AVVISO: LA STORIA È MOMENTANEAMENTE IN REVISIONE, DIFATTI CIRCA TUTTI I PRIMI VENTI CAPITOLI VANNO RISCRITTI DECENTEMENTE E COL PASSARE DEL TEMPO LA SCRITTURA MIGLIORA, QUINDI VI CHIEDO SOLO (SE COMINCIATE A LEGGERLA ANCORA IN FASE DI REVISIONE) DI TENERE DURO E ASPETTARE CHE I CAPITOLI MIGLIORINI. IN PIÙ (AD ECCEZIONE DI DUE CAPITOLI) SE VEDETE "..." NEL TITOLO VUOL DIRE CHE STO RISCRIVENDO QUEL CAPITOLO ECCO PERCHÈ POTRESTE TROVARE L'INZIO DI QUESTO BEN COMPOSTO E POI IL RESTO CONFUSIONARIO, COME LA PRESENZA DI AZIONI CHE SI RIPETONO.
Primo incontro.
Park Jimin era un ragazzo di soli diciassette anni con un fisico quasi invidiabile e capelli biondi che gli ricadevano dolcemente sul viso, nascondendo quei piccoli occhi marroni a forma di mandorla e lasciando spazio solo alle sue grandi labbra carnose.
All'apparenza ordinario come tutti gli altri ragazzi esistenti in questo mondo, ma dietro quei sorrisi tirati e a quelle occhiaie profonde si celava qualcosa di più oscuro, un qualcosa di così pensante da sopportare, in grado di mozzargli il respiro e bloccargli il battito cardiaco dalla paura, che temeva di raccontare agli altri.
Aveva la cherofobia, la paura della felicità.
Non voleva - o meglio doveva - provare quell'emozione diventata col tempo proibita e soltanto pensare ad essa lo terrorizzava; la gioia rimaneva un ricordo passato da dimenticare, che ciò nonostante bramava con così tanto ardore e allo stesso tempo con così tanta riluttanza.
La differenza stava proprio nel voler tornare ai tempi in cui era stato felice e questo suo sogno utopico lo distruggeva pezzo dopo pezzo.
Se pensasse solo che quella sensazione avesse potuto insinuarsi dentro lui, scivolando fra la mente ed il cuore, le sue reazioni sfociavano sempre in veri e propri attacchi di panico e crisi.
Ciò non era un toccasana per il suo corpo, vittima di tutte quelle battaglie combattute con sè stesso, seppur funzionasse - a parer suo - a distrarlo dal dolore mentale: ne usciva pieno di graffi, in particolare sul collo dato che sfregava le unghie sulla carne pur di calmarsi, lividi e qualsiasi genere di segno doloroso solo alla vista.
Quel giorno quei segni rossastri, causati dalla crisi del giorno prima, lo accompagnavano nella corsa che stava facendo pur di non arrivare tardi in classe.
《Cazzo》sputò guardando l'orario sul suo telefono e notando quanto fosse effettivamente in ritardo.
Un colpo secco si scontrò sul suo petto, facendogli perdere l'equilibrio e cadere sul pavimento duro.
Si massaggiò la zona colpita ancora a terra, per poi raccattare il libro che aveva fatto cadere e notare finalmente un'altra persona.
Quel ragazzo con cui aveva sbattuto violentemente si stava invece lamentando distrattamente raccogliendo anche lui le sue cose sparse sul pavimento.
L'occhio di Jimin fu catturato subito dai suoi capelli color menta che lo deconcentrarono per un attimo, facendogli perdere la cognizione del tempo.
Quei capelli dal colore tanto particolare appartenevano a Min Yoongi, un diciottenne leggermente più alto di lui, dalle spalle ampie e dagli occhi piccoli marrone scuro tendente al nero.
Finalmente Yoongi smise di raccogliere i suoi appunti e alzò lo sguardo incrociando quello del biondino che era fermo a fissarlo.
Si smarrì nei suoi lineamenti perfetti, nella ciocca color grano che gli ricadeva sul naso e sulle sue labbra carnose che sembravano essere così morbide; sentì le guance colorarsi di rosso quando notò con quanta intensità lo sguardo dell'altro fosse fisso nei propri capelli.
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∬cнєяσƒσвıα∬ Yoonmin
Fanfiction[COMPLETA] / [IN REVISIONE] • Jimin ha la Cherofobia, la paura della felicità, ma una volta conosciuto Yoongi mette in dubbio la propria fobia e tutto ciò che lo spaventa davvero. Sconfiggerà la sua più grande paura assieme a lui o sarà la fobia ad...