16. We need to talk

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Io e Matt siamo tornati ad essere due sconosciuti. Non parliamo da giorni, neanche ci salutiamo. Quando ci incontriamo da qualche parte, ci fissiamo per pochi secondi poi ognuno continua per la sua strada come se non ci conoscessimo.

Non lo ammetto neanche con me stessa, ma in fondo vorrei mancargli almeno un po'. Mi chiedo se il suo pensiero ogni tanto vaghi su ciò che è successo fra di noi e ci ho provato a dimenticarlo, ma non è così semplice. Non so perché io mi ostini a continuare a cercarlo in mezzo agli altri, continuo a cercare i suoi occhi ghiaccio ovunque io mi trovi.

Ha deciso di far finta di niente per l'ennesima volta, ha scelto di fingere di non conoscermi. Non gli è mai importato nulla di me, ormai l'ho capito e avrei dovuto farlo molto prima.

"Meli devi alzarti dal letto o farai tardi a lezione!" Addison spalanca la porta della mia stanza risvegliandomi dai miei pensieri. Mi alzo dal letto e mi infilo nella doccia fredda, è l'unico modo per svegliarmi del tutto. Indosso una semplice t-shirt con un paio di jeans, mi pettino i capelli e corro in cucina per fare colazione.

Durante la lezione sorprendo più volte Matt a guardarmi, ma ogni volta distoglie lo sguardo immediatamente come se restasse scottato da me.

"Sono stufo" lo stento sbuffare. Si alza e se ne va dalla lezione, Mattia mi guarda e scrolla le spalle. Deduco che neanche lui sappia cosa stia passando per la testa del suo amico. Decido di seguirlo senza farmi notare da lui, la mia curiosità mi spinge di continuo a compiere gesti avventati.

Se ne sta appoggiato a un muretto, si passa una mano fra i capelli per sistemarli. Come non detto, mi ha vista.

"Mi hai seguito?" domanda mentre mi squadra attentamente, mi sta studiando come se fossi una strana creatura che si è palesata all'improvviso di fronte ai suoi occhi.

"Oh, noto con piacere che hai deciso di farci un taglio con la storia del dovermi ignorare ad ogni costo" sbotto.

"No, ricomincerò a farlo. In realtà vorrei semplicemente sapere perché mi hai seguito" ribatte calmo come se niente potesse turbare la sua perenne quiete che ormai ho capito essere soltanto apparente.

"Sei un idiota" me ne vado. Lo sento ridacchiare, ma non mi giro neanche.

Sono le quattro, ho appena finito di studiare e sto tentando di trovare un film da vedere per distrarmi dal garbugliò di pensieri che affolla la mia mente.

"Meli devo chiederti un favore enorme!" se ne esce Addison, deve perdere il vizio di spalancare la mia porta senza bussare.

"Puoi fare la spesa al mio posto? Ho troppo da studiare, altrimenti non ti domanderei mai di andarci" mi chiede.

"Va bene, ma la prossima volta vai tu al mio posto" cerco di contrattare ridacchiando.

"Grazie, certo!" mi abbraccia come se le avessi appena risolto un problema enorme.

Indosso un paio di leggins neri e una felpa rossa corta che lascia intravedere l'addome. Non appena esco dal palazzo, incontro proprio la biondina che ha baciato Matt alla festa.

"Dove stai andando?" le domando anche se la risposta è ovvia, in realtà non so neanche perché io la abbia fatto.

"Da Matt, si rifiuta di parlare con me, ma gli basterà vedermi per cambiare idea" ridacchia altezzosa. Chissà perché Matt non ha voglia di vederla, immagino che avrà usato anche lei come ha fatto con me.

"Non credo, ti ha baciata solo per farmi un torto. Stiamo insieme e l'ho tradito, voleva solo vendicarsi" le parole escono dalla mia bocca senza il mio controllo, tento di farla arrabbiare per impedire di andare da lui. La bionda mi guarda perplessa.

"Siamo tornati insieme, ecco perché non vuole vederti" le faccio l'occhiolino cercando di sembrare convinta. La ragazza ha creduto alla mia storia, si gira e se ne va borbottando qualcosa di incomprensibile. Sono soddisfatta della mia fantastica prova di recitazione, in effetti non ho mai pensato di intraprendere una carriera da attrice. Ridacchio fra me e me per lo strambo carattere che hanno assunto i miei pensieri.

Mi dirigo verso il supermercato, faccio la spesa in velocità e torno a casa entro l'arco di un'ora. Le buste sono davvero pesanti, quindi decido di prendere l'ascensore per non fare uno sforzo inutile. Qualcuno blocca le porte ed entra, come al solito è Matt.

"Penso che io e te dovremmo parlare, quindi non scappare come al solito" mi guarda serio. Adesso sarei io quella che scappa sempre? Credo che abbia una percezione piuttosto distorta della realtà.

"Io penso che tu debba starmi lontano invece, come la mettiamo?" ribatto. Le buste della spesa pesano sempre di più, tento di scaricare un po' di peso sistemandole meglio. Matt lo nota e le prende lui.

"Queste le porto io" sorride. Da quant'è che non vedevo il suo sorriso, quasi mi perdo a guardarlo. Il rumore scricchiolante dello schiudersi delle porte dell'ascensore mi fa tornare alla realtà. Lascio entrare Matt in casa solo per appoggiare le buste in cucina, poi credo che sia meglio che vada via. Non ho intenzione di parlare con lui, non voglio proprio dargliela vinta.

"Adesso parliamo" dice in modo autoritario.

"Di cosa vuoi parlare?" mi appoggio al bancone della cucina e incrocio le braccia al petto, ho già infranto la mia promessa.

"Beh per esempio potresti spiegarmi perché hai detto a Maddy che sei la mia fidanzata" risponde accigliandosi, tenta di mascherare un sorriso divertito che prova ad affiorare sulle sue labbra.

"Io? Forse ti stai sbagliando perché non ho proprio idea di che cosa tu stia parlando" fingo di non sapere nulla.

"Melissa, sei gelosa?" mi chiede tranquillo.

"No, l'ho detto solo perché quella tipa non mi sta particolarmente simpatica e avevo voglia di infastidirla" rispondo.

"Sentiamo, perché non ti sta particolarmente simpatica?" si avvicina a me. Vorrei scappare a centinaia di metri di distanza da lui, ma c'è il ripiano della cucina a tenermi bloccata. Appoggia le sue mani sul bancone della cucina proprio ai lati del mio corpo. Ecco i soliti brividi che pervadono la mia pelle, odio l'effetto che mi fa questo ragazzo.

"Hai freddo?" ridacchia osservando la pelle d'oca che affiora dai lembi di pelle nuda lasciati scoperti dalla mia felpa corta.

"Sì" mento.

"Dalle tue guance arrossate non sembrerebbe" insinua. Perché il mio corpo non collabora? Si avvicina sempre di più, mi perdo nei suoi occhi di ghiaccio e crollano i muri che mi sono prefissata di tenere alzati fino a qualche secondo fa. Come fa ad abbattere tutte le mie difese in pochi secondi?

Lo so che vi ho lasciato in sospeso, ma pubblicherò presto un nuovo capitolo.. che ne pensate di questo?
Vi è piaciuto?❤️

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