Cap 45(+)

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Finalmente la mattina della vigilia di Natale era arrivata. Fin da piccola ero davvero innamorata di questo periodo dell'anno, ricordo ancora tutti i dolcetti e tutte le torte preparate con Jin, tutti i regali scelti con il papà, ma soprattutto ricordo ancora come io e la mamma addobbavamo l'albero natalizio. Tutti ricordi che sfortunatamente non avrebbero potuto ripetersi. Ma ora avevo Jungkook, lui era il mio presente e futuro mentre i ricordi con la mamma erano perte del passato.

La convivenza tra me e il corvino procedeva a gonfie vele, se non fosse per qualche piccola marachella innocua che di tanto in tanto combinavo.
Ogni sera uscivamo con il gruppo mentre il pomeriggio e la mattina ci recavamo a scuola, i primi giorni dopo il matrimonio delle voci si erano sparse in tutto l'edificio e fui protagonista di diverse prese in giro. Ma tutto si mise a tacere quando il corvino minacciò i ragazzi che osavano parlare di questo. Non fui molto d'accordo con la sua decisione così barbarica ma dovetti arrendermi dato che non mi ascoltò e continuò a fare di testa sua.

Appena le porte scolastiche si chiusero convinsi Jungkook nell'andare a fare shopping, ma quel giorno non comprammo indumenti, bensì un meraviglioso albero di Natale con diversi addobbi inscatolati e moltissime luci natalizie.
Passammo l'intero pomeriggio con tutti i nostri amici tra addobbare l'albero e preparare dolci.
Quella sera Jimin e Yoongi rivelarono di avere una relazione rendendomi felicissima, sapevo che tra quei due sarebbe scattato qualcosa. 

Questa mattina invece Jungkook sembrò essersi svegliato di cattivo umore e mi sembrò una cosa a dir poco tremenda dato che dovevamo partire per raggiungere mia suocera a Pusan. Il viaggio era abbastanza lungo e se il corvino non avrebbe avuto nessuna voglia di guidare oggi saremmo morti in un incidente stradale. Perciò mi feci coraggio e dopo essermi vestita lo raggiunsi in cucina per chiedergli cosa avesse. Ma prima che arrivassi a destinazione inciampai in un paio di boxer lasciati per terra dal corvino. Lui sapeva quando odiassi vedere indumenti in giro per casa, però puntualmente non osava raccoglierli o almeno spostarli da posti così esposti, come ad esempio il corridoio.

«Jungkook quante volte ti ho detto che non puoi buttare i tuoi boxer per terra» sbottai raggiungendo la cucina e notando che stesse parlando al telefono.
Quando mi notò attivò il vivavoce in modo tale da permettermi di ascoltare la telefonata con suo madre.

«Tesoro non ho potuto evitarlo»

«Mamma, cazzo, tu sai quanto lo odio. Sai benissimo che oggi porterò anche Yun e non intendo farle conoscere quel figlio di puttana» Sbottò Jungkook, posso in mano sulla sua spalla e la accarezzai dolcemente.  La telefonata andò avanti per circa cinque minuti, fin quando il corvino non si stancò e attaccò.

«Mi dispiace ho rovinato il Natale a tutti» sussurrò abbracciandomi. Io mi affrettai a negare tutto e lo baciai sulle labbra. A lui sembrò non bastare solo quel contatto delicato e in men che non si dica eravamo già stesi sul letto di camera nostra in intimo. Erano già parecchie volte che vi capitava di avere dei baci più spinti e dovevo ammettere che era meraviglioso, tutto il contrario di quello che avevo vissuto da bambina e con Soojun. 

«Dobbiamo partire altrimenti arriveremo da tua madre per la cena» ansimai spostando le sue mani dal mio sedere. Jungkook emise un suono di rassegnazione che mi fece ridacchiare, erano rari i momenti che mi lasciavo toccare il sedere dalle sue mani e a lui sembrava piacere moltissimo.

«Ti odio» esclamò causando una fragorosa risata da parte mia.

«Ti amo»

«Ti amo anch'io» sorrisi.

«Ma non avevi detto che mi odiavi?» lui alzò il viso dal mio seno a cui era beatamente appoggiato per guardarmi attentamente negli occhi. 

