Capitolo 24 - Liam

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L'autrice di questa storia è LiveLifeInTheRain; questa è solo la traduzione fatta da me, tamafune.

Non mi aspettavo di stare rannicchiato nel letto con lei, onestamente non avrei mai pensato che mi avrebbe perdonato ed ero completamente preparato ad andarmene fuori da quella porta stanotte perchè non voleva stare con me ma eccomi qui, sdraiato con la mia ragazza.

Mi sorrise ed io non riuscì a ricordare l'ultima volta che la vidi così felice. Feci intrecciare le mie dita con le sue ed Addie le guardò mentre ci giocai fino a quando portò il mio palmo verso la sua bocca e baciò la mia mano. Subito dopo si addormentò ma io non ci riuscì.

So che non sarebbe stato facile per lei ma volevo sapere tutto, nei dettagli, riguardante le cose che le sono successe. Dovevo stare lì e ascoltare come lui l'aveva colpita, come lui ha portato i suoi amici nella loro casa e come l'hanno costretta a fare determinate cose.

Non era solo il suo corpo ad essere impaurito, lo era anche la sua anima.

Loro le hanno combinate di tutti i colori e sono così orgoglioso di Addie per essere riuscita a difendersi e credo proprio che ci riuscirà, non ha bisogno solo di chiuderli in carcere lo fa per se stessa, non riuscirà ad andare avanti fino a quando farà questo.

Feci correre la mia mano su e giù il suo braccio e la stavo guardando quando Lalan entrò e si appoggiò contro la porta.

"Sta finalmente dormendo." Sembrava essere sollevata ed io annuì.

"E' bellissima mentre dorme." Non riuscì a distogliere i miei occhi da lei, l'ho avuta indietro e non voglio distogliere lo sguardo perchè quando lo faccio mi sento come se fosse centinaia di migliaia di distanza da me.

"Avrà bisogno dello psicologo, credo che dovresti andare con lei quando tutto finirà." Annuì.

"Se è quello che vuole lei."

"Credo che quando il caso sarà chiuso voi due dovreste mettervi un pò di distanza."

"Cosa?" chiesi.

"Non completamente ma tu non ci sarai lì tutte le notte e lei deve imparare a fare da sola. È troppo dipendente da te e a causa del tribunale posso capirlo ma dopo ha bisogno di essere forte per conto suo." Lalan guardò Addie e lo feci anch'io.

"Lo so che hai ragione solo che fa schifo pensarci."

"Lo so ma è ciò che è meglio per lei e se tu continui a fare resistenza già da ora sarà più difficile rompere dopo." Aveva ragione.

"Okay ma come posso fare? Non posso semplicemente stare lì seduto mentre la sentirò urlare di notte."

"Credo che sia qualcosa da chiedere allo psicologo e spero che dopo il tribunale lei sarà più in pace e le cose saranno più semplici."

"Lo farò." Le dissi e lei annuì.

"E' finalmente giunto il momento in cui stai crescendo." Sorrise e mi sorpresi far correre le mie dita tra i suoi capelli come facevo d'abitudine.

"Lo so. Mi ci è voluto un bel pò, eh?" chiesi e lei annuì.

"Grazie per tutto quello che hai fatto per lei." Guardò adoratamente Addie, tutti possono dire che Lalan la considera come sua figlia. Lalan è come una vera madre per Addie.

"Grazie anche a te, tu l'hai accettata e le hai dato una casa e una vera famiglia." Non credo che Lalan si prenda abbastanza meriti per come Addie ora è felice.

"Avrei dovuta portarla via il giorno in cui è nata. Ho pensato a lei tutto il tempo in questi diciannove anni e sapevo che non sarebbe stato la miglior vita dove crescere ma non mi aspettavo neanche che fosse stato tutto così brutto."

"Ora è al sicuro." Le dissi e lei si asciugò gli occhi e sorrise.

"Lo so. Buonanotte." Se ne andò prima che avesse un crollo di pianto.

Restai con lei tutto il tempo che potevo la mattina successiva prima che le diedi un bacio e andare al lavoro. Stava diventando così, lavoravo e poi restavo con loro, ed era quasi come stare a casa. Addie se ne andò con Nathan per la preparazione al tribunale così decisi di andarla a prendere una volta finito.

Non si poteva nascondere per sempre e a Seattle eravamo in mezzo alla folla quando la portai al centro di scienza di Seattle. Era un posto fantastico e non voleva andarsene dalla mostra di farfalle. Ero felice che riuscisse almeno ad avere questa normalità prima del tribunale che avverrà tra pochi giorni.

Quando andai al lavoro il giorno successivo ricevetti una chiamata da Addie.

"Hanno i risultati." Mormorò.

"Sarò lì tra pochi minuti." Le dissi e attaccai prima di andare a cercare il mio capo.

"Ho bisogno di prendere una lunga pausa pranzo." Gli dissi.

"Per quella ragazza?" chiese ed io annuì.

"E' successo qualcosa e ha bisogno che di me, tornerò subito." Gli dissi e lui annuì.

"Ho letto riguardo al caso." Disse ed io annuì.

"Credo che tutti lo abbiano fatto."

"Vai pure, lei ha più bisogno di te che io ora, ma domani sarà una lunga giornata e uscirai tardi dal lavoro."

"Va bene, grazie."

"E grazie per non coinvolgere tutta la storia con il lavoro. So che avrai bisogno di qualche giorno di permesso per poterci essere al tribunale e in quel caso ci arrangeremo." Era davvero un uomo molto comprensivo.

"Grazie." Mi diressi verso casa di Addie e la trovai seduta nella sala pranzo, Kalila ed Asher erano arrivate la scorsa notte. Una volta giunto lì Nathan diede ad Addie la lettera.

"Posso capire se vuoi fare questo da sola." Disse Lalan e lei scosse la testa.

"No, va bene." La aprì e mi guardò ed io feci un lieve cenno verso la lettera.

"Il DNA del bambino è di Lucas Kraft." Disse e sospirò prima di rannicchiarsi e permisi a Kalila di andare verso di Addie mentre vomitava. Aveva bisogno di tutta la sua famiglia, non solo di me.

"Questo cambia qualcosa?" mi chiese Asher.

"No per niente." Non mi importava chi fosse il pradre del bambino nei termini della nostra relazione.

"Non ti importa il fatto che forse non potrà mai avere un bambino?" chiese e quello fu abbastanza per farmi alzare infuriato.

"Perchè continuate a fare questo? Io sto lì seduto continuando a chiedervi ogni singolo fottuto giorno se avreste intenzione di abbandonarla? No, perchè so che l'amate. Non me ne andrò da nessuna parte! Starò lì seduto in tribunale e ascolterò la sua storia e comunque l'amerò ancora. Non c'è niente di sbagliato in lei e voi avete davvero bisogno di fermare il vostro atteggiamento come se lei fosse una fottuta bomba tossica."

Non stavano insultando solo me ma anche lei.

"Calmati." Disse Addie ed io sospirai mentre mise le sue braccia attorno a me.

"So che mi ami." Mormorò contro il mio petto ed io annuì, almeno c'era qualcuno che lo sapeva.

"Stai bene?" le chiesi e lei annuì.

"Ti volevo qui così che potessi mettermi tutto alle spalle. Ora puoi andare a lavorare Liam, sto bene." Mi rassicurò.

"Non se ne andrà da nessuna parte fino a quando avrà finito di mangiare! È la sua pausa pranzo e ora deve mangiare." Protestò Lalan mentre mi fece l'occhiolino e tutti si diressero verso la cucina. Lalan è sempre stata dalla mia parte in questa situazione e devo convincere tutta la sua famiglia che sono serio ma c'è sempre un limite e quando è troppo è troppo.

Truth in words [book 3] - Italian translationDove le storie prendono vita. Scoprilo ora