-32- ERA IL MIO TUTTO

992 80 138
                                    

[...]

Passarono diversi giorni e i suoi compagni di classe lo andarono a trovare, ma l'unico che sapeva come comportarsi era Shoto, che si presentava a casa sua e rimaneva in silenzio. Non diceva mi dispiace perché era inutile dirlo, non gli ricordava di mangiare perché sapeva che il verde non gli avrebbe dato retta, semplicemente si sedeva sul bordo del letto dal quale Izuku non si era più alzato e rimaneva in silenzio mentre con una mano scorreva sulla schiena del verde scossa dai singhiozzi interminabili.

Non diceva andrà tutto bene, perché così non era e non poteva essere. Perché una persona che se n'è andata non può tornare. Se una sensazione sparisce non la si può ritrovare in nessun altro.

Quindi il bicolore andava a casa del verde ogni giorno per stare seduto accanto a lui e carezzargli la schiena per fargli sapere solo che era giusto essere sopraffatti dalla sofferenza dopo un evento del genere, dopo una perdita così grande.

[...]

Presente 2021

Il ragazzo si tirò su e dopo aver dato un ultimo sguardo alla lapide che riportava inciso il nome di Izuku spostò gli occhi sulla lapide accanto e deglutì.

-sono sicuro vi siate rincontrati da qualche parte nel vasto cielo. Il vostro amore di sicuro ha superato la barriera della morte-

Si chinò ed accarezzò anche quel nome, lasciando scendere altre lacrime leggendolo e pensando a quanto poco avesse compreso quel ragazzo quando ancora era vivo, ma quante volte gli aveva dimostrato di amare il suo amico.

IN LOVING MEMORY

KATSUKI BAKUGOU

-mi dispiace Bakugou non sono riuscito a salvarlo, non ho fatto in tempo. Il destino era dalla parte del vostro amore e ha fatto in modo che io non ricevessi la lettera in tempo per salvarlo...il destino ha sempre fatto il tipo per voi due-

Si girò dando le spalle alle due lapidi che non potevano non stare vicine, il vento gli scompigliò i capelli facendo mischiare le ciocche candide a quelle rosse e altre gocce salate lasciarono il bordo degli occhi eterocromi del ragazzo della lettera consegnata in ritardo di cinque anni. Quei cinque anni irrecuperabili per chi aveva fatto scorrere la penna sulla carta ruvida da lettere.

[...]

Passato del 2016

Sentiva solo il vuoto dentro di sé, non mangiava, non beveva, non provava più nulla. Assolutamente nulla.

Il verde andò al bagno e si specchiò, le guance scavate, le occhiaie scure, i segni delle lacrime e del cuscino sul viso. Non si stupiva più di nulla, ormai quella era la sua vita. Solo pura sofferenza. Solo quello.

Tornò nella stanza e si sedette alla scrivania. Non provava più nulla. Era un contenitore vuoto, estremamente fragile, pronto a infrangersi in milioni di pezzi al minimo tocco.

Izuku prese un foglio dal cassetto e lo poggiò sul legno chiaro, tolse il tappo alla penna e cominciò a scrivere. La mano gli tremava nonostante non sentisse nulla nel proprio petto.

Credo che la sofferenza di una perdita sia senza fine, perché non c'è rimedio alla morte. Non si smette di soffrire, penso che si impari a vivere con quella sofferenza.

Ma io non voglio vivere così, non credo nemmeno si possa definire vita. Lui era l'amore della mia vita, no, devo esprimermi meglio, lui era la mia vita. Era colui che mi ricordava di respirare, colui che mi teneva in piedi, colui che dava un sapore alle emozioni.

Lui era pura felicità e passione che mi travolgeva portandomi via.

Era il mio tutto.

Pensavo di non provare più nulla, mi sono seduto a scrivere questa lettera pensando di non provare emozioni, ma non è così, provo ancora ciò che di più grande c'è, provo ancora l'amore nei confronti di Kacchan e questo non può finire, non si può interrompere solo perché lui non c'è più.

Non esiste un interruttore che ponga fine a ciò che provo per lui, all'amore travolgente che ci ha uniti. Ma c'è questo grande ostacolo, questo muro che impedisce al mio amore di raggiungerlo. Questo muro che è la morte si può superare solo in un modo. Devo raggiungerlo come quella volta che sono tornato indietro dal coma e gli ho risposto. Devo rispondere al suo richiamo perché lui non può rispondere al mio.

Lui non può tornare in vita ma io posso morire.

Posso raggiungerlo lì nell'infinito cielo.

Quindi Shoto perdonami se ti saluto con delle parole trascritte su un foglio di carta qualunque. Perdonami se non ti ho permesso di farmi sorridere di nuovo, di farmi voler vivere di nuovo, ma io senza di lui non voglio respirare. Non so come si respira senza di lui. Sono stato in apnea tutti questi giorni senza saper come riprendere aria.

È arrivato il momento per me di ricominciare a vivere e sarà tramite il mio ricongiungimento con lui, con il mio unico e solo Katsuki Bakugou, o meglio il mio Kacchan.

Ti lascio questa lettera, adesso devo andare. Perdona la calligrafia da prima elementare.

E mi stupisco se provo ancora un'emozione, ma la colpa è della mano che non smette di tremare.

Pensami felice tra le stelle con l'amore della mia vita

Addio,

Izuku Midoriya, o meglio Deku

Il verde piegò la lettera la spedì al suo amico dai colori alternati. Si sentiva in colpa per quel gesto, ma sapeva che la sofferenza di Shoto un giorno si sarebbe affievolita fino a sparire, mentre la sua, la sua dilaniante sofferenza per la perdita del suo grande amore, non sarebbe mai svanita.

Tornò in camera e, prima di fermare per sempre il battito del suo cuore, guardò fuori, pioveva. L'acqua cadeva dal cielo così come il giorno del loro primo bacio, come la prima volta che si sono uniti anima e corpo, come il giorno in cui il cuore di Bakugou si era fermato e come il giorno in cui anche il suo avrebbe scandito il suo ultimo battito prima di arrestarsi per sempre e dargli la possibilità di raggiungere il suo Kacchan.

Sollevò il viso affacciandosi dalla finestra e sorrise ricordandosi le parole di Bakugou che seguirono il loro primo bacio.

"sono tuo Kacchan, lo sono sempre stato" disse piano, sapendo che la sua voce lo avrebbe raggiunto e che presto, oltre alla voce, anche la sua anima sarebbe arrivata al fianco del biondo.

Quel giorno di pioggia Izuku Midoriya fu ritrovato sdraiato senza vita nella propria stanza. Il corpo era freddo, gli occhi chiusi e sul volto era presente il suo ultimo sorriso rivolto al ricordo di Bakugou.

[...]

Da qualche parte nel cielo sconfinato

In qualche modo, che la scienza non può spiegare, Izuku si ricongiunse a Katsuki. Si ritrovarono nel cielo blu indaco, lì accanto a quelle due fioche stelle. E in quella notte, quando le loro anime si sono ritrovate e unite ancora una volta, le due stelle, che fino a un attimo prima arrivavano a malapena con il proprio bagliore alla terra, splendevano incontrastate e oscuravano il resto del cielo per prendersi, una volta nella vita, tutta la scena per loro stesse e diventare protagoniste in quel cielo blu indaco.






Se la storia vi sta piacendo fatemelo sapere con un commento o una stellina!

Buon proseguimento di lettura e buon tuffo nelle emozioni^^

You are mineDove le storie prendono vita. Scoprilo ora