Tradizioni 🎄

611 26 11
                                    

*Angolo dell'autrice*

Buongiorno miei piccoli raggi di sole, mi scuso per il ritardo, ma ieri sono stata tutto il giorno a letto con un mal di testa allucinante, spero possiate perdonarmi. Spero amiate il Natale come lo amo io, visto che nonostante ci troviamo a Febbraio, continuo a pubblicare os Natalizie. Non posso promettervi che smetterò, ma ci provo. Comunque, senza ulteriori indugi, vi lascio alla vostra lettura. Un bacio e fate cose belle mie piccole creaturine🌹

Mancavano poche settimane a Natale, la città era piena di decorazioni, nessun angolo era rimasto vuoto, le luci splendevano vibranti nel cielo notturno, le ghirlande erano appese alle porte e gli alberi di Natale visibili dalle finestre trasmettevano quella meravigliosa atmosfera Natalizia. Era tutto perfetto, sembrava di vivere nel villaggio di Babbo Natale. Ogni piccolo dettaglio era curato, dai piccoli campanelli appesi per la città che suonavano mossi dal vento, alla casa di Babbo Natale con il grosso trono che avrebbe ospitato Santa Claus in persona. Regina aveva dato il meglio di sé quell'anno, si era davvero superata, tutti i cittadini le avevano fatto i complimenti. Eppure, qualcosa non andava, Emma lo sapeva, lo sentiva, lo percepiva. Regina aveva una strana espressione quando fissava le luccicanti decorazioni natalizie, non era allegria o festosità quella che vedeva brillare negli occhi del sindaco, era tutto tranne quello. Così in quel tranquillo pomeriggio, con una dolce brezza che le accarezzava il volto Emma si recò alla villa Mills per cercare di capire cosa stesse succedendo.
Quando Emma bussò successe una cosa strana, la pervase una sensazione mai provata prima. Fu come se un vento colmo d'angoscia l'avesse investita in pieno, sentiva che qualcosa non andava e si chiese perché avesse sentito l'irrefrenabile bisogno di correre da Regina. Si chiese perché sentisse qual fremito che la spingeva a tirare verso di sé Regina e tenerla stretta tra le sue braccia. Si domandò se quello che stava provando in quel momento davanti a quella porta non fosse qualcosa di più di una semplice amicizia, ma non fece in tempo a darsi una risposta che Regina aprì la porta.
"Emma" disse sorpresa Regina, trovandosi lo sceriffo davanti.
Henry non era a casa, era ormai partito per il college, ed Emma lo sapeva bene, quindi non era venuta per il figlio, si disse Regina, ciò poteva significare solo una cosa, che era venuta per lei.
"Ei" disse Emma spostando la testa lateralmente, regalando un dolce sorriso a Regina.
"Che ci fai qui?"
"Volevo sapere come stai" disse senza pensarci troppo, d'altro canto era la verità.
"Sto bene, perché me lo chiedi?" domandò perplessa.
"Sono solo un po' preoccupata per te" disse Emma abbassando lo sguardo.
Ci fu un attimo di silenzio, Regina fu pervasa da un brivido strano, ma non era negativo, anzi, era come un caldo abbraccio interno. Si sentiva come protetta, voluta bene come non si sentiva da tempo, come se ci fosse ancora qualcuno al mondo che la vedesse veramente. E a dirla tutta non fu molto sorpresa che l'ultimo essere umano che la potesse comprendere veramente e che la vedesse davvero fosse Emma. Così sorrise e fece accomodare Emma, senza dire nulla.
Emma entrò in quella casa che ormai conosceva bene, sapeva dove Regina teneva il cioccolato che mangiava quando era nervosa, sapeva dove fossero sistemate le coperte, che aveva più volte preso e poggiato sul corpo addormentato del sindaco. Conosceva molto bene quella casa che aveva visto l'evolversi del loro rapporto, quella casa che quel pomeriggio aveva un aspetto molto diverso da come la ricordasse. Sembrava spenta, triste, priva di ogni vitalità.
Emma alzò lo sguardo e diede un'occhiata in giro, nessuna decorazione, nessuna lucina, nessuna ghirlanda, niente che potesse far pensare che il Natale era alle porte. Così Emma non ce la fece, non si riuscì a trattenersi e una volta che Regina chiuse la porta alle sue spalle si girò verso di lei.
"Mi spieghi che problema hai?" disse Emma crucciando la fronte.
"Ma sta parlando con me?" chiese stranita Regina.
"Certo che sto parlando con te, Regina, ci siamo solo io e te in questa stanza."
"E allora spiegati meglio, perché non ho la più pallida idea a cosa tu ti riferisca."
Emma si guardò nuovamente intorno, guardò ogni centimetro della casa di Regina, era perfetta sotto ogni aspetto, nemmeno un granello di polvere in giro, peccato che mancava la cosa più essenziale.
"Sai in che mese siamo vero?"
"Certo che lo so, mica soffro di Alzheimer" disse sgranando gli occhi.
"Beh guardando casa tua mi sembra proprio che non sia cosi" disse indicando la casa.
"Emma mi stai irritando. Arriva al punto o ti mando fuori da casa mia."
"Ok, ok" disse Emma alzando le mani in segno di resa.
"Non c'è nemmeno una decorazione di Natale in casa, né una ghirlanda, né una lucina, né tanto meno l'albero e so quanto ti ami decorare l'albero."
Regina abbassò lo sguardo.
"Non credo sia importante" disse con voce sommessa.
"Cosa?" disse Emma quasi sbottando.
"Era bello decorare la casa quando Henry era qui, ma adesso che lui è andato al college mi sembra quasi inutile questo periodo. Festeggiare da sola non ha senso."
"Spero tu stia scherzando."
"Ti sembro una che sta scherzando?" disse Regina alzando un sopracciglio.
Emma si avvicinò piano a Regina e le prese la mano con dolcezza. Questo gesto attirò l'attenzione di Regina che alzò il suo sguardo e lo puntò su Emma.
"Non sei sola, non lo sei mai stata e mai lo sarai, almeno finché avrai me" disse Emma sorridendo.
Gli occhi di Regina si resero più dolci e sorrise, regalando ad Emma uno di quei sorrisi puri e dolci. Emma non riuscì a trattenersi e dolcemente accarezzò la guancia del viso di Regina con la mano libera. Regina pensò che forse non erano mai state così vicine l'una all'altra in vita loro, eppure, sorprendentemente questa vicinanza con la bionda non le dava fastidio, al contrario le aveva fatto avvertire le farfalle allo stomaco.
"Beh, insomma, magari potrei arredare un pochino casa" disse Regina staccandosi da Emma. Tutta quella vicinanza l'aveva resa agitata, aveva generato qualcosa dentro di lei che non credeva potesse succedere.
Emma sorrise e annui, non immaginando nemmeno cosa stava per succedere. Regina con un gesto veloce della mano posizionò decorazioni sparse per la casa. Adesso sì che si respirava aria natalizia in quella casa.
"Wow" disse Emma sbalordita dalla bellezza delle decorazioni.
Regina sorrise, Emma aveva un'espressione così buffa disegnata sul viso, era proprio come vedere il piccolo Henry quando all'età di 3 anni era sceso al piano di sotto e aveva trovato tutte le decorazioni per casa. Regina si accorse quanto i due fossero uguali, si rese conto di non aver mai notato la fossetta sul viso di Emma, di non aver mai prestato molta attenzione a quanto bello fosse il suo sorriso, il suo viso, le sue labbra. Fece andare i suoi occhi lungo il corpo della bionda, si rese conto di quanto perfetta fosse quella donna. Si meravigliò dei pensieri che le stavano passando per la testa, ma non era la prima volta che provava qualcosa per una donna e forse ad oggi non sembrava nemmeno tanto sconvolgente scoprire che forse provava qualcosa per Emma. Erano passati tanti anni da quando era spuntata nella sua vita ed erano cambiate una marea di cose e tra queste anche il loro rapporto. Così fece una cosa che non credeva possibile.
"Ti andrebbe di fare l'albero insieme?" chiese Regina sorridendo.
"Dici sul serio?" chiese Emma al settimo cielo.
Henry le aveva raccontato di quanto sua mamma amasse fare l'albero di natale, di quando importante fosse per lei e che non permetteva a nessuno di farlo con lei, se non ad Henry, e adesso Emma.
Regina annui leggermente e fece comparire le decorazioni di cui avevano bisogno vicino il grande albero.
Emma aveva gli occhi pieni di gioia e Regina non seppe perché ma il suo cuore nel vedere il viso così allegro di Emma perse un battito.
Iniziarono a decorare l'albero che iniziava a prendere forma. Emma sotto le direttive di Regina posizionava le palline secondo un ordine ben preciso. Era così bello trascorrere quel momento con Regina, si sentì parte di un qualcosa di grande, si senti parte di una famiglia.
"Grazie" disse Emma cercando di non distogliere lo sguardo da un'interessante ago di pino.
"Di cosa?" chiese Regina guardando Emma.
"Per questo" disse Emma indicando l'albero, questa volta voltandosi.
"Per avermi inclusa in questa tradizione, so quanto sia importante per te" disse sorridendo.
"Grazie a te per non avermi permesso di rinunciare a questa tradizione."
Si scambiarono uno sguardo intenso che sembrò penetrare entrambe. Emma provò delle sensazioni inaspettate, sensazioni che forse non aveva mai nemmeno provato per un uomo, fu attanagliata dalla paura così distolse lo sguardo e continuò a decorare l'albero.
Regina notò quello sguardo, quel luccichio, lo riconobbe e non ci pensò due volte, così mentre Emma era distratta ad osservare le lucine che si accendevano e spegnevano, posizionò del vischio sopra la testa della bionda. Si avvicinò lentamente a lei, con fare molto lento, studiando le mosse di quella donna che adesso si trovava di fronte a lei. Non disse niente, fece solo un leggero cenno con la testa per indicare il vischio sopra le loro teste, Emma guardò verso l'alto e arrossì istantaneamente e si morse il labbro inferiore. Regina azzerò le distanze e baciò le labbra di Emma che si lasciò travolgere da quel turbinio di emozioni, si immerse completamente. Si baciarono davanti al loro primo albero, davanti a quelle lucine natalizie che illuminavano ad intermittenza i loro visi, i loro occhi, le loro labbra che non intendevano staccarsi. Si baciarono sotto il vischio, dando inizio ad una nuova tradizione natalizia.

Piccoli momenti di vitaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora