Capitolo 37 "odio e guerra"

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ATREIO

La mia testa si trovava su un altro pianeta, le mie gambe tremavano ad ogni suo passo. Alzai gli occhi, ormai senza alcuna emozione. MoonRed avanzava altezzosa, facendo schioccare gli alti tacchi sul pavimento di marmo. Si diresse verso la cella e fece scorrere le sue lunghe dita affusolate tra le sbarre prima di schioccare la serratura. Ogni suo gesto era calcolato, soppesato, come se volesse che la mia paura aumentasse ad ogni suo movimento. Era una tortura, mi stava mentalmente torturando. Aprì il cancelletto di quelle quattro e strette mura, provocando un assordante cigolio. I suoi stretti fianchi si muovevano femminili e sensuali come le sue lunghe gambe, coperte dal lungo abito di pelle nero pece. Era la fine... non avevo più scampo. Si inginocchiò davanti al mio corpo ansimante, disteso lungo il gelido marmo nero. Le sue mani scorsero verso la mia mascella, accarezzandomi il volto. Come piccole lame, le sue lunghe unghie rosso sangue mi graffiarono le guance. Le sue labbra nere si piegarono in un ghigno.

<<Atreio Goldenlion di GloryHawk... il più valoroso di tutti i cavalieri, il più affascinante di tutto il regno, futuro re di tutta GloryHawk>> Le sue mani ben modellate si spostarono sulle mie labbra, tastando i contorni. Mi ritrassi a quel contatto. Mi faceva ribrezzo poter sentire la sua pelle a contatto con la mia.

<<Sei cresciuto dall'ultima volta che ci siamo visti... ricordi quel giorno?>> Quel poco sangue che mi fluiva nelle vene divenne bollente. Strinsi i pugni e di scatto girai la testa, cercando di scrollarmi quelle sudice mani dal mio volto. La sua voce profonda e matura continuò.

<<Eri solo un ragazzino, amavi il brivido dell'avventura, bramavi gloria ed onore. Nel tuo piccolo cuore egoista non c'era spazio per l'amore... avevi davanti ai tuoi occhi la vera gloria eterna, avevi davanti la donna più potente di tutto il regno, una dea, l'unica sovrana celeste... la luna in persona! Ma l'avidità che ti avvolgeva era qualcosa di più forte. Ti strappai quell'inutile cuore incapace di amare e condannai GloryHawk, facendola sprofondare negli inferi della notte. Dovevi solo accettare, dovevi accettare la mia mano ed insieme avremmo governato per l'eternità...>> I suoi occhi rossi allungati verso l'alto si fecero più scuri, come se quel lontano ricordo ancora la tormentava. Cercai di indietreggiare, il suo volto femminile e malizioso si fece sempre più vicino al mio. La mia schiena toccò la parete della cella che mi racchiudeva, non avevo più via di scampo.

<<Mi hai molto deluso Atreio... potevamo essere felici. Potevi amare! Guardati ora... sei senza cuore, innamorato di Susan Blue, la mia unica e vera erede. Due cuori con eterna gloria sulle spalle, lui, futuro re di GloryHawk e lei, futura Luna! E io? Io che fine farò? Interpreterò la parte della cattiva uccisa dal bene? Nha... questa è un'altra storia...>> Il suo naso leggermente allungato sfiorò il mio. Sentii il peso del suo fiato sulle mie labbra.

<<Stai-lontana-da-me!>> Scandii con coraggio, digrignando i denti.

<<Shhh, Presto la tua amata sarà qui a salvarti, morirà insieme a te, due anime affine divise dalla crudele morte! Che storia tragica e commuovente!>> Gli occhi a gatto di MoonRed divennero minacciosi e malvagi. Si alzò dal freddo marmo e avvolse le sue mani intorno al mio collo, facendomi alzare dal pavimento. Alzato, prese la grossa catena che avvolgeva il mio collo e la tirò a se, mostrandomi il grande salone circolare che divideva le celle dal palazzo reale. Allungò, come un artiglio, l'indice appuntito e lo puntò verso un grande pentolone posto al centro della sala. Era nero e largo, con dei strani disegni incisi sulla pietra che lo circondava. Un ardente fuoco biancastro si elevava dentro di esso, mostrando le sue punte infuocate che ondeggiavano nell'aria. MoonRed spalancò la bocca e tenendo gli occhi fissi sul calderone, sussurro con il fiato strane sillabe. Poi con la lingua leccò l'aria chiudendo gli occhi. Un cigolio si fece largo lungo il buio e silenzioso salone. Una fessura scorse ai lati d'un piccolo tabernacolo inchiodato al centro di una parete color sangue. Qualcosa di pulsante ne fuoriuscì al suo interno. L'oggetto galleggiò nell'aria, superando il fuoco e quando si posizionò davanti a me iniziai a vederne le forme.

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