Capitolo 21 "Il nuovo orizzonte"

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SUSAN
Quando la notte ricoprì, con il suo manto di stelle, le case di GloryHawk, sgattaiolammo di soppiatto dalle mura del castello. il mio cuore correva come le mie gambe. Ci diressimo verso il porto. Non avrei mai e poi mai pensato che fuggissi con Atreio. E sopratutto non avrei pensato che partecipassi alla sua missione. Guardai le torrette del castello allontanarsi pian piano. Una scossa elettrica percorse il mio corpo. Ero come un tutt'uno con la mia adrenalina, mi fluiva nel sangue come un serpente affamato.

<<Ser Alan, si sbrighi!>> Urlò, Atreio al suo consigliere fidato, che cercava di tenere il passo, malgrado i suoi grossi piedi, assieme alla "ciurma", creata all'ultimo minuto.

Arrivati al porto, proseguimmo la strada verso il molo, che si estendeva dalla terra ferma sino allo specchio d'acqua illuminato dalla luna. Atreio con passo veloce iniziò a perlustrare il luogo. Il villaggio stava dormendo come le mura del castello.

Il silenzio era il protagonista di quella notte.

<<Sei propio sicuro che nessuno si accorgerà della nostra partenza?>> Chiesi sottovoce ad Atreio che fissava il mare. Mi piaceva quella piccola confidenza che stavamo creando.

<<Si, ma il silenzio ha sempre un prezzo mia cara Susan...>> Cosa voleva dire?

Dicendo così si diresse verso un vecchio marinaio che dormiva dentro una barca, piantata sulla banchina di legno, alla fine del molo. Teneva il braccio a penzoloni fuori la barca, appesantito dalla bottiglia di Rum che impugnava bramoso.

<<Signor Miguel?>> Cercò Atreio di scrollarlo dal sonno.

<<Miguel?>> Questa volta urlò irritato.

Lo azzittimmo in coro, stava creando troppo rumore! Il vecchio non dava segni di vita...

Atreio sbuffò, poggiando le mani sulla cinta dei suoi pantaloni, esausto.

<<Bene.. vuol dire che ruberemo la sua nave!>> Dichiarò, alzando gli occhi al cielo.

Miguel si alzò con un balzo, barcollando brillo.

<<Solo due cose...>>                        Proferì e inciampando sui suoi stessi piedi, si diresse davanti la faccia di Atreio, con aria fintamente compiaciuta.

<<Primo (alzò il mignolo), il mio nome è Capitan Rum, l'unico pirata di questo villaggio! Secondo. (alzò l'indice) Tu e la tua misera ciurma non prenderete mai e poi mai la mia bambina!>> Indicò una nave alle sue spalle, vicino allo scalo di alaggio.

Una costruzione di legno e tele si intrecciava elevandosi nel cielo come altezzosa, creando un veliero nero come la pece. Quattro vele quadrate, una davanti all'altra si estendevano per tutta l'imbarcazione. Erano alte e larghe, di un bianco ormai ingiallito. Il legno nero, illuminato dalla notte, che formava la grande nave, sembrava vecchio e un pò logorato dalla salsedine. Sotto alla prua si trovava una statua di una donna incassata nel legno. Era una sirena, che con la sua coda sfiorava le onde del mare.

<<è stupenda!>> Boccheggiai stupita.

<<Si bambolina, è stupenda! Ma si dà il caso che sia mia, quindi sparite, ora!>> Urlò il pirata con voce impastata dall'alcol.

<<E se le offrissi questi?>> Atreio fece penzolare dalle mani un sacchetto di velluto rosso, bombato sui lati.

<<Sono 50 denari, dammi la tua nave e saranno tuoi!>> Il pirata furtivo, allungò le mani per afferrarlo, ma Atreio ritrasse subito il sacchetto con un ghigno. Capitan Rom divenne paonazzo.

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