Capitolo 11 "Uno strano simbolo"

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Camminavamo da ore, avevo fame, non mettevo qualcosa sotto i denti dalla sera prima e non toccavo acqua dalla mattina al ruscello, i piedi mi pulsavano doloranti. Potevo rischiare un collasso!.

<<Scusa, ma sono ore che stiamo camminando, non faccio altro che vedere alberi, alberi ed alberi!>> Annunciai con tono velenoso alzando le braccia esasperata.

Il ragazzo davanti a me non mi diede retta, teneva stretta la corda che mi legava con una mano, mentre con l'altra stringeva l'archetto.

<<No, veramente, sono seria! Questo bosco è infinito, stiamo percorrendo lo stesso tragitto da ore o mi sbaglio?>> Riprovai a lamentarmi a scopo di fargli spiccicare qualche parola o magari irritarlo per iniziare una conversazione...

<<questi alberi sono ...>>

<<SE ODI TUTTO QUESTO CHIUDI QUEI MALEDETTI OCCHI!>> Sbottò furioso senza girarsi, continuando a camminare non facendomi finire le mie lamentele. Tappai la bocca per altri dieci minuti ma... era più forte di me...

<<dato che queste sono le circostanze ...(indicai la corda che mi legava da presunta schiva) mi sembra il caso che il dialogo sia il miglior metodo per andare d'accordo, dato che quest'oggi sono diventata la sua prigioniera personale...>> Dichiarai fiduciosa con una lieve sfumatura di sarcasmo.

Il ragazzo non si girò neanche quella volta! Continuò a camminare sbuffando e sospirando. sapeva produrre solo suoni? era umano? Allora ritentai per la millesima volta.

<<Scusi ma...>> Questa volta si girò fermandosi di scatto.

Il suo sguardo serio andò dritto nei mei occhi.

<<senta, già che non la tollero quindi mi faccia il piacere di non fiatare, non voglio conoscerla e non voglio avere nessun tipo di rapporto verbale con lei! Mi sembra una ragazza astuta, quindi cerchi di usare la sua astuzia nello star zitta e nell'obbedire ai miei ordini! Anche perché le ho donato la grazia di vivere stamani, quindi invece di parlare e parlare rimugini sulla fortuna che la sua piccola gola non è stata ancora trapanata da una freccia appuntita! Ci pensi su e vedrà che tutta questa voglia di parlare a breve scomparirà!>> Detto questo si girò e riprese a camminare.

Ero disgustata dal suo comportamento così vile e scostante Come potevo aver trovato un uomo così spregevole e violento, sì, sembrava scolpito dagli dei ma sicuramente la sua rara bellezza veniva troncata dal suo carattere aspro! Non volevo passare un'altro giorno di più con quello!

"Questa notte scapperò da quel ragazzo, ritornerò a Greenhmoon e cercherò Melody" Pensai esausta.

La luna si alzò alta nel cielo, era la seconda notte che passavo in quel bosco. Passarono poche ore dal nostro piccolo scontro e sicuramente il suo intento di farmi stare zitta funzionò con successo.

Questa volta fu lui a spezzare il silenzio, rallentando il passo.

<<Questa è la mia capanna, qui passeremo la notte>>

Davanti a me si fece largo un grosso ammasso di foglie, legno ed oggetti strani tutti gettati alla rinfusa, andando a creare una piccola capanna alta pochi metri ma abbastanza larga per due. Il ragazzo si avvicinò alla tendina che segnava l'ingresso di quel rifugio. La spostò e mi fece segno di entrare.

Varcai il piccolo ingresso gattonando e senza degnarlo di uno sguardo. l'interno era piccolo ed angusto, regnava una puzza di capra e di legna bruciata così acre da dar la nausea.

Alla fine della capanna si trovava un giaciglio di fortuna con della paglia al posto del cuscino. Ai lati giacevano vestiti, armi, pentole e contenitori d'acqua sparsi. Il ragazzo se ne stava ad un passo da me, perché non se ne andava? Diventai nervosa. Notò il mio imbarazzo

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