-27- SAI CHE GIORNO È OGGI?

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Passò un'altra settimana e Izuku si fu ripreso del tutto. Non doveva più prendere medicinali o fare controlli dal medico. Stava bene e non aveva riportato alcun tipo di danno permanente. Come gli ripeteva il medico, era stato piuttosto fortunato. Ma lui sapeva come aveva fatto a sopravvivere, come aveva fatto a risvegliarsi dal coma. Lui aveva sentito la voce del suo Kacchan chiamarlo ogni giorno, era ovvio che prima o poi rispondesse a quel richiamo.

Il verde sapeva che quel giorno Bakugou avrebbe avuto gli allenamenti per tutta la mattina e il pomeriggio, così si decise ad uscire e a fare una passeggiata da solo per le strade trafficate. Stava camminando tranquillo, con la testa fra le nuvole quando qualcosa attirò la sua attenzione.

Si avvicinò con passo deciso alla vetrina del negozio, vi poggiò le mani aperte lasciandovi le impronte e poi entrò con un sorriso a trentadue denti.

"salve signore cosa desidera?" il negoziante si avvicinò al verde. Era un uomo magro, con capelli grigi scompigliati, occhi scuri e occhiali dalla montatura quadrata. Sembrava gentile e affidabile come persona e Deku si soffermò ad osservarlo per un istante, come era suo solito con le persone nuove. Una volta studiato il volto dell'uomo il verde socchiuse gli occhi e indicò l'oggetto in vetrina.

"ah quello desidera?"

Il verde annuì energeticamente dirigendosi verso la cassa, impaziente di comprare quell'oggetto che lo aveva ammaliato.

Riprese a camminare sul marciapiede affollato, si guardava intorno come se non conoscesse quel posto. Si incantava nell'osservare le signore anziane che decidevano quale mela fosse più matura e quale più succosa e si divertiva a lanciare monetine nelle fontane esprimendo sempre lo stesso desiderio.

-voglio passare il resto della vita con Kacchan-

Dopo essersi fermato a mangiare un panino al volo per pranzo, trovò nel parco una panchina di legno chiaro e vi si sedette. Qualcosa lo aveva portato fino a quel luogo, ma non ricordava esattamente perché quell'angolo del parco potesse essere tanto importante.

Poggiò la schiena contro il legno ruvido e si guardò intorno, qualcosa doveva pur significare quel posto per far accelerare tanto il suo cuore.

Si girò a destra e a sinistra e poi lo sguardo gli cadde su una delle assi di legno scheggiato della panchina. Ecco perché era così importante quel luogo, no, non era il luogo ad essere importante, era quella singola panchina.

Fece scorrere i polpastrelli sul legno facendo attenzione alle schegge e lesse ciò che vi era inciso sopra.

Kacchan ti amo

Lì aveva inciso la sua dichiarazione la prima volta che si era reso conto dei propri sentimenti nei confronti del biondo. Era disperato perché convinto che Bakugou non avrebbe mai ricambiato il suo amore. Di certo non si sarebbe immaginato di starci insieme per undici mesi. Undici bellissimi mesi.

Sorrise continuando a premere la mano contro quei tagli imprecisi, ma netti, che riportavano la scintilla dei suoi sentimenti.

Mentre con la mente era a quel giorno triste della sua vita precedente, qualcosa gli coprì gli occhi e gli oscurò la vista. Istintivamente il verde portò la mano su per tastare ciò che stava oscurando la sua visuale. Erano delle mani. Passò delicatamente i polpastrelli sulle dita affusolate di chi gli stava coprendo gli occhi. Ne studiò le nocche, le piccole cicatrici presenti, le unghie mangiucchiate e riconobbe all'istante di chi fossero.

Sorrise divertito al proprio pensiero e decise di far pagare al proprietario di quelle mani una piccola pena.

"ah, ma queste sono le mani del mio grande amore, non potrei mai sbagliarmi..." prese aria rumorosamente mentre sentiva il ragazzo dietro di lui trattenere una risata "...Shoto sei tu"

"COOOOSA?" urlò il biondo scoprendo gli occhi del verde e sporgendosi verso di lui. Lo guardò torvo anche se la risata di Izuku lo stava contagiando.

"che si fotta quel bastardo a metà"

Izuku rideva, non si sarebbe aspettato reazione diversa da quel ragazzo esplosivo.

"come sono andati gli allenamenti?" chiese una volta ripreso fiato

"alla grande, ho fatto esplodere un sacco di cose" Bakugou era radioso nonostante lo scherzo appena subito. Si sentiva bene dopo un allenamento così duro e faticoso.

Il tramonto tinse il cielo dei suoi colori caldi e l'arancione andò a tingere le sfumature verdi delle iridi di Izuku. Bakugou si immerse nei giochi di colore che stavano prendendo vita negli occhi di Izuku e non pensò più a nulla. Quell'immagine per lui era essenziale per la sua sopravvivenza.

Tornarono a casa e cenarono, di nuovo con la pizza per evitare di finir avvelenati dalla cucina di Deku e, una volta sazi, si misero a cercare un qualche film in televisione.

Izuku smise di guardare il programma in tv e posò i propri occhi su Bakugou, sorrise malizioso, anche se quell'espressione apparteneva di più al biondo che a lui; in quel momento il verde era certo che Bakugou non si stesse ricordando di qualcosa.

Si avvicinò a lui e gli si mise cavalcioni sulle gambe oscurandogli la visuale. Ma era certo che dopo aver parlato, della televisione non gli sarebbe più importato nulla.

"Deku che f..."

"Kacchan sai che giorno è oggi?"

"mmh?"

"è il trentunesimo giorno dalle mie dimissioni dall'ospedale"

"e quind..." il biondo realizzò e, come aveva ipotizzato Izuku, da quel momento si dimenticò completamente della televisione o forse del mondo intero. Bakugou si concentrò su quel ragazzo seduto sulle sue gambe che lo guardava intensamente con i suoi occhi color del prato e quelle ciglia folte e lunghe e quei capelli morbidi e scompigliati e quella bocca, quella maledetta bocca piegata in un sorriso malizioso che gli donava particolarmente e che intrigava in maniera travolgente il biondo.

Bakugou si avventò su quelle labbra, obbligò l'altro ad aprire la bocca e a far passare la sua lingua. Baciò con foga il suo ragazzo tirandoselo verso di sé, voleva sentirlo in tutto il suo essere. Voleva farlo suo, ma non aveva intenzione di accelerare il tutto bruciando le tappe, così rallentò il bacio e ammorbidì i movimenti della lingua. Si staccò dalla bocca di Deku e posò le labbra nell'incavo della spalla iniziando a Lasciarvi una scia umida. Di tanto in tanto stuzzicava la pelle dell'altro con piccoli morsi per poi ricominciare a baciare delicatamente.

Il biondo si mise in piedi reggendo il verde con le sue braccia. Camminò a tastoni continuando a baciarlo, arrivò alla camera del verde e lanciò letteralmente Izuku sul materasso. Era impaziente, voleva rendere quel momento speciale, non voleva staccarsi da quella bocca, da quella pelle, desiderava con tutto se stesso che quel corpo, che lui reputava perfetto con quei muscoli, quei colori e anche quelle cicatrici, diventasse un tutt'uno con il suo.

Sentiva le mani di Izuku scorrergli lungo la schiena e soffermarsi ogni tanto a studiare gli angoli dei muscoli. Quel suo tocco delicato era familiare, ma ogni volta gli procurava scosse e brividi come fosse la prima volta. Era sempre emozionante e travolgente come la prima volta. La passione non si era affievolita così come non era diminuito il loro amore.

In quel momento, in quella piccola stanza riempita dai loro nomi ripetuti dolcemente, tra quelle lenzuola e tra le braccia del ragazzo che amavano era tutto maledettamente perfetto. 




Se la storia vi sta piacendo fatemelo sapere con un commento o una stellina!

Buon proseguimento di lettura e buon tuffo nelle emozioni^^

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