Capitolo 23 "l'isola"

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SUSAN

Mi svegliai. Un fruscio d'aria scostò delicatamente un ciuffo dei miei capelli sul mio viso. Aprii gli occhi, una luce sfolgorante penetrò dentro le mie pupille. Chiusi di scatto le palpebre, massaggiandole. avevo un mal di testa insopportabile. Uno sciabordio lento e rilassante riecheggiò nelle mie orecchie come un gorgoglio continuato. Spalancai gli occhi. Una vasta distesa d'acqua si estendeva oltre la sabbia bianca, illuminata dai raggi violenti del sole. Era di un azzurrino chiaro, quasi trasparente alla vista. Circondava, come un soffice abbraccio, un pezzettino di sabbia e lento andava a perdersi oltre l'orizzonte. Ma dov'ero capitata? Alzai gli occhi al cielo, una lunga palma esposta alla luce mi faceva ombra, proteggendomi dal sole scottante della spiaggia. Ero distesa su un letto di foglie di ninfea, una sensazione di fresco e benessere si estese per tutto il mio corpo come una carezza di beatitudine.

<<Come ti senti?>> Mi girai di scatto, una fitta dolorosa, come una scossa elettrica, si creò sulla mia gamba.

Feci una smorfia di dolore. Una stoffa macchiata di sangue la fasciava ben stretta. La scorsa notte mi avevano ferita...

Iniziai a riordinare gli eventi nella mente.

<<Ti-ti senti bene?>> Lentamente mi girai verso la voce calda alle mie spalle. Una ragazzo bassino, ben impostato si avvicinò verso di me.

Chi era?

Il battito del mio cuore accelerò, cosa voleva da me?

<<Hey, non ti spaventare... eravamo sulla stessa nave>> Fece un sorriso rassicurante.

Era piccolino ma muscoloso, due iridi verde-blu spiccavano sotto un taglio d'occhi sottile, come a mandorla. I suoi capelli castani erano cortissimi, sembravano come peli d'un peluche. Aveva un viso duro, un pò trascurato ma che non racchiudeva il suo fascino.

<<Forse, non ci siamo mai incontrati lì..intendo sulla nave... perché, bhe, lavavo i pavimenti.. quindi immagino che il tuo occhio non sia caduto su di me, comunque, piacere di conoscerti mi chiamo Alex>> Nervoso, si schiarì la voce. Il suo volto era rosso come un pomodoro, mi porse la mano un pò tremolante e appiccicosa.

<<Susan, piacere mio!>> Gliela strinsi un pò disorientata.

Tempestivamente un fulmine invase la mia mente, ecco chi era!

<<Hey, aspetta... quando sono caduta dalla nave mi ha salvato... un uomo penso, sì, mi ha portato sino a riva e sono riuscita a respirare grazie a lui... anche se mi ricordo che aveva una voce familiare... comunque sei stato tu, no?>> Il discorso nella mia mente fluiva liscio come l'olio, doveva essere lui!

<<Ehm, verament->>

<<Sì! Eri tu! Ora ricordo!>> Alex abbassò lo sguardo, faceva fatica a guardarmi negli occhi. Una scia di disagiò lo travolse, iniziò a giocare con le mani.

<<Ehm si, ecco io...>> Mi aveva salvato la vita! Un'ondata di gioia si schiantò sul mio viso.

<<Grazie mille!>> L'abbracciai goffamente.

Iniziò a sbattere ripetutamente le palpebre, facendo un sorriso imbarazzato.

<<E dimmi come hai fatto?>> Chiesi entusiasta.

<<Beh ecco io... ehm, ti ho portato con-con una... ZATTERA! E poi... ti ho ... ti ho->> Lo riabbracciai di nuovo, iniziò a ridere.

<<Hey, cos'è tutto questo chiasso?>> Una voce calda risuonò allegra alle mie spalle. Mi girai di scatto.

Era Atreio.

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