Stavo giusto andando via🚶🏼‍♀️

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Era una sera di dicembre, una di quelle fredde che preannunciava una bella nevicata che avrebbe imbiancato la città e l'avrebbe resa ancora più magica. Il tiepido sole stava scomparendo dietro l'orizzonte lasciando spazio alla luce della luna che splendente presto avrebbe illuminato qui e lì le vie della città.

Emma passeggiava con le mani dentro le tasche del giacchetto, maledicendosi per non essersi messa qualcosa di più pesante, ma quel giacchetto le piaceva troppo e faceva fatica a separarsene. Quella sera dopo aver cenato insieme ai suoi genitori ed Henry era subito corsa fuori casa. Nella sua testa frullavano mille pensieri tutti riconducibili ad un'unica persona, Regina. Era un po' di tempo di non faceva che pensare a lei e non come aveva sempre fatto, non pensava a Regina come la donna che aveva odiato, come la Regina Cattiva, come la mamma di Henry. Pensava al suo corpo e alle sue movenze sensuali, a come le stavano bene i suoi completi da sindaco, alle labbra tinte con quel rossetto rosso fuoco che la mandava in estasi, pensava alle sue mani e a quanto perfette fossero. Si era ritrovata a pensare persino ad un bacio, ad un loro bacio e non ad uno di quelli casti, ma ad uno di quelli passionali che ti smuovono dentro e ti rubano l'anima. E in quella giornata così fredda l'unica soluzione per far calmare i suoi ormoni impazziti era una camminata, peccato che distratta nel fissare l'asfalto il suo cuore l'avesse portata nell'unico posto dove voleva andare.

Mifflin Street n. 108.

Non appena alzò lo sguardo sulla facciata bianca della villa ebbe un tuffo al cuore e non riuscì a respirare per alcuni secondi che sembrarono eterni.

Cosa ci faccio qui? Si chiese senza però emettere un fiato. Il suo cuore e la sua testa stavano combattendo una lotta silenziosa, che contro ogni aspettativa vinse il cuore.

Adesso Emma si trovava nel vialetto di casa di Regina, passeggiava velocemente su e giù cercando di trovare il coraggio di bussare alla porta.

"Cosa diavolo ci faccio qui? Perché mi sia venuta in mente questa idea io non lo so! Voglio per caso essere incenerita? Voglio che mi strangoli? Beh, avere le sue mani sul mio corpo non mi dispiacerebbe.

Ma smettila Emma, che ti sei rincretinita? Fare certi pensieri su Regina, desiderare il suo corpo, bramare le sue labbra. Devo aver preso una forte botta alla testa" disse sbuffando.

Emma stava ancora camminando su e giù per il vialetto quando la porta della grande villa si aprì.

"Emma?" chiese stranita Regina non appena vide una figura longilinea bionda emettere grosse nuove di fumo con la bocca.

Emma non appena avvertì una voce alle sue spalle si pietrificò, sapeva bene a chi apparteneva quella voce ed ebbe un attimo di panico.

"Ciao Regina" disse girandosi verso la porta e sfoggiando un sorriso nervoso.

"Cosa ci fai qui a quest'ora?"

"Non...no ecco scusa, niente, non ci faccio proprio niente. Infatti, non sono neanche qui, stavo giusto andando via."

Regina la guardò perplessa, sembrava agitata, ma non riusciva a spiegarsi il motivo.

"Emma tutto ok?"

"Si, certo, ovvio che si. Cosa mai potrebbe essere successo?"

"Non lo so Emma, ma non mi sembra tu stia molto bene."

"Io? No, sto bene, si sì, sto bene" disse quasi come se quelle parole fossero rivolte a sé stessa più che a Regina.

"Emma perché non entri un attimo? Sembri infreddolita, ti offro un caffè" disse Regina sfoggiando un sorriso dolce che fece sciogliere Emma che non riuscì a dire di no.

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