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"Giuliano aumentò il passo. Aveva visto Amedeo attraversare la strada e scomparire lungo il sentiero tra gli alberi del bosco. Non lo avrebbe lasciato da solo, Marco probabilmente a quell'ora era quasi arrivato a casa, invece Amedeo avrebbe dovuto inoltrarsi nel bosco per raggiungere il rifugio. Aveva valutato la situazione prima di prendere quella decisione, e ora stava accelerando per raggiungere l'amico. Arrivò al semaforo pedonale e attese il verde, attraversò la strada e si inoltrò nel sentiero che si disperdeva tra gli alberi. Stava ricominciando a piovere e lo zaino sulle spalle stava cominciando a diventare pesante. La strada era scomparsa dietro di lui, non sentiva nemmeno più il rumore delle auto che sfrecciavano sull'asfalto umido. C'era sempre silenzio in quel bosco, per questo lo avevano scelto per costruire la loro capanna. Isolata e segreta. Seguì il sentiero fino a una curva ma si fermò improvvisamente. Un uomo aveva afferrato Amedeo di spalle e gli teneva premuto sul muso un pezzo di stoffa. Le ginocchia di Giuliano iniziarono a tremare, stava per urlare con tutte le forze che aveva quando l'uomo si voltò. I loro sguardi si incrociarono per un breve momento e anche se era distante, Giuliano lo vide sorridere. Conosceva quell'uomo, lo aveva già visto, sapeva chi fosse, e questo lo terrorizzò a tal punto da lasciarlo senza forze. Sotto la pioggia che aveva iniziato a scendere con violenza, crollò in ginocchio tremante e piangente mentre l'uomo e Amedeo scomparivano tra gli alberi..."

***

La madre superiora era una donnona di circa sessant'anni, con il viso paffuto e le guance leggermente arrossate. Entrarono nello studio e la suora sorrise facendoli accomodare. Decisamente suor Beatrice non sembrava affatto come l'aveva dipinta l'ispettore Gualtieri pensò Elisa.

L'uomo iniziò a spiegare le motivazioni che li avevano spinti fino all'orfanotrofio, la suora sembrava ascoltare con sufficienza, l'atteggiamento era un po' strafottente pensò lei, ma probabilmente era il suo modo di fare, immaginava che non fosse semplice gestire un complesso come quello che disponeva di circa cinquanta ragazzi in quel momento.

«In pratica ispettore cosa vorreste da me?» chiese inclinando leggermente il viso e unendo le mani come in preghiera

«Ci serve il suo aiuto» disse Gualtieri in modo sbrigativo

«Ispettore abbiamo già affrontato in passato questo argomento» rispose decisa «e non capisco in che altro modo posso esservi utile»

La suora stava andando sulla difensiva notò Elisa

Francesco si girò verso la dottoressa che lo anticipò nella risposta «ci chiedevamo se fosse così cortese da dirci se per caso un vostro ospite corrispondesse alla descrizione del ragazzo che abbiamo trovato»

La superiore si voltò verso la donna «abbiamo un vincolo che ci obbliga alla riservatezza per questioni di privacy verso i nostri ospiti. Sono tutti minorenni»

«Lo sappiamo madre» aveva accentuato maggiormente la parola madre come a far capire alla suora il rispetto che aveva verso il lavoro che stava svolgendo «ma questo ragazzo purtroppo è stato assassinato e il suo aiuto ci permetterebbe probabilmente di risolvere il caso e impedire altre morti» si rattristì dicendo quelle parole «non sarebbe giusto e nemmeno semplice per lei doversi accollare anche questo fardello con tutti quelli che già quotidianamente deve adempiere» aggiunse Elisa.

Suor Beatrice sospirò riportando indietro le spalle

Elisa vide la leggera crepa nella sua espressione decisa «ci basta un si o un no» accennò un leggero sorriso complice «sapere se il ragazzo proveniva da questo istituto in modo poi da poter fare tutte le richieste burocratiche per avere il mandato»

«Appunto quello che stavo dicendo, vi serve un mandato» aggiunse la suora

«Madre lei sa benissimo che ci vorranno giorni per ottenerlo e se poi risultasse che quel ragazzo non provenisse da questo istituto quei giorni sarebbero stati persi e non vorrei che per colpa di questa assurda attesa ci trovassimo poi a fare i conti con un altro ragazzo morto» si avvicinò alla scrivania guardando la suora «io sinceramente non lo sopporterei e credo che anche lei non gradirebbe avere un simile peso sulla sua coscienza»

La suora fece un sospiro e abbassò leggermente la testa «va bene» rispose con un sussurro «cosa volete sapere?»

Elisa sorrise guardando il volto compiaciuto di Gualtieri, che muovendo la testa le fece cenno di continuare «questo ragazzo è scomparso circa un anno e mezzo fa, aveva circa quindici anni e probabilmente aveva subito un qualche intervento alla gamba destra e alla testa» rispose Elisa «oppure non erano interventi ma semplici tatuaggi»

La suora sembrò pensare per alcuni secondi poi si alzò, anche in modo abbastanza repentino pensò Elisa, e andò verso uno schedario «c'era una ragazzo» disse prendendo un fascicolo e posandolo sulla scrivania «che forse potrebbe corrispondere alla vostra descrizione» sfogliò quell'enorme volume fino a fermarsi su una pagina «è scomparso il 15 luglio di diciotto mesi fa» alzò la testa su di loro «potrebbe essere lui?»

«Il tempo coincide» rispose Elisa

«Ho qua copia della denuncia fatta all'epoca al commissariato di Bordighera»

Gualtieri aggrottò la fronte «perché Bordighera?»

La suora girò lo sguardo su l'uomo «abbiamo una casa vacanza lì e in quel periodo portiamo i ragazzi al mare»

"Ecco perché non aveva nessuna denuncia in archivio" pensò Francesco

«Il ragazzo è scomparso il secondo giorno facendo sparire le sue tracce»

«Perché crede che sia lui?» chiese Elisa

«Da bambino era caduto dalle scale procurandosi una frattura multipla» rispose la suora «lo avevamo fatto operare e portava un chiodo nel ginocchio alla gamba destra» aggiunse «e poi aveva una voglia sulla guancia destra a forma di ciliegia»

Elisa spalancò gli occhi «potrebbe essere lui» disse

La suora sospirò «si chiamava Fabio, almeno quello era il nome che ci aveva detto quando era arrivato qua»

«Può dirci altro?»

La suora si passò una mano sul volto «solo che era un bambino adorabile» rispose sedendosi dietro la sua scrivania «per il resto vi serve un mandato».

© Dan Ruben

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