No Right to Love You 💔

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*Angolo dell'Autrice*

Buongiorno mie piccoli raggi di sole, lo so che sono scomparsa, ma tra mille cose non riesco a scrivere. Oggi però grazie ad una canzone, dalla quale ho tubato il titolo, mi è venuta l'ispirazione per questa breve os. Spero vi piaccia. Baci.


Erano da poco passate le tre di notte e Regina si girava e rigirava nel letto senza riuscire a chiudere occhio, continuando a fissare quella felpa grigia poggiata sulla sedia di camera sua.

Quella felpa che poche ore fa non si trovava di certo piegata e riposta perfettamente sul sedile della sedia di camera sua, ma al contrario era stata lasciata maldestramente sullo schienale del divano. Eppure, lei quando la notò non era riuscita a non prenderla e portarsela immediatamente al naso ispirando profondamente il profumo della sua proprietaria. Non sapeva perché l'avesse fatto, eppure le venne così spontaneo che non riuscì a fermarsi.

Così di fronte allo specchio dell'ingresso si ritrovò a fissarsi, con le narici completamente coperte da quella felpa e notò i suoi occhi sorridere come non facevano da tanto tempo e si chiese come poteva una semplice felpa riscaldarle il cuore. Ma nessuna risposta arrivò alla sua coscienza fino a quel momento, quando nel buoi della sua stanza non era riuscita a chiudere occhio perché il suo cervello continuava a macinare pensieri. O meglio, l'unico pensiero che popolava la sua mente era lei, la proprietaria di quella maledettissima felpa.

Ripensò a quella sera, ripensò a come fosse stato bello trascorrere del tempo insieme a lei, alle risate, ai momenti di silenzio che al contrario di quanto si potesse pensare, con Emma, non erano mai imbarazzanti anzi erano pieni di quei piccoli segreti mai svelati che potevano scambiarsi con dei semplici sguardi. Ed era proprio durante quei silenzi che Regina si trovava a fissare Emma, a guardare ogni piccolo particolare della donna, che ormai credeva di conoscere come le sue tasche. Perché ogni istante della sua giornata la passava a ripercorrere mentalmente quelle curve, quel viso, quelle labbra. Era diventata un'ossessione dalla quale difficilmente sarebbe riuscita a liberarsi.

Ma mai e poi mai avrebbe pensato che sarebbe stata dipendente dal suo odore, incapace di controllarsi, completamente attratta da una felpa che sembrava chiamare il suo nome nel silenzio di casa sua.

Si alzò dal letto e si precipitò ad afferrare la felpa, la strinse tra le mani e l'abbracciò come se con quel gesto potesse sentire il corpo di Emma tra le sue braccia. Ma niente poteva essere paragonato alla realtà, eppure quella felpa le dava conforto, così si trascinò nel letto con aria sconfitta e si stese con la felpa accanto al suo viso. Inspirò e sembrò come se il profumo da essa posseduto stava lentamente svanendo.

Una lacrima rigò il suo viso, nemmeno lei seppe spiegarsi perché, ma improvvisamente un desiderio balenò nella sua mente. Un desiderio che per quanto Regina potesse concentrarsi non poteva avverarsi.

"Vorrei averti qui, sdraiata al mio fianco e perdermi nei tuoi occhi" sussurrò Regina a quella felpa che era l'unica cosa che la riportava a lei.

Regina avrebbe tanto voluto fermare quei pensieri, quelle immagini che continuavano a rimbalzarle in testa, ma sembrava impossibile farlo, perché nel momento in cui chiudeva gli occhi, lei era lì, sdraiata al suo fianco. E i loro momenti insieme si ripetevano nella sua mente come se qualcuno avesse deciso di mettere una cassetta in riproduzione e l'unica cosa che lei potesse vedere era quello.

Ma lei non aveva il diritto di sentire la sua mancanza perché lei non aveva mai avuto il coraggio di confessare i suoi sentimenti.

E non aveva il diritto di amarla perché non aveva fatto altro che farla soffrire più di chiunque essere umano.

Eppure, non poteva smettere di farlo, ancora e ancora perché quel maledetto sentimento era l'unica cosa che le permetteva di alzarsi la mattina, di sentirsi ancora un essere umano capace di provare qualcosa.

Non aveva alcun diritto di sentire quell'irrefrenabile bisogno di averla accanto, di avvertire quel fremito lungo le dita che la supplicavano di prendere il telefono e confessarle tutto.

Così pianse affondando il viso in quella felpa e si lasciò trasportare dal dolore che stringeva il suo cuore.

Piccoli momenti di vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora