Capitolo 12 "la trappola"

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<<Si svegli! Dobbiamo andare al lago!>>

Una voce pungente e scorbutica interruppe il mio sonno. Alzai la testa lentamente. Una luce calda invase la tenda

Era mattina!

Quanto avevo dormito?

Ricaddi sul cuscino mettendomi le mani in testa. Avevo mandato a monte tutto il mio piano! Dovevo scappare all'alba da quella tenda e dirigermi al paese! Invece cosa avevo fatto?

Avevo dormito tutto il tempo!

<<SI SVEGLI SIGNORINA, NON ASPETTO ALTRO TEMPO!>> Gridò un'altra volta quello lì.

Mettendomi il cuore in pace, architettai una nuova strategia. "Quando il ragazzo sarà distratto, al lago, fuggirò" pensai con un briciolo di speranza. Era l'unico modo per scappare.

<<SIGNORINA!>>

<<STO ARRIVANDO! STAVO CERCANDO DELLE SCARPE, MI DIA UN ATTIMO!>> Urlai stufa, mentendo.

Entrò nella tenda. La luce del sole illuminava i suoi occhi azzurri ed i suoi capelli biondi spettinati, sembravano oro colato. Bastava uno sguardo e tutti i suoi difetti si scioglievano facendo posto al suo volto candido illuminato dalla luce del mattino.

<<Se vuole le posso dare delle scarpe ...>>

Mi servivano veramente delle scarpe, gettai un'occhiata alle mie, quelle che avevo creato. La suola delle ballerine era ormai consumata e le liane che la tenevano stretta ai miei piedi si stavano spezzando.

<<Mi servirebbero molto ... grazie ...>> Mi guardò, stupito della mia reazione "calma".

Restammo impalati a guardarci. Distolsi lo sguardo imbarazzata, lo fece anche lui e iniziò a parlare nervoso.

<<Oh ehm si, vediamo se queste le stanno.>> Si diresse verso un sacchetto nero in velluto e ne estrasse un paio di scarpe da donna. Me le porse imbarazzato.

Erano in velluto color porpora con la suola piatta, il velluto era pregiato e il materiale che rivestiva la suola era duro e costoso. Mente scrutai la suola, in un piccolo angolino notai di nuovo lo stemma del leone. Il ragazzo le rigirò sulle mie mani e nervoso annunciò.

<<Se le metta, così arriveremo prima!>>

Mi guardò con sguardo serio e uscì velocemente dalla tenda. Perché possedeva delle scarpe da donna? Non diedi peso a quel particolare e me le infilai subito. Non avevo mai indossato delle scarpe così comode. Uscì gattonando dalla tenda, la luce del sole accecò i miei occhi, li chiusi in due fessure.Il bosco era ancora più bello di mattina.

Mi girai e vidi il ragazzo. I suoi capelli lunghi sotto le orecchie erano legati con un laccio dietro il collo. Sembrava che si fosse tagliato i capelli sarebbe stato molto meglio con i capelli corti, gli avrebbero dato un'aspetto reale, da principe. Aveva in una mano l'archetto che possedeva la scorsa mattina ed un laccio nell'altra.

<<Devo legarla>> Tagliò corto appena vide il mio sguardo languido sul laccio.

Arresa distesi le braccia , si avvicinò senza staccare lo sguardo dai miei occhi. Era come in conflitto con se stesso, lo notai  da come si comportava, non ne capì il motivo. Legò le mie mani diversamente dall'altra mattina, questa volta fu lento ed attento a non farmi male. Ma che gli prendeva?

Quando finì si diresse verso l'albero che si trovava vicino la tenda e prese una stecca lunga nera. La incastrò alla cintura che teneva legata intorno al bacino e con leggerezza da quella stecca estrasse una spada lucente. Mi irrigidì. Lucidò con il gomito la lama e la risistemò nel fodero.

<<Andiamo>> Disse incamminandosi verso ovest, lo seguì senza fiatare.

Cosa voleva significare quel gesto? Perché mi ha mostrato la sua spada?

Il viaggio non durò molto, la strada era abbastanza scorrevole dato che era tutta in discesa, ma il tutto divenne molto noioso, nessuno dei due parlò. Giunti al lago il paesaggio era mozzafiato. Sopra le nostre teste si facevano largo altissime montagne innevate, sembravano quelle che scorgevo dal mio terrazzo dell'istituto. Abbassai lo sguardo, un mucchio di pini verdi sparsi per tutto il territorio facevano da contorno lungo un grande lago dall'acqua torbida. una nebbia grigia ricopriva tutta la cava facendola diventare grigia e triste.

<<Si sieda sul terreno>> Ordinò puntando il dito su una roccia  che spiccava tra le altre.

Mi sedetti brontolando, non avevo ancora capito perchè diamine eravamo in quel posto desolato e umido! Il ragazzo si tolse la sua giacca di pelle nera buttandola sul terreno e rimase con la sua solita casacca blu scollata sul petto. Perse una canna da pesca ed iniziò a pescare, lo guardai di nascosto. L'unico ragazzo che avevo visto in tutta la mia vita era Peter. Mi reputavo fortunata all'epoca, perché Peter era il più bello di tutto l'istituto maschile di Greenhmoon, ma per quanto fosse affascinante, il ragazzo che avevo davanti a me lo superava di gran lunga. Sembrava un uomo non un ragazzo, forse era perchè si allenava molto quindi poteva apparire più impostato e muscoloso. Non parlava molto, e se parlava o mi sgridava o mi offendeva, mi sentivo impotente accanto a lui. Ma ad essere sincera tutto questo lo rendeva intrigante.

Erano passate diverse ore, il ragazzo continuava a pescare e io ero ancora seduta in quella scomoda roccia.

<<PER QUANTO DOBBIAMO RIMANERE QUI?>>

Urlai per farmi sentire, dato che eravamo molto distanti. Non mi rispose ... Era inutile continuare, tanto non mi avrebbe dato retta!

Ma mi sbagliai ...

Prese il pesce che aveva abboccato al suo amo, lo butto a terra insieme alla sua canna da pesca e si incamminò verso di me, guardando a terra. Quando un metro di distanza ci divideva, prese la fune e mi ordinò.

<<Alzati!>> Obbedì confusa, cosa voleva fare?.

I suoi passi lenti andavano dritti verso il lago, voleva che ci facessimo un bagno insieme? Quando arrivammo alla riva si fermò di botto e si voltò verso di me. Le sue mani andarono verso il fodero che aveva nella cintura, prese la spada e la sfilò, provocando un suono stridulo e tagliente.

La roteò verso di me!

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