì, immobile per qualche istante indecisa sul da farsi. Si chiese chi l'avesse messa lì, si chiese cosa contenesse nonostante bastasse aprirla per trovare tutte le risposte alle sue domande. Girò la busta ed estrasse un bigliettino scritto con una calligrafia disordinata, sorridendo alla sua vista.
<< Buongiorno, sai che giorno è oggi? Probabilmente no, perché nemmeno io l'avrei saputo se me lo avessi chiesto l'anno scorso. Quest'anno però qualcosa è cambiato, io sono cambiata e ciò che mi ha permesso di farlo sei stata tu. Oggi è San Valentino, il giorno degli innamorati, che cosa ridicola, vero? Un giorno per celebrare l'amore, eppure non la penso più così, credo sia diventato il mio giorno preferito. Ho annullato tutti i tuoi impegni, oggi sei tutta mia, lo so che stai per avere un attacco di nervi, ma il lavoro può aspettare, io no. Quindi rimetti il cappotto e dirigiti verso Granny's. Con amore, il tuo ammiratore segreto.>>
Regina lesse quelle parole tutte d'un fiato e nonostante l'iniziale rabbia che avvertì quando lesse che qualcuno le aveva cancellato i piani della giornata, si calmò. E inspiegabilmente sorrise avvertendo una morsa allo stomaco al pensiero che qualcuno potesse organizzare una giornata all'insegna dell'amore per lei. Sorrise al pensiero di chi aveva scritto il biglietto, ne era sicura all'ottanta per cento, ma la percentuale salì non appena raggiunse Granny's. Vide un'altra piccola busta tenuta ferma dal porta zucchero su un tavolino all'esterno del locale, accompagnato da una rosa rossa. Sorrise e avvertì il cuore esploderle nel petto e fu meravigliata di come quei piccoli gesti le facessero piacere. Si avvicinò al tavolo, portò al rosa al naso e inspirò a pieni polmoni, avvertendo una sensazione strana e si sorprese di quanto quei piccoli gesti la stessero facendo sentire bene, amata, importante. Si sedette in una delle sedie e aprì la busta estraendone il contenuto.
<< Questo posto è importante per me, per la prima volta ti ho vista vulnerabile, sono riuscita a conoscere un altro piccolo pezzo di te ed è stato come ritrovarmi nei tuoi occhi. Quella sera, quella della festa, tu portasti le lasagne ed entrasti al Granny's con uno dei sorrisi più belli che io avessi mai visto e il cuore per un istante si è fermato. Non so perché è successo, non so cosa mi sia successo in quel momento, ma ho avvertito delle sensazioni che non pensavo poter provarci per una donna eppure erano lì, pregnanti. Poi sei uscita, quando credevi che non ti stesse guardando nessuno, non ti sei accorta di me, non ti sei accorta che i miei occhi erano puntati su di te, lo sono stati per l'intera serata. E quando ti ho visto andar via non sono riuscita a fermarmi, ti ho dovuto seguire, è stato più forte di me. E quando ti sei girata, con quegli occhi così tristi, così veri, il mio cuore è automaticamente diventato tuo. E non so perché io abbia aspettato a dirtelo, forse per paura di un rigetto? Non so dare nemmeno io una risposta, eppure avevo trovato il coraggio di parlarti, ma poi è arrivato Robin e avvertivo che tra voi ci fosse qualcosa di serio e mi sono fatta da parte. Vi guardavo da lontano e mi sono rifugiata nelle braccia di Hook, per poter affrontare meglio la cosa forse, non saprei. Ma questo posto racchiude un altro ricordo, questo doloroso, è qui che mi sono resa conto per la prima volta che forse io non ero la tua salvatrice, che forse non ti avrei mai potuta aiutare a trovare il tuo lieto fine, anzi te lo avevo appena portato via, ma non intenzionalmente. E vedere i tuoi occhi pieni di rabbia e risentimento nei miei confronti miei confronti mi ha portato a credere che io non avrei mai potuto essere niente per te. Nemmeno un'amica. >>
Il cuore di Regina sembrò fermarsi nel momento in cui lesse quelle parole così vere, ma al contempo così nuove per lei. Non aveva mai potuto nemmeno lontanamente immaginare che Emma si fosse innamorata di lei e non avrebbe mai potuto sospettare che quell'amore, così inaspettato, la potesse avvolgere così, improvvisamente, senza alcun preavviso. Prese un grosso respiro e finì di leggere il retro del bigliettino.
<< Poi le cose sono cambiate, ci siamo avvicinate e quell'amore che avevo rinchiuso in fondo al mio cuore riemerse e fu la fine. Io sapevo di appartenerti, non chiedermi perché, ma mi è sembrato tutto così giusto quando i miei occhi si sono posati su una piccola ampolla nello studio del Signor Gold. Quindi raggiungi il negozio, ti svelerò un'altra piccola cosa. >>
Regina non sapeva perché il suo stomaco era in subbuglio e il suo cuore tamburellava incessante nel suo petto, era così strano provare quelle cose per Emma, colei che tanto aveva odiato. Si chiese se forse quelle parole la stavano influenzando, se le stessero facendo credere che forse anche lei provava qualcosa per la bionda. Ma nel tragitto che la portò al negozio del Signor Gold, mille immagini loro le passarono per la mente, ricordò di quanto la loro magia fosse più potente se utilizzata simultaneamente, ricordò di quel sentimento pervasivo che aveva provato quella volta in cui, dopo essere sopravvissuta al Charnabog, i loro occhi si incontrarono e sembrò che il mondo fosse sparito. Forse Emma non era la sola a provare qualcosa, forse anche lei aveva nascosto quei sentimenti, persino a se stessa. Arrivata davanti al negozio vi fece ingresso e fu annunciata dal suono della campanella, ma stranamente nessuno arrivò. Avanzò lentamente verso il bancone dove una piccola ampolla illuminava la zona circostante, facendo risaltare il rosso della busta al suo fianco. Afferrò la lettera al suo interno e prese con l'altra mano l'ampolla ispezionandola affondo.
<< Quest'ampolla contiene la magia del vero amore, un amore indistruttibile, lo hai detto anche tu, ricordi? Guarda bene di che colore sono i filamenti che si intrecciano al suo interno, non ti ricordano niente?>>
Regina smise di leggere e osservò ciò che si muoveva dentro l'ampolla, notando ciò che anche Emma aveva fatto qualche tempo prima.
<< La nostra magia ha gli stessi colori, magari è una coincidenza o magari i miei occhi sono oscurati dall'amore che provo per te e qualunque piccolo elemento a favore della mia tesi mi sembra confermarla. Ma credo che io e te siamo destinate, insomma, perché il destino avrebbe scelto proprio me come salvatrice? Perché solo la figlia dei Charming può salvare tutti i personaggi delle favole. Forse c'è di più, forse la Salvatrice non deve salvare la città, deve salvare la Regina. Sai, qualche tempo fa guardavo un film basato sulla storia di Mary Poppins, sai la tata con l'ombrello volante? Bhe, contrariamente a ciò che pensavo, lei non è arrivata per salvare i bambini, ma il padre. E forse questa è una situazione analoga. Henry mi ha portata qui chiedendomi di aiutarlo, di salvare tutti, ma forse e dico forse il destino non mi ha condotto qui solo per i miei genitori, mi ha condotta qui per trovare qualcosa di più potente. Per trovare te. E Regina io ti amo più della mia stessa vita, non so perché sia successo, non so perché proprio tu dopo tutto quello che abbiamo passato, ma sento che è giusto così, sento che tu sei la parte mancante. E se tu provi anche un terzo di ciò che provo io, raggiungimi al castello di legno, quello che ama tanto Henry. Io sarò lì.>>
Regina elaborò quelle parole, le fece sue e una lacrima rigò il suo viso. Forse tutte le sue sofferenze l'avevano condotta a quel momento, forse tutto ciò che la vita le aveva riservato erano servite ad apprezzare Emma, che nonostante il suo essere imperfetta, era la persona più perfetta che lei conoscesse. Forse era arrivato il momento di assecondare il suo cuore e di lasciar perdere ciò che le aveva sempre ripetuto sua mamma "l'amore è una debolezza". Quella frase le rimbombava costantemente in testa e in alcune circostanze era risultata vera, ma mai come in quel momento le sembrava la cazzata più assurda del mondo, perché quando lei aveva al suo fianco Emma si sentiva indistruttibile, niente poteva scalfirla. E forse era questo il potere del vero amore, rendere le debolezze una forza, essere forti da sole, ma essere invincibili insieme. Non ci vollero più di cinque secondi per capire che Emma aveva ragione, loro erano destinate a qualcosa di ben più grande di un'amicizia, così si trasportò al castello di legno, ma rimase sbalordita da ciò che si palesò davanti ai suoi occhi. Il castello era tutto decorato da meravigliosi fiori rosa, bianchi e rossi, il pavimento era ricoperto da una bellissima tovaglia floreale con sopra l'occorrente per un pic-nic, purtroppo Emma non era lì, o almeno così sembrava. Regina si guardò intorno e fu in quel momento che la vide, stretta nel suo giacchetto rosso che camminava avanti e indietro creando dei solchi visibili sulla terra. Così Regina si schiarì la gola per attirare la sua attenzione, Emma si girò e non appena incontrò gli occhi della mora si immobilizzò.
"Ciao", disse Regina sorridendole dolcemente.
"Sei venuta" disse sorpresa Emma, sorridendo come una bambina.
"Già, sono venuta" disse Regina avanzando.
"Scusami se tutto questo è così improvviso e forse" disse Emma, ma venne interrotta da Regina che poggiò la sua mano sulla bocca della bionda.
"Adesso è il mio turno, tu hai detto fin troppo" disse Regina per poi togliere la mano dalle labbra soffici di Emma.
"E' tutto così strano, è come se mi fosse crollato un meteorite addosso e adesso mi sentissi stordita. Non so più nemmeno chi sono, tu mi hai sconvolta Emma, e non oggi, non sono state le tue lettere, tu hai sconvolto la mia vita dal momento in cui sei entrata a farne parte. E pensavo fossi arrivata in città per rovinarmi la vita e portarmi via tutto ciò a cui tenevo, ma non mi ero accorta che non avevo mai amavo veramente fino ad oggi. Tu, Emma Swan, mi hai salvata, in tutti i modi possibili in cui una persona può essere salvata, tu nemmeno ti rendi conto di che impatto hai avuto sulla mia vita. Tu hai creduto in me, quando gli altri ti spingevano a non farlo, ti sei gettata nelle fiamme per salvarmi la vita, nonostante io fossi stata una stronza con te. Dovevo capirlo che eri tu, dovevo leggere tra le righe. Tutto riconduceva a te, tu eri il punto focale di tutto e io, annebbiata dalla paura non me ne sono accorta. Ma adesso sono qui, e voglio poter essere felice, voglio poter vivere la mia vita potendo contare su qualcuno che so che se mi giro sarà sempre lì, al mio fianco."
Regina avrebbe continuato a dichiarare il suo amore per Emma fino alla fine dei tempi, ma Emma agì, interrompendo il bellissimo discorso di Regina. Azzerò le distanze, prese il viso di Regina tra le mani e baciò le sue labbra. Fu come se fossero esplosi i fuochi d'artificio nel suo stomaco, nulla sembrava avere senso se non loro due.
"Ci sarò sempre" sussurrò Emma sulle labbra di Regina per poi riprenderle a baciare con più foga.
Le due approfondirono il bacio e le loro mani iniziarono a vagare sui loro corpi, come se lo avessero fatto un milione di volte, fu tutto così naturale, così spontaneo.
"Buon San Valentino, miss Swan" disse Regina dandole un bacio a stampo, iniziandosi ad allontanare dal corpo di Emma.
"Buon San Valentino signor sindaco" disse Emma afferrando Regina per un braccio e tirandola nuovamente a sé, generando una risata spontanea in Regina.
"Non puoi vivere cinque minuti senza di me?" chiese Regina ridacchiando.
"Forse potrei, ma non ho più intenzione di farlo, ho perso troppo tempo lontana da te" disse Emma abbracciandola forte a sé.
"Ti amo Emma" disse Regina baciandole il collo.
"Ti amo anch'io Regina."
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Piccoli momenti di vita
RomanceCi siamo sempre chiesti "e se...?" Se Emma e Regina si fossero baciate quando ne avevano l'occasione? Se avessero deciso di intraprendere una relazione? Chi avrebbe fatto il primo passo? Come avrebbe reagito Regina se Emma l'avesse baciata? Con ques...