La carrozza dei desideri ✨

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*Nota dell'autrice*

Bentornati miei piccoli raggi di sole, eccoci qui ad un altro lunedì insieme...volevo solo anticiparvi che probabilmente la prossima settimana, penso probabilmente venerdì inizierò a pubblicare il primo capitolo di una breve fanfiction Morrilla, ovviamente per chi fosse interessato. Dopo questo piccolo preambolo vi lascio alla lettura di questa nuova os, un bacio, buon lunedì.

Anche oggi era iniziata un'altra noiosa giornata a Storybrooke, Regina era davvero esausta, aveva passato tutta la notte davanti ad una pila immensa di scartoffie che dovevano essere visionate entro la fine della settimana. Le vacanze natalizie si avvicinavano e sfortunatamente per lei anche le relative scadenze del comune. Fare il sindaco la gratificava tantissimo, ma era davvero dura dover portare avanti tutte quelle pratiche da sola, fortunatamente qualcuno cercava di prendersi cura di lei. Ancora intenta a fissare i fogli sparsi per la scrivania, Regina fu catturata da un suono, ci vollero alcuni secondi perché riuscisse a comprendere che qualcuno stesse bussando alla porta.

"Avanti" disse appoggiandosi prepotentemente allo schienale della sedia e chiudendo per pochi istanti gli occhi, portando indietro la testa.

Mentre Regina si concedeva quei pochi istanti di pace, Emma fece capolino con la testa, non disse una parola, osservò Regina scuotendo la testa. Sapeva benissimo cos'era successo la sera prima, sapeva che Regina avrebbe fatto di tutto pur di consegnare in tempo tutti quei documenti, anche a costo di perderci la salute e il sonno. Iniziò ad incamminarsi verso la scrivania, non prima di aver chiuso delicatamente la porta alle sue spalle, sorridendo nel vedere da sotto la scrivania che Regina non portava le scarpe. Non aveva detto una parola, aveva fissato la donna sorridendo, avanzando verso di lei, aspettando che aprisse gli occhi. Regina ancor prima di aprire gli occhi sapeva chi avesse fatto ingresso nel suo ufficio, conosceva molto bene quel passo che era tutto tranne che felpato ed Emma la conosceva fin troppo bene per non sapere dove si trovasse. Regina sorrise annusando l'aria che la circondava.

"Caffè" disse aprendo finalmente gli occhi e incontrando quelli di Emma.

"Sei la mia salvatrice" disse sorridendo così genuinamente che Emma ne fu sorpresa.

Emma si morse il labbro inferiore e ricambiando il sorriso porse uno dei bicchieri che aveva con sé a Regina.

"Sapevo ti avrei trovata qui e senza ombra di dubbio sapevo che non avevi fatto colazione" disse appoggiando sulla scrivania un sacchetto di carta con il logo di Granny's.

"Emma, non so proprio come ringraziarti" disse sorridendole ancora una volta.

"Infatti, non devi. È bello prendersi cura di te."

Quelle parole le uscirono così spontaneamente che non si rese conto di ciò che aveva detto, se non quando notò le guance di Regina arrossire. Regina prese un sorso di caffè e internamente benedì quella donna che ormai da mesi si prendeva davvero cura di lei. Se avesse avuto bisogno sarebbe bastato alzare la cornetta che la bionda correva in suo soccorso e questo, nonostante fosse restia nell'ammetterlo persino a sé stessa, la faceva star bene, la faceva sentire amata. Ogni volta che Emma le dava attenzioni il suo cuore era invaso da un caldo abbraccio, si sentiva come a casa. Ci fu un attimo di silenzio, decisamente molto imbarazzante che venne interrotto da una Emma ancora imbarazzata per ciò che aveva precedentemente detto.

"Ti ho preso un pezzo di torta di mele, spero tu ne abbia voglia. E se così non fosse, mangiala comunque."

"Come scusa?" disse perplessa Regina.

"Hai mangiato ieri sera?" disse Emma quasi attaccando la mora, poggiando le mani sui fianchi.

"E questo esattamente che c'entra con il fatto che mi stai praticamente costringendo a mangiare la torta di mele?" chiese furiosa Regina.

Piccoli momenti di vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora