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Probabilmente quella caduta quella notte sarebbe stata l'ultima neve dell'inverno. Erano passate le sei da pochi minuti. Il sole che iniziava ad alzarsi nel cielo quella mattina a scaldare le sue ossa stanche, era il preludio della fine della stagione fredda. Non aveva più vent'anni e nemmeno trenta pensò accigliandosi. I tergicristalli che avevano spazzato via gli ultimi fiocchi grossi come piume d'oca non avevano cancellato la stanchezza e la frustrazione che sentiva. L'agente Maffei fermò l'auto nel parcheggio riservato e Gualtieri aprì la portiera e scese per sgranchirsi le gambe «bella serata Maffei» disse con ironia mentre si stirava la schiena. Non era più abituato a stare tutta la notte fuori e soprattutto in un'auto di pattuglia

Magro con una faccia da bambino sotto una massa di capelli ricci e neri, Agostino Maffei scese anche lui dall'auto «almeno è stata una nottata tranquilla ispettore» affermò chiudendo la macchina.

Era vero, avevano girato per le vie cittadine tutta la notte senza dover fare nemmeno un intervento, quella cittadina era davvero un'oasi di tranquillità, pensò Francesco, almeno finché non era comparso Willy.

Attese l'arrivo dell'agente al suo fianco «andiamo dentro ti offro un caffè, te lo sei guadagnato» disse l'ispettore

Maffei sorrise «grazie» dopo tutto il freddo della notte un caffè caldo sarebbe servito a scaldargli le ossa

«Ne portiamo uno anche a Tommasi» aggiunse Francesco «ma glielo do solo se mi ha finito la ricerca» ammiccò complice strappando un sorriso anche a Maffei.

***

Massimo se ne era andato poco dopo la mezzanotte, e in un certo senso era stato meglio così. Non che si pentisse di quello che era successo, ma stranamente non riusciva ancora a capire cosa provasse realmente per lui. Quindi, nessun legame, niente costrizioni, meglio dormire ognuno a casa propria, piuttosto che fingere un qualcosa che non c'era e che forse non ci sarebbe mai stata. Elisa si sentiva strana, non che le importasse di quello che potesse pensare lui, solo che non capiva quali pensieri offuscavano la sua di mente. Era attratta indubbiamente da quell'uomo, ma allo stesso tempo qualcosa la spingeva ad allontanarlo. Si alzò dal letto avviandosi a fare una doccia. Certo doveva ammettere che era stata bene e che Massimo ci sapeva fare indubbiamente. Sorrise aprendo l'acqua per regolarla.

Il messaggio sul cellulare la riportò alla realtà. Lo prese guardando la notifica: era l'ispettore Gualtieri che l'avvisava di presentarsi nel suo ufficio alle nove. Istintivamente guardò l'ora sul display del cellulare, erano le otto e dieci, aveva giusto il tempo per la doccia e un caffè veloce, pensò cominciando a spogliarsi.

L'acqua che scendeva sul suo corpo era della temperatura giusta e fu piacevole fermarsi qualche secondo sotto quel getto caldo.

Al momento era stata una gran bella scopata, pensò ritornando a poche ore prima, se ci fosse stata la possibilità di qualcosa di più, lo avrebbe capito solo nelle prossime ore.

***

Appena arrivò nel corridoio del commissariato, Elisa si sentì toccare sulla spalla «buongiorno dottoressa» la voce sorridente di Massimo la fece voltare. Mancavano un paio di minuto alle nove.

«Buon giorno ispettore» rispose al suo sorriso ammiccando leggermente «dormito bene?» allusiva

Lui decise di stare al gioco «sì, decisamente» poi avvicinandosi al suo viso «specialmente le prime ore della serata sono state fantastiche» sussurrò

Elisa si sentì stranamente a disagio, non era una situazione alla quale era abituata «sono estremamente felice per lei». Sentiva le guance accaldate, nemmeno da ragazzina o al liceo si era mai sentita così accanto a un uomo.

«E lei dottoressa, ha passato una bella serata?» Massimo sembrava consapevole dello stato particolare in cui lei si trovava

Elisa decise di non dargli troppe soddisfazioni «mediamente nella norma» rispose sorridendo però.

«Questo è un colpo basso dottoressa» fingendo un dispiacere che in realtà non provava.

Arrivarono davanti la porta dell'ufficio di Gualtieri. «Sai perché ci ha convocati?» chiese lei tornando seria

Massimo alzò le spalle «in realtà no, credo ci siano novità inerenti Willy» rispose aprendo la porta.

Nell'ufficio dell'ispettore c'era tutta la squadra che stava lavorando al caso

«Chiudi la porta Massimo» disse Francesco vedendoli entrare

«Che succede?» chiese Ricciardi dopo aver chiuso. Nella stanza c'erano almeno dieci persone in piedi.

«Vi ho convocato perché ci sono stati degli sviluppi» iniziò Gualtieri

Massimo si avvicinò all'orecchio di Elisa «mi hanno detto che è rimasto in ufficio tutta la notte» sussurrò «senza nemmeno andare a casa»

In effetti Francesco sembrava stanco mentre parlava notò lei. Con le spalle che si ingobbivano e il viso distrutto in un impresentabile abito stropicciato che doveva essere già fuori moda quando lo aveva acquistato.

«Dobbiamo concentrare la nostra attenzione anche su un altro soggetto» continuava a parlare guardando però principalmente dalla sua parte, almeno questa era la sensazione che aveva Elisa «il dottor Osvaldo Bisleri dopo gli ultimi sviluppi è diventato un possibile candidato» prese dei fogli che aveva sulla scrivania e li passò agli uomini che aveva vicino «fateli girare ce n'è una copia per ognuno» gli agenti eseguirono e quando arrivò a lei, Elisa si concentrò nella lettura.

«Potete notare tutti i legami che ha il dottore con alcune delle vittime e soprattutto la vicinanza alla grotta dei sacrifici» continuò Gualtieri «ho appena richiesto al procuratore Nalin un mandato per perquisire il cascinale abbandonato»

«E i due ragazzi spariti a Bordighera?» chiese un agente.

«Per questo vi ho convocato» rispose Gualtieri «non c'è scritto sul foglio che vi ho dato perché la conferma è arrivata poco fa, ma nei giorni della presunta scomparsa, Bisleri si trovava a Sanremo per un simposio di psicologia e psichiatria»

Ci fu un mormorio, tutti sapevano che Sanremo era vicinissima a Bordighera, circa dieci chilometri li separavano, e sarebbero stati decisamente percorribili dall'uomo.

«Questo non fa di lui automaticamente Willy, ma dobbiamo appurare la verità» concluse Francesco

«Cosa dobbiamo fare?» chiese Massimo dopo aver letto il foglio

«Dividetevi, metà squadra continui a seguire la pista Brugoli, l'altra metà cerchi tutto quello che può su Bisleri, contattate gli altri professori di quel simposio e chiedete se qualcuno ricorda qualcosa, soprattutto se per caso il sospettato si sia assentato per qualche tempo»

Annuirono.

La caccia avrebbe proseguito anche se forse si cominciava a fiutare l'odore della preda.

© Dan Ruben

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