Emma e Regina avevano iniziato ad andare sempre più d'accordo e tutti gli abitanti della cittadina se n'erano accorti. Era bello veder fare colazione le due donne col figlio ogni mattina inclusi sabato e domenica. Era bello vederli passeggiare per strada sorridenti e allegri, senza veder volare palle di fuoco o urla. Snow era davvero contenta che le due andassero d'accordo tanto che le spronava sempre di più a passare del tempo insieme. Era davvero orgogliosa del fatto che nonostante tutto quello che fosse successo negli anni, le due potessero vivere momenti di serenità e spensieratezza insieme.
Quella domenica pomeriggio Emma non aveva niente da fare, così decise di fare una passeggiata e di vedere cosa stesse combinando Regina, così, tanto per passarsi il tempo. Arrivata davanti l'immensa villa alzò gli occhi e ispezionò le finestre della casa, Henry non c'era, sicuramente era al parco a giocare con i suoi compagni di scuola. Questo generò un sorriso spontaneo sul viso di Emma, era contenta di poter trascorrere del tempo da sola con Regina, non sapeva esattamente perché, ma ogni giorno di più in lei cresceva il desiderio di conoscere ogni piccolo dettaglio di quella donna così misteriosa.
Suonò il campanello e quando la porta si aprì, si palesò davanti una Regina avvolta in una spessa vestaglia e con i capelli non perfettamente sistemati.
"Ciao Emma, che ci fai qui?" chiese Regina chiudendo con le mani la vestaglia.
"Ti disturbo?" chiese imbarazzata Emma.
"No, entra pure" disse Regina facendo accomodare la sua ospite.
"Scusa per l'abbigliamento, non aspettavo nessuno."
"Tu sei sempre perfetta Regina" disse Emma arrossendo leggermente, mentre entrava in casa.
Regina si bagnò le labbra con la lingua e sorrise non appena udí quelle parole che sembravano davvero sincere.
"Ti ringrazio" disse, per poi far accomodare Emma sul divano.
"Allora?" disse Regina prendendo posto sul divano.
"Cosa?" chiese Emma di rimando piegando la testa di lato.
"Cosa ci fai qui? Non che non mi faccia piacere vederti, ma mi sorprende questa visita."
"Non avevo niente da fare e ho pensato di fare un salto, tutto qui" disse sorridendo genuinamente.
"È davvero un bel pensiero" disse di rimando Regina.
Si sorrisero e allontanarono lo sguardo, lasciandolo vagare lungo le pareti della stanza, quando un rumore proveniente dallo stomaco di Emma fece ridere Regina.
"Scusa" disse Emma massaggiandosi lo stomaco.
Regina rise ancora di più vedendo lo sguardo dispiaciuto di Emma.
"Che ne dici se prepariamo qualcosa per riempire il tuo stomaco?" chiese Regina tenendo una mano verso Emma per invitarla ad alzarsi e seguirla in cucina.
Emma esitò per qualche secondo, poi afferrò la mano di Regina che la aiutò ad alzarsi. Una volta in piedi le loro mani si separarono e insieme si diressero verso la cucina.
"Cosa vorresti mangiare?" chiese Regina andando verso i fornelli.
"Non saprei, cosa hai in casa?"
Regina aprì la dispensa ed incominciò ad elencare le varie cose al suo interno.
"Cacao, latte, pop-corn, pan carré, nutella. Ti ispira qualcosa?"
Emma spostó la testa verso destra e guardó con occhi languidi Regina.
"Avresti voglia di cucinare insieme dei muffin al cioccolato?"
"Credo di avere tutto l'occorrente" disse Regina controllando nella dispensa e uscendo tutto ciò di cui aveva bisogno.
"Sai la ricetta a memoria?" chiese sorpresa Emma.
"Perché sei così meravigliata?"
"Beh io non ricordo nemmeno come mi chiamo e tu ricordi le ricette a memoria?"
"Beh" disse stringendo la testa tra le spalle.
"Sei incredibile" disse Emma sorridendo e avvicinandosi a Regina.
"Posso darti una mano? Ti prego, giuro che non faccio casino" disse Emma rivolgendosi a Regina e facendo gli occhi dolci.
"Puoi pesare gli ingredienti e passarmeli" disse Regina ridendo.
Quella donna la faceva impazzire in tutti i modi possibili. Era così dolce con quell'espressione stampata in viso, sorprendentemente Regina si trovò a fissare le labbra di Emma, a fissare il piccolo broncio che aveva messo su per impietosirla. Si ritrovò ad immaginare di stringere con una mano quel dolce viso e premere le sue labbra contro quelle di Emma, percependo nel suo stomaco un vuoto inspiegabile.
"Regina?" disse Emma quando notó che Regina era rimasta immobile a fissare il muro, come in catalessi.
"Si?"
"Tutto ok?"
"Si si, tranquilla" disse Regina percependo ancora quel vuoto allo stomaco, percependo una strana sensazione farsi strada in lei senza un apparente motivo.
Regina non appena riprese possesso delle sue facoltà iniziò a dettare le grammature ad Emma, che seguí con precisione. Una volta pronti gli ingredienti, Emma li passó uno ad uno a Regina, seguendo le sue istruzioni e fissando attentamente ogni suo movimento.
Fu incantata da quanta maestria Regina aveva nel mescolare tutti gli ingredienti, si concentró sul suo braccio, così perfetto, così muscoloso. Si rese conto di non aver mai fatto veramente caso a quanto Regina fosse in forma, a quanto Regina fosse bella in quei suoi completi. Si trovò a vagare con gli occhi lungo il corpo della donna al suo fianco. Sorrise quando notó come i suoi polpacci, nonostante le pantofole, fossero scolpiti. Quella donna era davvero perfetta, qualunque cosa indossasse, anche stretta in quella vestaglia che la rendeva forse persino più bella che mai.
"Farina" disse per la seconda volta Regina, innalzando il tono della voce.
"Si, certo farina" disse Emma non appena udì la voce di Regina, passandole la ciotola con la farina setacciata.
Emma si concentrò nuovamente sul composto che stava prendendo forma.
"Puoi mettere a filo il latte mentre continuo a girare?" chiese Regina.
"Certo" disse Emma prendendo il latte e versandolo piano dentro la ciotola.
"Ha davvero un bell'aspetto" disse poi Emma immergendo un dito dentro la ciotola e portandolo alla bocca, sporcandosi tutto il labbro.
"È davvero ottimo" disse sorridendo.
Regina rise nel vedere quella scena, sorprendendo Emma, che si aspettava di essere sgridata, ma Regina non lo fece, non quella volta. Anzi, lasció gli attrezzi da cucina e si avvicinò ad Emma e le pulí il viso con uno strofinaccio.
"Sei un disastro" disse Regina togliendo l'ultimo residuo di impasto dal viso di Emma, la quale si rese conto che aveva trattenuto il fiato per tutto il tempo in cui Regina le era stata vicino.
Quando riprese a respirare sorrise, non sapeva perché, ma quella situazione, quel momento con Regina era magico.
"Non sono l'unica" disse ridacchiando.
"Sono sporca? Dove?" chiese allarmata Regina guardandosi la vestaglia.
"Qui" disse Emma toccandole il naso con il dito che qualche istante prima aveva immerso nell'impasto.
"Emma" disse seria Regina.
"Che c'è? Non mi andava di essere l'unica sporca" disse ridendo.
"Sei davvero buffa con il naso sporco."
"Non c'è niente da ridere signorina" disse Regina mentre immergeva la mano nell'impasto per poi accarezzare la guancia di Emma.
Emma iniziò a ridere di gusto, non si sarebbe mai immaginato di passare un momento del genere con Regina, ne tanto meno di provare quel tipo di sensazioni per una donna, quella donna. Il suo petto aveva iniziato a battere sempre più forte e il suo stomaco aveva iniziato a formicolare. Anche Regina fu sorpresa di cosa avesse fatto e della piega che aveva preso la situazione, ma non si pentì di essere stata spontanea. Tutt'altro, si senti sollevata, si senti libera di poter essere un po' sconsiderata, perché sapeva che Emma non l'avrebbe giudicata, non l'aveva mai fatto.
"Mi hai provocato" disse Regina passando un dito sulla guancia di Emma, raccogliendo un po' di impasto per poi assaggiarlo.
"Avevi ragione, non è per niente male" disse passandosi la lingua sulle labbra per evitare che rimanessero sporche di impasto.
Emma non seppe cose le prese, ma quel gesto, quella scena le provocarono delle emozioni inspiegabili che le scatenarono un'improvvisa vampata di calore e un vuoto allo stomaco.
"Forse dovrei andare a lavarmi la faccia" esordì d'improvviso Emma, per poi uscire dalla stanza, fiondandosi in bagno e lasciando sola Regina.
Una volta in bagno aprì l'acqua e si sciacquó il viso con acqua fredda, cercando di scacciare i pensieri che si stavano facendo strada nella sua testa. Niente di tutto quello che aveva pensato sarebbe stato realizzabile e si meravigliò che quei pensieri fossero rivolti ad una donna, non le era mai capitato, eppure adesso sembrava inevitabile, sembrava giusto. Quando calmò gli ormoni ritornò in cucina dove Regina, dopo essersi pulita il naso aveva imburrato gli stampi e aveva già versato dentro l'impasto. Emma entró giusto nell'attimo in cui Regina infornò i muffin in forno, trovandosi faccia a faccia con il sedere di Regina. Emma avvampò e deglutì forzatamente, cercò di nasconderlo ma Regina se ne accorse, ma non disse niente lasciò correre, eppure registrò quello sguardo che vagava su di lei, uno sguardo che non aveva mai visto, uno sguardo carico di passione e lussuria. Un qualcosa che non si sarebbe mai immaginata di vedere negli occhi di Emma, o almeno non quando quegli occhi guardavano il suo corpo. Questo però non le dispiacque, anzi le generò una serie di domande, di pensieri che adesso non riusciva più a scacciare dalla testa. Si chiese se forse Emma provava qualcosa per lei, qualcosa non solo di fisico, qualcosa di più, speró che la risposta a quella domanda fosse positiva, ma non chiese nulla, non ne aveva il coraggio. Rimase in silenzio e si sedette in uno degli sgabelli della cucina. Intanto Emma guardó i movimenti di Regina e le sorrise, non sapendo cosa dire. Sperava che Regina non si fosse accorta delle sue guance rosse, che non avesse notato come i suoi occhi l'avessero scrutata, abbassò lo sguardo e si diresse verso il forno, si sedette sul pavimento e fissó il vetro del forno.
"Sai che anche se li fissi non cresceranno più in fretta?" disse Regina interrompendo il silenzio.
"Lo so, ma questa cosa mi rilassa."
"Guardare i dolci in forno?"
"Si, stare seduta a terra a guardare come un semplice impasto diventa un dolce meraviglioso" disse sorridendo, consapevole che Regina non la potesse vedere.
"Vuoi venire a provare?" chiese poi, cercando di sembrare rilassata.
Regina non rispose, rimase immobile per qualche istante, poi si alzò silenziosamente e si andò a sedere al fianco di Emma.
Rimasero in silenzio sedute l'una accanto all'altra per alcuni minuti, a fissare il forno, a guardare l'impasto gonfiarsi.
"È davvero rilassante" disse Regina.
"Te l'avevo detto" disse soddisfatta Emma.
Cadde nuovamente il silenzio, entrambe non sapevano cosa fare, non avevano il coraggio di iniziare un discorso serio, quel discorso, così rimasero in assoluto silenzio con i volti illuminati dalla luce del forno.
"Vuoi sapere una cosa?" chiese poi Emma sorprendendo Regina.
"Cosa?"
Le due continuarono a non guardarsi, almeno non direttamente, si osservavano attraverso il riflesso sul vetro del forno. Regina la guardó negli occhi nel riflesso, vagó sul suo corpo e si accorse che il suo braccio si stava muovendo, ma ne ebbe la certezza solo quando la mano di Emma si posò sulla sua, posizionata sul suo ginocchio destro.
"Non è mai stato così bello guardar cuocere un dolce."
"Ah si?" disse Regina, questa volta girando il viso verso Emma, che fece lo stesso.
I loro occhi si incontrarono, le loro mani erano ancora unite. Il sole stava calando e l'unica luce che illuminava la cucina era quella del forno. Le due si ritrovarono quasi al buio, in quell'immensa casa, scaldate da quel piccolo contatto che aveva la stessa potenza di un braciere acceso.
"Si" disse Emma girandosi leggermente verso Regina posando l'altra mano sulla sua guancia, accarezzandola dolcemente.
Niente sembrò più esistere, quel contatto le aveva trasportate in un mondo parallelo popolato di luci soffuse e profumo di muffin al cioccolato.
Regina chiuse gli occhi, il suo stomaco era sotto sopra, il suo cuore era ormai esploso, non sapeva più dove fosse, cosa stesse facendo eppure tutto le sembrò al posto giusto, tutto le sembrò perfettamente calzante.
Avvicinó il suo viso a quello di Emma e baciò le sue soffici labbra. A quel contatto fu come se il mondo fosse esploso generando una cascata di colori, di sapori, di odori. Fu come aver trovato il loro posto nell'universo, come se avessero finalmente trovato il giusto pezzo di puzzle che combaciava alla perfezione. Si lasciarono andare, le loro labbra si schiusero e il loro bacio si fece più serio, più profondo. Le loro lingue iniziarono una danza sconosciuta, di cui solo loro erano le protagoniste. Quando il fiato iniziò a mancare le loro labbra si staccarono, lasciando che le due potessero riprendere fiato. Regina appoggiò la sua fronte a quella di Emma e aprì gli occhi incontrando quelli azzurri della bionda.
"Cosa abbiamo fatto?" chiese Regina incredula.
"Beh direi che è piuttosto ovvio, no?" disse sorridendo Emma.
Regina annuí tenendo sempre la fronte contro quella della bionda.
"É una cosa seria?" chiese Regina.
"Tu cosa vuoi che sia?"
Regina si morse internamente la guancia, aveva paura ad ammetterlo, aveva paura di soffrire ancora, così abbassó lo sguardo e non disse niente. Emma lesse nei suoi occhi ciò che stava provando, così delicatamente le face alzare il viso e le baciò piano le labbra.
"Voglio che sia una cosa seria Regina, voglio renderti felice come nessuno ha mai fatto, voglio che tu ti senta protetta, anche se non hai di certo bisogno della mia protezione. Però voglio darti tutto ciò di cui hai bisogno, finché vorrai. Per cui, se tu vuoi io voglio poterti vivere, voglio poterti stare accanto, voglio poter vivere altri momenti come questi, voglio te" disse Emma, non sapendo nemmeno lei da dove provenissero quelle parole, quei sentimenti. Eppure sapeva bene che non erano nati da un giorno all'altro, sapeva bene che quel sentimento non era nato nelle ultime due ore.
Una lacrima rigò il viso di Regina, quelle parole le arrivarono dritte al cuore e avevano fatto centro. Non chiedeva altro che essere amata ed Emma aveva messo delle solide basi con quelle sue parole, così decise di sbilanciarsi.
"Voglio averti in giro, voglio che la tua esuberanza mi contagi, voglio ogni piccola parte di te, voglio conoscere ogni tuo segreto e voglio che tu sappia i miei. Voglio averi nella mia vita, voglio essere protetta, voglio essere amata da te e voglio fare la stessa cosa con te. Quindi si, voglio una cosa seria" disse per poi gettarsi tra le braccia di Emma baciandole le labbra costringendola a sdraiarsi sul pavimento.
"E quindi siamo una coppia?" chiese Emma non appena le loro labbra si staccarono.
"Puó dirlo forte signorina Swan" disse Regina baciando ancora una volta le labbra di Emma.
Così tra il profumo di muffin al cioccolato si erano scambiate il loro primo bacio ed erano diventate una coppia, così era iniziata la loro storia d'amore, tra uno sguardo e un lieve tocco, così si erano amate.
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Piccoli momenti di vita
RomanceCi siamo sempre chiesti "e se...?" Se Emma e Regina si fossero baciate quando ne avevano l'occasione? Se avessero deciso di intraprendere una relazione? Chi avrebbe fatto il primo passo? Come avrebbe reagito Regina se Emma l'avesse baciata? Con ques...