CAPITOLO UNO

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"Papi, oggi ho preso nove in matematica" dice la piccola tutta contenta.

"Brava Cathy Cat" dico sorridendole.

Catherine Jensen-Ball ha nove anni ed è la bambina più pacata che io abbia mai conosciuto. Io ed Evander, mio marito, siamo stati fortunati a poter adottare una bambina così brava, dolce ed intelligente. So già che ci darà grandi soddisfazioni.

Poco dopo vedo davanti a me che si avvicinano due piccoli uragani che si lanciano contro me ed Evan senza pensare che potremmo sbilanciarci e cadere.

"Cosa si mangia?" grida uno dei due bambini.

"Non lo so. Mangiamo a casa della zia Julie" dice Evander.

Roswell e Peter hanno otto anni e sono gemelli. Hanno entrambi i capelli castani ed entrambi li hanno leggermente troppo lunghi ma non li vogliono tagliare a nessun costo. Sono la disperazione della famiglia. Se Catherine è fin troppo calma, loro sono fin troppo agitati. Non stanno mai fermi e si stancano in fretta di qualsiasi cosa.

I due gemelli sono talmente identici che anche io non riesco a riconoscerli a volte. Evander, invece, non so come ma riesce sempre ad azzeccare il nome giusto. Si vogliono sempre vestire uguali ma per fortuna riusciamo almeno a cambiare colore di maglietta, pantaloni o scarpe perché sennò sarebbe un'impresa per qualsiasi persona capire chi è uno e chi è l'altro.

"Chi stiamo aspettando?" chiede Catherine.

"Ian. Lo portiamo noi a casa"

Ian è il figlio di mia sorella Juliet e di suo marito William. Ha la stessa età dei gemelli ma non è in classe con nessuno dei due.

Quando esce dal cancello della scuola, Evan alza la mano per farsi vedere così lui corre verso di noi sorridendo.

"Ciao zii!"

"Allora, chi viene in macchina con Papi e chi con me?" chiede Evander.

I gemelli corrono subito verso la macchina grigia di mio marito mentre Catherine e Ian, dandomi la mano, raggiungo l'auto nero con calma. Non abbiamo fretta tanto.

Juliet abita molto più vicino alla scuola dei bambini di noi per cui capita spesso che loro vadano da lei o che noi andiamo a prendere tutti quanti e li portiamo a casa sua per passare il pomeriggio insieme.

Una volta lì Ian corre da sua madre che gli da un grosso bacio sulla guancia.

Juliet è incinta ormai da otto mesi di una bambina e tutti non vediamo l'ora che nasca. La vogliono chiamare Joy. A me non piace come nome ma sia William che Juliet lo adorano.

"Dov'è il mio piccolino?" dico andando verso il seggiolone di Christopher.

Christopher è l'ultimo bambino che abbiamo adottato. Ha due anni e l'abbiamo preso con noi quando ne aveva solo uno. I suoi genitori biologici sono morti in un incidente e già mi preoccupo di come dovrò dirglielo quando arriverà il momento.

Tutti i bambini adottati lo fanno.

Catherine l'ha già chiesto. Le abbiamo spiegato che la sua mamma biologica non aveva molti soldi e che quindi non poteva tenerla. L'aveva fatto per il suo bene. Catherine non c'è rimasta troppo male o almeno non ci ha mai fatto capire che le dispiaceva.

Io ed Evander cerchiamo di dare loro tutto l'amore possibile perché per noi sono veramente i nostri figli. Non li avremo concepiti né partoriti ma li abbiamo voluti con tutto il nostro cuore fin dal principio.

"Papi!" grida contento quando mi vede.

Per i nostri figli io sono Papi mentre Evander è Pa'. Non so come ma è sempre stato così.

"Vuoi lo yogurt?"

Christopher annuisce convinto così vado a prendere uno yogurt alla fragola per lui e quattro brioches per gli altri.

Do le merendine a Juliet e vado a sedermi vicino al seggiolone di Christopher.

"Apri la bocca. Arriva un bel trenino carico di yogurt" dico portando un cucchiaino vicino alla bocca del piccolo.

Christopher è un mangione. Si mangerebbe anche il piatto se potesse, per cui non abbiamo problemi con lui. Nemmeno i gemelli si fanno molti problemi. Catherine, invece, è un po' più difficile in questo campo infatti ha già deciso che la merendina che le ha dato Juliet non la vuole mangiare.

"Assaggiala almeno. Vedrai che ti piace" dice Evander.

"No!"

"Cathy Cat, provala. E' buona" ripete di nuovo mio marito "Jessie?"

"Catherine, guarda che non ti faccio guardare la televisione stasera se non la provi almeno"

Catherine annuisce lentamente e prende in mano la merendina. La guarda disgustata per un po' e poi si decide a metterne un pezzettino in bocca. All'inizio non sembra convinta ma dopo un attimo riprende in mano la sua merenda e la finisce tutta.

Evander mi sorride compiaciuto e poi butta tutte le carte che hanno lasciato i bambini.

Tra noi due non c'è il genitore cattivo e il genitore buono. Siamo entrambi sia uno che l'altro. Io sono più bravo nel convincere Catherine a mangiare, ad esempio, mentre Evan è più bravo a far addormentare i gemelli.

Insieme funzioniamo alla perfezione.

Dopo che Christopher ha finito di mangiare tutto il suo yogurt, lo tiro fuori dal seggiolone e lo porto sul tappeto nel salotto per farlo giocare un po' mentre noi tre adulti li controlliamo.

"Come sta andando Ian a scuola?"

"Bene. Gli piace per il momento studiare. Spero abbia preso da te, Jess"

"Lo spero per te" dico ridendo "Evan, devi correggere tante verifiche stasera?"

Evander fa l'insegnante di letteratura per i ragazzi delle superiori come volevo io quando ero più piccolo. Facendo lo scrittore, però, ho il tempo sia per scrivere e sia per curare i bambini.

"No. Domani hanno una verifica quelli dell'ultimo anno per cui da domani avrò un po' da correggere"

"Stavo pensando che magari potremmo fare un giro con i bambini in spiaggia"

"Se i gemelli vogliono entrare in acqua poi voglio vedervi recuperarli" dice ridendo Juliet.

La guardo male ma a dir la verità la scena che mi sto immaginando è veramente esilarante. Nella mia mente Roswell e Peter, senza dirci niente, scendono le scale e corrono sulla spiaggia fino ad arrivare all'acqua. Evan li vede in tempo e inizia a correre per fermarli. Io faccio lo stesso lasciando Catherine a badare a suo fratello e i gemelli e noi due ci buttiamo in acqua. Tutti fradici ci prendiamo la febbre e rimaniamo a casa per una settimana.

Forse sarà meglio tenere d'occhio quei due combina guai.

"Mamma, Ross e Peter mi rubano le macchinine!" si lamenta Ian correndo da mia sorella.

"Ross, Peter! Smettetela di fare i monelli!"

MERAVIGLIEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora