Capitolo 15 "il portale"

131 36 38
                                    


"ATREIO"

Le settimane passarono lente, lente come i nostri litigi, lente come i nostri rimpianti. Stavo perdendo troppo tempo... dovevo ritornare nel mio regno! I miei occhi saettarono verso Susan, impegnata a cucinare il pranzo, non potevo portarla con me a GloryHawk... era troppo rischioso! Ma una parte di me, nel profondo del mio animo, non voleva lasciarla lì. Lei non mi aveva abbandonato quando stavo per morire, aveva preferito rinunciare alla sua libertà anziché vedermi morto!

Allora arrivai ad una conclusione. Avanzai verso di lei.

<<Susan, verrai con me a GloryHawk!>>

Annunciai, afferrando il mestolo che teneva nelle mani.

Al mio tocco si irrigidì.

<<Sono, sono contenta...>> lasciò il mestolo e portò le mani in grembo. La cosa mi diede molto fastidio...

<<Ma ad una condizione>> Annunciai con tono serio.Lo sguardo della ragazza divenne confuso.

<<Non potrai restare al castello, io partiró per la mia missione, se il popolo ti troverà negli alloggi reali, penserà che tu sia la mia favorita... la mia amante! Non sarebbe giusto nei confronti di Angeline...>> Dichiarai un pò scosso.

<<Angeline?>> Chiese con una nota di gelosia in gola.

<<La mia ragazza... per questo non puoi restare...comprendi?>>

<<Mi abbandonerai per le strade della tua città, vero?>> Chiese arricciando le labbra. Come poteva pensare una cosa del genere?

<<Certo che no! Ti porterò in un orfanotrofio, pagherò io le spese... >> Non piaceva neanche a me quell'idea, ma era l'unica possibilità! Gli occhi di Susan divennero bassi e tristi.

<<Tu vuoi davvero questo?>> Chiese con le guance rigate di lacrime.

<<Io-io...>> Balbettai colto alla sprovvista. La ragazza, sconfitta, abbassò lo sguardo.

<<Hey, hey (le alzai il mento)Susan, se tu avessi l'opportunità di ritornare in dietro nel tempo, e ricominciare la tua vita da capo, ne sarei veramente contento, non voglio che tu soffra... ma i nostri destini si sono incrociati e ormai sono cambiati l'un l'altro...mi dispiace>> Lo sguardo di Susan era vacuo, quasi inespressivo. Mi stava dando retta?

<<Susan?>> Alzò la testa di scatto.

<<Andare in dietro nel tempo hai detto?>> Chiese sgranando gli occhi.

<<Si, ma è.. è un mezzo solo per noi reali!>> Il suo viso si indurì, che le prendeva?

<<Hai detto che l'ultimo medaglione è al castello?>> Perché tutte queste domande? Mi dava sui nervi!

<<Si, Susan, si!>> Annuì tra sé, alzò il volto verso il mio e sorrise.

<<Va bene, Atreio... verrò con te!>> Qualcosa non mi convinse in lei... sembrava finta, come se stesse tramando qualcosa alle mie spalle. Forse mi sbagliavo... ma i suoi occhi, non erano gli occhi sinceri della vera Susan...

                       ....................................

Erano passate poche ore, smontammo la tenda e ci incamminammo verso il portale.Più mi allontanavo da Greehnmoon, più i miei sensi di colpa venivano a galla. Perché le avevo concesso di stare al mio fianco? perché?

Ero come diviso a metà, la mia mente, pesante come un masso, diceva che avevo fallito, di nuovo, ma una parte del mio cuore diceva tutt'altro. Ero contento di fargli vedere il mio mondo, la volevo vicino a me. Mi sentivo vivo, come se mi desse la forza di andare avanti. La guardai di sottecchi.

Il suo viso era dolce ed innocente, mi piaceva il modo in cui rideva, quando le sue guance rosee diventavano ancora più rosse a causa della sua pelle chiara e delicata. Mi affascinava la curva del suo profilo che si  andava a creare, partendo dalla fronte e dal mento. Sembrava dipinta, era perfetta, la fronte non troppo schiacciata, il nasino piccolo all'insù e le labbra carnose che spiccavano su tutto.

Non avevo mai visto labbra così belle!

Erano fresche e pure come i petali di rosa ma sensuali come una donna matura. Per non parlare dei suoi occhi, erano allungati a mandorla e circondati da lunghe ciglia nere. sembravano due gemme verdi donate dagli dei, che alla luce del sole diventavano quasi grigi, trasparenti come l'acqua. I suoi capelli erano neri, legati a coda di cavallo, con dei ciuffetti che spuntavano ribelli sulla fronte, dando spettacolo al collo delicato che scopriva la sua schiena. Sentì un brivido che mi scorse lungo le vene, era uno spettacolo da vedere. I suo corpo era magro, anche se il cibo scarseggiava a causa dei continui spostamenti, Susan, aveva le sue giuste forme. Vita sottile, fianchi larghi e gambe muscolose sulle cosce che andavano ad affusolarsi sino alla caviglia.

<<La smetti di fissarmi, mi metti in soggezione>> Si girò mostrando un sorrisetto malizioso. Ecco! Mi aveva beccato! Scoppiai a ridere, aveva un caratterino!

Finalmente arrivammo al portale. Una lunga pietra, alta non più di due metri era rialzata sul terreno come un obelisco. Al centro del masso c'era un cerchio, scavato al suo interno.

<<Cosa ci facciamo qui?>> Chiese Susan guardandosi intorno.

<<Siamo arrivati al portale, ogni luogo ha il suo portale, solo che voi non ve ne accorgete quasi mai>> Susan toccò con mano tremante il cerchio al centro dell'obelisco.

<<è questa la serratura?>> Chiese con aria concentrata lasciando le labbra socchiuse.

<<Non si chiama proprio serratura ma sì, diciamo così!>> Delicatamente la scansai.

<<Allontanati e sta a vedere! al mio tre devi infilarti questo medaglione>> Gli mostrai il cameo a forma di testa di leone che tenevo al collo.

<<Fatto questo, prendi il ciondolo incastralo perfettamente in questo cerchio scavato, ti teletrasporterà nel 570. Devi solo urlare la data e scomparirai in un baleno!>> Gli mostrai attentamente tutti i passaggi, facendo diverse prove dove Susan diventava sempre più stupita ed incredula.

<<Sono pronta!>> Dichiarò con voce tremante.

Sfilai la collana dal mio collo e la porsi a Susan. La ragazza, prese il ciondolo e si avvicinò all'obelisco, fece un grosso respiro, buttò l'aria dal naso e con coraggio incastrò il ciondolo.

<<570!>> Urlò con una lieve nota d'ansia.

Non successe nulla... si girò verso di me con sguardo confuso. Stava per aprire bocca quando improvvisamente la pietra si sciolse, colante come il bronzo appena fuso, al suo posto una pozza argentea con dei riflessi metallici si depositò sul terreno. Susan trattenne il respiro.

La pozza continuava a traballare, come una pentola d'acqua calda che bolliva borbottante. Il color grigio metallico pian piano si sbiadì, diventando sempre più chiaro. dopo poco assunse una strana tonalità di bianco che man mano  lasciò posto alla trasparenza. Susan, con le orbite di fuori, mi guardò sconvolta, indicando la pozza. La trasparenza iniziò a colorarsi, come se un pittore, bianco come l'aria, dipingesse, con un pennello trasparente, ogni angolo del suo quadro.

La pozza divenne una raffigurazione di un paesaggio visto dall'alto.

Era pronta per partire!

<<Susan buttati!>>

Si girò di scatto, guardò prima me poi la pozza più volte, prese coraggio e si tuffò a chiodo dentro il buco. Il medaglione ritornò nelle mie mani come una calamita. presi la rincorsa, prima che fosse troppo tardi, mi infilai la collana al collo e mi buttai a capofitto nel portale.

MoonRedDove le storie prendono vita. Scoprilo ora