Era la sera dell'ultimo giorno di Dicembre e tutta la famiglia era riunita a casa di Regina che quest'anno si era offerta di mettere a disposizione casa sua per festeggiare insieme. Erano tutti attorno al tavolo immersi nelle risate e nelle chiacchiere quando Regina si alzó da tavola.
"Qualcuno vuole un caffé? Una tisana?" disse rivolgendosi ai suoi ospiti.
"Penso che prendiamo tutti il caffè, grazie Regina" disse David sorridendole.
Regina così si diresse verso la cucina e si chiuse la porta alle spalle.
Inserì il caffè nell'apposito scompartimento e mentre attendeva che la macchinetta facesse il suo lavoro iniziò a lavare i piatti impilati nel lavandino.
Intanto nel salotto Emma sembrava assente, Snow la guardò e si trovò davanti sua figlia con il mento poggiato sulle mani e gli occhi fissi sulla parete opposta. Emma stava cercando una scusa per scappare da quella stanza, per poter andare da Regina, per poter...
Scosse la testa improvvisamente come per scacciare qualche brutto pensiero, era una cosa che faceva spesso ultimamente constatò Snow tra se e se. Emma da un paio di mesi si era resa conto di quanto Regina avesse cambiato la sua esistenza e nel ripensare alle loro passate avventure si trovò ad arrossire. Aveva iniziato a capire realmente perché aveva fatto molte cose che agli occhi degli altri, e persino ai suoi, risultavano inspiegabili. Eppure sotto c'era qualcosa che Emma ancora non riusciva a pronunciare, si trattava di un vero e puro amore nei confronti di Regina. Avrebbe tanto voluto farsi avanti, dirle cosa provava, baciare quelle labbra perfette, ma aveva paura di rovinare quello che avevano, qualunque cosa fosse. Così non aveva fatto niente, ovviamente aveva cercato di trascorrere più tempo con Regina, cercava ogni piccola scusa per starle accanto e quando, quella volta a proporre un modo per stare vicino a Regina, era stata Snow, Emma rimase incredula.
"Emma perché non vai a dare una mano a Regina?" disse Snow per tenerla occupata.
Emma rimase per alcuni secondi imbambolata nel fissare sua madre.
"Emma dai, siamo ospiti, vai ad aiutare Regina" disse Snow spronandola.
"Subito" disse Emma alzandosi di scatto dalla sedia e andando in cucina da Regina, lasciando Snow senza parole per non aver dovuto ripetere più volte la cosa della figlia.
Quando la porta della cucina si aprì Regina si girò di scatto e nell'incontrare il viso di Emma sorrise.
"Hai bisogno di qualcosa?" disse Regina con le mani immerse nell'acqua saponata.
"Volevo solo darti una mano, posso iniziare a portare le tazze in sala da pranzo?"
"Mi saresti di grande aiuto, grazie."
Emma sorrise nell'udire quella frase e con il cuore che le batteva forte nel petto iniziò a posizionare sul vassoio d'argento, che Regina poco prima aveva sistemato sul bancone, le tazze per il caffè.
"Arrivo" disse Emma uscendo dalla cucina portando con se il vassoio.
Lo posò sul tavolo e guardandolo si accorse di essersi scordata lo zucchero e i cucchiaini, così fece dietro front e tornò nuovamente in cucina.
"Ho dimenticato lo zucchero" disse alzando le mani in segno di resa entrando in cucina.
Regina ride sotto i baffi, sapeva esattamente che Emma lo aveva dimenticato, ma non glielo fece notare prima perché, beh perché se lo avesse fatto, Emma non sarebbe tornata in cucina da lei.
"Oh signorina Swan le devo proprio insegnare le basi" disse Regina ridendo. Quella risata bloccò il respiro di Emma, ormai doveva essere abituata a quel suono, eppure Emma non lo era, proprio per niente.
"Prendo lo zucchero?" disse poi Emma un po' impacciata, incantata nel vedere i muscoli dei polpacci della donna che le dava le spalle.
"Certo che devi prendere lo zucchero, che domanda è? Sai dov'è, no? Ormai sei di casa qui".
Quella frase fece tremare entrambe, in quel momento si resero conto che quelle parole rappresentavano la verità, ormai Emma era di casa lí, sapeva per filo e per segno come fossero sistemate le cose e a Regina, stranamente, non dava fastidio, anzi era contenta di poter condividere i loro momenti tra quelle mura.
Emma iniziò a trafficare nel cassetto delle posate per recuperare alcuni cucchiaini, quando la porta della cucina si aprì.
"Mamma, posso prendere un po' di succo?" disse Henry rivolgendosi a Regina.
La donna si giró e sorride dolcemente al figlio.
"Certo tesoro, ma solo un bicchiere che poi ti fa male" disse rivolgendo la sua attenzione nuovamente ai piatti, per poi girarsi nuovamente verso il figlio.
"Potresti portare anche la caraffa del caffé? Di a tutti di iniziare senza di me, vorrei finire di lavare questi piatti."
Henry annuì e dopo aver preso tutto ciò di cui aveva bisogno lasció la cucina.
Emma si avvicinó a Regina quel tanto che bastava per sentire dentro di se il suo profumo, inspirò a pieni polmoni e sorrise, perché quel profumo le ricordava Casa.
"Scusa Regina se ti passo il braccio davanti ma devo prendere la zuccheriera" disse Emma allungandosi, cercando di prendere la zuccheriera nell'anta proprio di fronte al viso di Regina.
Sfortunatamente qualcosa andò storto, ma Regina non riuscì ad arrabbiarsi perché sapeva che con Emma introno era impossibile non avere guai. La zuccheriera cadde dentro l'acqua saponata, non prima di aver sparso metà dello zucchero che conteneva sul bancone e per terra. Emma dal canto suo si era distratta, beh se avesse potuto dare la colpa a qualcuno questa volta era tutta di Regina. Quando Emma aveva proferito parola era così vicina a Regina che quando si girò per guardarla in faccia il suo viso era così vicino al suo che il suo cervello aveva smesso di funzionare.
"Oddio Regina scusa, scusa, provvedo subito" disse Emma ancora frastornata inserendo anche lei istintivamente una mano nell'acqua saponata per recuperare la zuccheriera. Quello che però afferrò non assomigliava nemmeno lontanamente ad una zuccheriera, anzi...
Emma aveva afferrato la mano di Regina che non si ritrasse, anzi incrociò le sue dita a quelle di Emma. I loro occhi erano puntati sulla schiuma in superficie, come se potessero vedervi attraverso. Se avessero potuto farlo avrebbero visto le loro mani strette l'una all'altra. Emma iniziò ad accarezzare il dorso della mano di Regina e a quel leggero gesto, la bruna, alzó lo sguardo su Emma, incontrando i suoi occhi.
Era qualcosa di inspiegabile, in tutti quegli anni si erano toccate poche volte e ogni volta era successo qualcosa di magico, e anche se quella volta non si trattava di vera e propria magia, qualcosa stava accadendo, qualcosa che nessuna delle due seppe spiegarsi. Entrambe sentivano una forza che le legava più che mai e nel silenzio di quella cucina, nascoste da tutti, si avvicinarono. I loro visi erano così vicini, i loro respiri fusi in uno solo, i loro occhi non bramavano altro che le loro labbra. I loro nasi si sfiorarono e le loro bocche si schiusero pronte a prendere ciò di cui avevano bisogno, come se quel bacio potesse farle tornare a respirare. Erano così vicine, il calore dei loro corpi si era come trasformato in un aura che le avvolgeva e le loro mani erano ancora intrecciate. Quando finalmente le loro labbra si stavano sfiorando la porta della cucina si aprì e quell'improvviso rumore le riportò alla realtà. Si allontanarono subito e la presa sulle loro mani si interruppe bruscamente, come se avessero preso una scossa.
"Mamma, lo zucchero? " disse Henry guardando perplesso le sue mamme che sembravano più agitate del solito.
"Cucciolo, ora lo porto io" disse Regina asciugando velocemente le sue mani e uscendo dalla cucina spingendo fuori anche il figlio, lasciando sola Emma, immobile davanti al lavandino con la mano che gocciolava sul pavimento.
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Piccoli momenti di vita
RomanceCi siamo sempre chiesti "e se...?" Se Emma e Regina si fossero baciate quando ne avevano l'occasione? Se avessero deciso di intraprendere una relazione? Chi avrebbe fatto il primo passo? Come avrebbe reagito Regina se Emma l'avesse baciata? Con ques...