Capitolo 43 - Addie

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L'autrice di questa storia è LiveLifeInTheRain; questa è solo la traduzione fatta da me, tamafune.

Il volo fu difficile, piansi molto e mi addormentai per il resto del viaggio. Quando arrivai a casa fui invasa da molti ricordi di me e Liam che mi fecero piangere fino a quando la mattina successiva lavorai per ricompormi.

Non è morto, non se ne è andato per sempre e non abbiamo rotto. Stavamo bene e lui aveva la sua vita da mettere in ordine così come io avevo la mia. Stavo diventando irrazionale così mi andai a fare la doccia, mi lavai il viso e Keisha restò seduto in bagno con me, non lasciava mai il mio lato.

Mi guardai a lungo tempo allo specchio, indossai il reggiseno e le mutandine mentre guardai il mio corpo. C'erano così tante cicatrici che non sarei stata in grado di contare, mi fece ricordare un difficile e orribile passato, ma ora è il mio nuovo passato. Non mi dovrò mai più preoccupare.

Quello è il mio passato, ora ho vent'anni e non voglio che questi vent'anni mi rendano miserabile per i prossimi sessant'anni o giù di li, di certo mi hanno rubato un quarto della mia vita ma ho ancora altri tre quarti davanti.

Le persone hanno delle vite peggiori o migliori della mia, alcune volte la vita fa schifo ma se permettessi a me stessa di essere miserabile li farei vincere, loro sono in carcere e sono stati considerati colpevoli, non posso più permettergli di controllare la mia vita.

Sono più forte di quello che hanno sempre detto che fossi; combatterli era una prova per quello. Quella ragazza spaventata e debole di cui parlavano se ne è andata, non esiste più e non tornerà.

Mi sedetti sul mio letto con Kalila fissando il telefono, ho dormito bene la scorsa notte ma ho avuto ancora degli incubi, questo è il perchè mia mamma vuole che vada subito dallo psicologo, non vuole che rimando i miei incubi per poi causare maggiori danni in seguito, sono ancora freschi e sono d'accordo che risolverli prima è meglio di farlo dopo.

"Accendi il telefono Addie." Asher si sedette affianco all'altro mio lato facendo spostare Keisha, non ne fu felice.

Feci un profondo respiro e schiacciai il pulsante di accessione accendendo il telefono, è rimasto spento da quando Than si è presentato nella mia classe perchè non volevo rispondere a nessuna domanda e ora dovevo vedere che cosa mi stava aspettando.

Ci fu una notifica dietro l'altra di chiamate perse, messaggi e messaggi vocali e sembrava che lo squillo non si fermava mai. Ogni volta che pensavo avesse finito iniziava di nuovo, quando finalmente si fermò vidi le centinaia di chiamate perse, messaggi e messaggi vocali.

"Vuoi che restiamo con te?" chiese Asher e guardai Kalila.

"Penso che dovresti farlo da sola Addie, a loro importa di te." Disse e annuì.

"Chiamaci se hai bisogno di noi." Sia Kalila che Asher lasciarono la mia camera; Keisha ritornò sul letto e mise la sua testa sul mio stomaco. Feci correre le mie dita tra il suo pelo mentre ascoltai i messaggi vocali.

"Addie, che diavolo è successo? Chi era quel ragazzo, o mio Dio stai bene? Richiamami." Disse la voce di Bonnie e poi passai al successivo.

"Che cazzo sta succedendo, perché non mi hai detto di uccidere quel ragazzo? Ti ha davvero fatto tutto quello? Richiamami, ho bisogno di sapere che stai bene." Disse la voce di Tyson e rabbrividì al ricordo di quel giorno in classe.

"Ehi ragazzina che sta succedendo? Ho sentito alcune cose, sono vere? Sono preoccupato per te, richiamami." Parlò la voce delicata di Natalie e poi andai avanti.

"Dannazione Addie, richiamami." Di nuovo Tyson.

"Tutti noi cinque stiamo impazzendo aspettando una tua chiamata, Addie che diavolo sta succedendo?" chiese Rylan nel messaggio vocale. "Addie dobbiamo uccidere qualcuno? Dillo solamente e lo faremo." Tyson lo bloccò. "Calmati amico, aspettiamo che ci spieghi." Trent è sempre stato la voce della ragione tra di noi. "Chiamaci Addie." Gridò Bonnie e poi terminò, andai avanti con il prossimo.

Truth in words [book 3] - Italian translationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora