Capitolo 24 "l'isola delle necessità"

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ATREIO

Un forte dolore premeva tormentoso su tutta la mia colonna vertebrale. Mi girava la testa, cercai di schiarire la vista ma una nube nera invase i miei occhi. Ero ubriaco mica cieco! Tastai a vuoto lo spazio che mi circondava ma le mie mani non toccarono nulla di solido, sfioravano solo l'aria.

<<Dove-dove sono?>> Urlai con voce impastata.

La mia voce si amplificò, le mie parole risuonavano ripetute come un riverbero nell'aria.

<<Atreio sei qui?>> La voce di Susan riecheggiò nell'oscurità.

<<Sì, SONO QUI! SONO QUI!>>

Mi rialzai in piedi, con una certa goffaggine, scuotendo le braccia per attirare l'attenzione.

<<Ti sento! Ti sei fatto male? Dove sei finito>> La voce di Susan proveniva dall'alto. Ero morto per caso? Sono stato sbattuto dritto, dritto all'inferno?

<<Io sto bene, ma non vedo niente qui sotto!>>

<<È il rum caro mio!>> La voce sarcastica e pungente di Akilah penetrò le mie orecchie.

<<Akilah, non mi sembra il momento di scherzare!>>

<<Va bene, va bene>> Disse con voce beffarda.

<<Atreio, sei caduto in una fossa?>>

<<In una che?>>

<<STAMMI A SENTIRE! (Susan divenne irritata) ora ti calerò un bastone con del fuoco, per far luce. Occhi aperti!>>

Più aperti di così! Una fiamma flebile bluastra, galleggiava sopra la mia testa, sorretta da un bastone allungato. Afferrai il legno, la fiamma si ingrossò diventando d'un rosso acceso. L'ambiente intorno a me prese luce. Ero circondato da mura di pietra gride. Davanti, un lungo tunnel si propagava profondo per tutta la galleria. Alzai gli occhi al cielo, Susan, Akilah, Alex e Capitan Rum da sopra la mia testa mi guardarono sbigottiti.

<<E ora come ti tiriamo su?>> Chiese Capitan Rum, controllando la profondità che ci separava.

Illuminai le parete di pietra alla mia destra, sembra che al centro avesse delle venature d'oro orizzontali formate da ghirigori vari.

<<Akilah, tu ne sai qualcosa sull'isola delle necessità, vero?>> Chiesi alla ragazza, non distogliendo lo sguardo dalla pietra.

<<Ehm si... so che non è l'uomo che deve trovarla, ma è lei che deve cercare l'uomo...>> Assorbii attento il suo discorso nella mente.

<<E quando trova l'uomo, come riesce a rivelarsi?>>

<<Da quello che ho studiato so che attraverso suoni, segni o perfino scritture, l'isola rivela la sua identità>>

Sfiorai attento le venature d'oro. Scorsi il palmo della mano sulla roccia fredda, strisciandolo sui ogni ghirigoro. Le striscione acquistarono forma, iniziarono ad allungarsi, piegarsi e contorcersi, emettendo uno scricchiolio sordo, come tanti piccoli ferretti che venivano piegati. Le venature diventarono lettere, e le lettere formarono una scritta.

<<Atreio che succede?>> Chiese ansiosa Susan.

<<Ragazzi, abbiamo trovato l'isola delle necessità!>> Dichiarai con lo sguardo ipnotizzato ed il fiato sospeso. I tre divennero pietrificati al mio annuncio.

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