Capitolo 28 - Liam

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L'autrice di questa storia è LiveLifeInTheRain; questa è solo la traduzione fatta da me, tamafune.

Penso che Addie oggi stia benissimo e Nathan ha detto che proprio oggi era il giorno più complicato. Misi un braccio attorno a lei e uscimmo dall'aula del tribunale e la strinsi forte mentre le persone fecero delle domande, Addie non disse niente e lasciò Nathan occuparsi di loro mentre uscimmo dalla porta.

Desiderai che la sua famiglia non fosse chi fosse così forse tutto questo sarebbe stato risolto più velocemente, avrebbe salvato Addison da tutto questo stress.

Quando raggiungemmo casa l'unica cosa che disse era che voleva sdraiarsi, non disse nient'altro e sembrava come se la fiducia in se stessa fosse esaurita e non la incolpavo, le domande dei suoi genitori erano state brutali mentre cercavano di farla dimostrare come una puttana.

"Hai fatto un grande lavoro piccola." Le baciai la fronte e il cuore mi fece male quando la sentì piangere mentre le sue spalle si scuotevano così la strinsi più forte sperando di poterla aiutare.

"Ho odiato vederlo. Quando l'ho visto è stato come rivivere tutto di nuovo." Singhiozzò e sapevo che era forte ma ora era combattuta e tutti potevano vedere quanto Than avesse ancora la presa su di lei.

"Sei più forte di così."

"Oltre quattro anni di lui che mi controllava, oltre quattro anni e non è andato tutto via in pochi mesi."

"So che ci vuole del tempo ma guarda quanto sei riuscita ad andare avanti in nove mesi." Le presi il mento tra le mie dita e le alzai la testa ma la voltò.

"Sembro terribile." Disse.

"No sei bellissima, sei sempre bella." La spinsi facendola poggiare la schiena sul materasso e mi misi sopra di lei così da farmi guardare.

"Fermati."

"Guardami piccola." Le tolsi via le lacrime dal suo viso.

"No." Disse ostinatamente.

"Si." Le baciai la guancia.

"Insistente." Mormorò e sorrisi quando finalmente mi guardò.

"Ti amo." Le dissi e lei crollò di nuovo a piangere ed io entrai in una sorta di panico. "Che cosa ho fatto?" chiesi allarmato e lei scosse la testa e mi abbracciò.

"Mi dispiace." Pianse ancora più forte ed io mi girai sulla mia schiena e la strinsi permettendole di piangere sul mio petto.

"Perchè ti stai scusando?" ero davvero confuso per tutto questo.

"Avrei dovuto raccontarti la verità, non sarei dovuta andarmene, sono una terribile fidanzata ed avevo così paura di raccontarti cos'era successo." Ero molto concentrato nel capire quello che stava dicendo.

"Tu sei una brava fidanzata e a me dispiace per aver preso così tanto tempo nell'andare avanti dalla scorsa estate. Perchè avevi paura che io lo sapessi?" chiesi.

"Perchè sono stupida e una puttana e-"

"Piantala." L'avvisai e ciò la portò a guardarmi. "Non farlo, ti amo come prima Addison."

"Ma tu sei così convinto nell'aspettare il matrimonio ed io non posso farlo." Non riusciva a capire che questa cosa non mi infastidiva; beh lo faceva, ma solo per tutto quello che le hanno fatto passare.

"Non puoi aspettare con me Addison, ma solo perchè loro non te lo hanno permesso non significa che non puoi. Tutto ciò che importa è che io e te non facciamo nulla del genere fino al matrimonio."

"Ho fatto sesso con Alex, non l'ho fermato." Sussurrò.

"Hai preso la giusta scelta." Se non lo avesse fatto solo Dio sa come sarebbe andata a finire per lei.

Truth in words [book 3] - Italian translationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora