Mi perdo in te ☁️

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*Angolo dell'autrice*

Buongiorno miei piccoli raggi di sole, eccomi qui con un'altra os. Lo so che non sto pubblicando con costanza, ma faccio del mio meglio...l'ispirazione non arriva su richiesta. Spero la storia vi piaccia. Vi bacio, a presto. Buona lettura.

Era una mattina di primavera, il sole anche se flebile voleva entrare nelle case per portare un po' di allegria e calore, gli uccellini fuori dalla finestra danzavano e cantavano gioiosamente e le voci allegre di alcuni bambini riecheggiavano nella stanza dove Emma ancora dormiva, avvolta dalle coperte. Un dolce sorriso le si formò sul volto quando, inalando profondamente, un profumo che tanto amava iniziò a circolare, attraverso le sue narici, in tutto il suo corpo. E non era odore di pancake o di cioccolata calda, era un profumo che superava qualunque altra cosa, era il suo profumo, era il profumo di Regina. Ogni cosa in quella casa aveva il suo profumo, dalle lenzuola, che adesso aveva portato al naso, ai mobili, ogni singola particella di quella casa aveva il suo odore. Emma sorrise quando i suoi occhi si aprirono e si posarono su una loro foto incorniciata posizionata sul comodino di Regina. Era una foto che avevano scattato durante uno dei pic-nic che Henry le aveva costrette a fare. Emma ricordò quanto avesse pregato Regina di mettere una tuta invece che uno dei suoi completi, sarebbe stata scomoda con quelli. Così, dopo coccole e baci aveva convinto Regina ad indossare una delle sue tute e una felpa che le andava qualche taglia più grande, ma che la rendeva comunque la donna più affascinante del mondo. Ricordava il modo perfetto in cui quella felpa grigia cadeva sul suo corpo, ricordò di essere stata obbligata a mettere la felpa bordeaux, che tanto amava Regina. Ricordò di aver preso all'ultimo minuto uno dei suoi cappellini del baseball e si averlo sistemato accuratamente in testa, in modo da non rovinare le due trecce che erano appoggiate alle sue spalle. Ricordò ogni istante che condusse a quella foto, ricordava che il sole splendeva alto nel cielo e Regina l'aveva sgridata per non aver preso i tovaglioli. Ricordò che per farsi perdonare le aveva cinto i fianchi da dietro e le aveva lasciato un tenero bacio sul collo che era stato immortalato da Henry. Quella foto esprimeva la loro essenza, Regina che dopo il tocco di Emma aveva sciolto i suoi muscoli e stava sorridendo ed Emma immensamente persa in quella donna. Ecco cosa Regina teneva sul comodino, teneva la loro essenza, quelle erano loro. Ormai stavano insieme da qualche anno, e da qualche mese avevano preso la decisione di andare a convivere, ma Emma non riusciva ad abituarsi a tutto quello. Non riusciva a credere che forse, dopo un tempo immenso, era riuscita a trovare la sua anima gemella, il suo vero amore, eppure, era così. Lei lo sapeva, perché ogni volta che erano insieme tutto scompariva, e non esisteva più la concezione di tempo e di spazio, non c'erano altri profumi su quella terra, non c'era nessun altro essere umano se non loro due. Ed era così meravigliosa quella sensazione, sapere di appartenere a qualcuno e sapere che nonostante tutto, nonostante tutte le volte che l'avrebbe fatta innervosire, lei sarebbe rimasta lì a consolarla quando tutto la spingeva a piangere, o quando stava male. Emma si sentiva così fortunata ad avere Regina nella sua vita. Inalò ancora un po' di quel profumo e poi decise che forse era ora di scendere al piano di sotto dove, senza ombra di dubbio Regina aveva già iniziato a preparare la colazione. Quando scese le scale l'odore di pancakes l'investì come una macchina in corsa, ma non le interessò perché i suoi occhi si erano posati sulla donna più bella dell'intero universo. Regina era indaffarata nel pulire la cucina e gli utensili che aveva utilizzato per preparare la colazione, non si era accorta che Emma fosse scesa al piano di sotto, ma di ciò la bionda ne fu contenta. Amava perdersi nel guardarla compiere quei piccoli gesti, era così perfetta, anche quando non indossava i suoi abiti eleganti, anche con qui leggings neri e quella magliettina sportiva che le aveva rubato la sera precedente.

"Ha il tuo profumo" le aveva detto Regina, prima di indossarla.

Emma si morse il labbro inferiore e non staccò mai lo sguardo da quella donna che con delle movenze che sembravano una danza puliva la cucina. Si appoggiò allo stipite della porta e incrociò le braccia sotto il seno e rimase lì, a contemplarla, ad osservare quei piccoli movimenti e ad immagazzinarli nella sua mente. Non voleva perdersi nessun movimento, nessun gesto delle sue mani, nessuna contrazione muscolare. Quella donna era perfetta, non riusciva a trovarle alcun difetto. La guardò con occhi sognanti, come se fosse qualcosa che bramava ma che non poteva avere, nonostante sapesse che era completamente sua. Sorrise quando la vide posare l'ultima ciotola e girarsi in direzione della porta.

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