«Ma infatti non ho detto a te, stavo parlando con loro» dopodiché sentii entrambi i miei seni essere stritolati. A quel contatto gemetti e lui ridacchiò. Bastardo.

«Siamo arrivati?» domandai per la settima volta sbattendo freneticamente i piedi sul tappetino della vettura. Eravamo in macchina da circa un'ora e l'agitazione iniziò a farsi sentire, fino a pochi minuti fa ero molto eccitata all'idea di conoscere mia suocera, ma ora iniziai a temere un po' la sua figura. E se io non le fossi piaciuta?

«Dannazione smettila, stai sbattendo quel piede da mezz'ora. E, come ho ripetuto poco fa, no. Non siamo arrivati» esclamò facendo aumentare il mio nervosismo tanto da far salire all'interno di me il bisogno di utilizzare il bagno.

«Sei divertente sai?» mi voltai indignata continuando a sfregare le cosce tra loro.

«Ogni volta che ti fai prendere dal panico fai cose strane»

«Non è vero, però ti prego rassicurami come solo tu sai fare» lo pregai chiudendo gli occhi.
Erano rari i momenti in cui il panico si impossessava di me, ma quando succedeva avevo il brutto vizio di reagire in modo totalmente folle. Ma ciò succedeva sempre per motivi del tutto futili, come per esempio una verifica di matematica o addirittura per un incubo avuto nella notte. Di solito blateravo cose insensate o chiedevo al corvino di portarmi dei frutti fuori stagione o dei piatti introvabili qui in Corea. Ma la parte peggiore era la mia rabbia se non ottenevo ciò che avevo richiesto.
Ma il corvino trovava sempre il modo di calmare ogni mia follia ed io lo amavo davvero molto per questo.

«Ti amo» sussurrò, ma prima che potessi rispondere Jungkook parcheggiò nei pressi di un'area di servizio ed in un batter d'occhio mi ritrovai sulle sue ginocchia con le nostre labbra a stretto contatto.
Le nostre lingue danzavano sincronizzate a tempo con le dolci carezze del ragazzo. Ma ben presto tutta quella dolcezza si accese e le mani del corvino scivolarono tra le mie gambe. Sgranai gli occhi impaurita da ciò che sarebbe successo da lì a poco, stavo compiendo passi da gigante riguardo i rapporti intimi con il mio ragazzo ma ogni volta che entrambi ci avvicinavamo a quel grande passo tendevo ad irrigidirmi, Jungkook non osava mai obbiettare questo mio comportamento o mettermi anche semplicemente fretta, e ciò mi rincuorò.
Questa volta fece la medesima cosa che compiva quando tendevo a irrigidire i muscoli, lui tirò lontano dalla mia intimità le sue mani.

«Ti amo»sussurrai separandomi momentaneamente da lui.

«anche io» sorrise esortando me a fare lo stesso. Dopo poco ritornai sul sedile al fianco di quello di Jungkook. Il viaggio continuò senza troppi intoppi tra canzoni k-pop e miei acuti inascoltabili mentre tutto ciò che intonava il ragazzo si dimostrò uno spettacolo. Tutto ciò continuò fin quando non raggiungemmo il portico dell'abitazione dei miei suoceri.

«Ora siamo arrivati...ah Yun» mi immobilizzai «Ignora mio padre ti prego» annuì, dopodiché scesi dalla vettura aspettando che il corvino facesse lo stesso per nascondermi dietro la sua imponente figura.

«Forza suona tu» mi esortò afferrandomi i fianchi e spingendo il mio corpo in avanti. Inutile dire che in quel momento lo odiai, ma di certo non mi sarei tirata indietro, perciò premetti quel dannatissimo aggeggiò rumoroso.
Al contrario delle mie aspettative però la porta non venne aperta dalla signora Jeon, ma da una donna. Una donna fin troppo conosciuta da me.

«Mamma?»

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Perdonatemi per questo capitolo disgustoso ma sfortunatamente avevo perso la password del profilo. Grazie al cielo l'ho ritrovata poche ore fa e ho continuato il capitolo.
Mi dispiace per avervi fatto attendere un qualcosa di schifoso ma prometto di farmi perdonare. ❤️

ME and YOU || Jungkook Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora