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«Devi cercare quante più informazioni possibili puoi sulla sua vita nell'orfanotrofio dove è cresciuto» disse Elisa

«Ci proverò»

«Ora raccontami di due anni fa quando ha divorziato» chiese Elisa riportando lo sguardo su Massimo

«Non saprei che dirti io non lo conoscevo se non per aver letto di lui» rispose, poi vedendo lo sguardo insistente della donna continuò «quando sono arrivato in questo commissariato nell'Aprile di due anni fa, lui aveva divorziato da poco. Mi hanno raccontato che era stato un divorzio davvero pesante, la moglie gli aveva portato via tutto lasciandogli solo la casa dove vive con ancora dieci anni di mutuo. Ricordo che lui era distrutto, vagava tra gli uffici come uno zombie. I colleghi cercavano di aiutarlo facendo a turno parte del suo lavoro, perfino i superiori lo coprivano, anche sapendo in che stato era, continuavano a trattarlo normalmente, anche se perfino io lo avevo raccolto una sera ubriaco tra le strade della cittadina, era davvero irriconoscibile almeno per come avevo letto di lui e come mi avevano raccontato i colleghi»

«Poi cosa successe?»

«Lentamente si riprese, giorno dopo giorno riuscì a venirne fuori e ad agosto, quando rientrò dal periodo di ferie, sembrava davvero essere riuscito a mettersi alle spalle quella dolorosa vicenda. Sembrava un altro»

«Cosa era successo in quel periodo?»

«Questo non lo so» alzò le spalle «era stato via praticamente tutto il mese di luglio tra ferie arretrate e permessi»

«Dove?» chiese lei mentre la sua mente stava già collegando le date

«Non lo so, c'è chi dice che sia andato a Milano per chiarire con la moglie. Quello che so è che al ritorno sembrava completamente un altro»

Lei indicò il portatile che Massimo aveva sul tavolinetto «dammi i nomi di chi quell'anno è andato in ferie a luglio?»

«Pensi che c'entri qualcosa?»

«A luglio sono stati presi Fabio e Maria»

«Che c'entra anche io ero in ferie a Luglio» ammise Massimo

«Cerca quei nomi così li mettiamo a confronto con gli otto nomi che hai selezionato nella tua lista» continuò lei. La mente di Elisa continuava a proporle scenari diversi ma tutti plausibili e che riconducevano ad un unico sospettato: l'ispettore Gualtieri.

Lui digitò qualcosa sul portatile fino a far comparire cinque nomi. Girò lo schermo verso di lei «ecco»

Elisa concentrò l'attenzione su quell'elenco e su quello che aveva in mano lei. Solo Gualtieri compariva in entrambi.

***

Entrò in cucina avvicinandosi al mobiletto. Era tutto vecchio, pavimenti vecchi, piastrelle vecchie e vecchi mobili in pino. Francesco non era riuscito a chiudere occhio nonostante fosse sveglio ininterrottamente ormai da due giorni. Prese il pacco di caffè colombiano e il macinino. E con la stessa strana sensazione che gli aveva fatto percepire Elisa nel bosco iniziò la lenta preparazione del caffè. Era un rituale ormai per lui. Mise la moka sul fornello accendendolo e si sedette appoggiando i gomiti sull'orlo del vecchio tavolo ad osservare la fiamma che danzava cambiando colore. Elisa non era andata nel bosco per caso, pensò, lo stava seguendo. E lui aveva abbastanza esperienza per sapere che se la dottoressa si era spinta fino a quel punto significava che lui aveva commesso qualcosa che l'aveva insospettita. Continuando a guadare la fiamma che danzava cercò di pensare ai suoi movimenti e a cosa avesse fatto per farla insospettire. Erano sul punto di incastrare Bisleri, tutto faceva pensare che fosse lo psicologo il colpevole, perché spostare l'attenzione su di lui? Perché ormai ne era convinto, la dottoressa Ricci pensava che Willy fosse lui.

***

«Dobbiamo trovare dove è andato nel luglio di due anni fa e poi andare dal procuratore» disse lei

Massimo spalancò gli occhi «dal procuratore?» rispose «scherzi? Non abbiamo nulla se non delle supposizioni»

«Ci serve un mandato per perquisire la sua abitazione, se abbiamo ragione c'è un'altra vita in gioco in questo momento se non è già troppo tardi» era agitata forse più di quanto avrebbe dovuto «non abbiamo molto tempo se vogliamo sperare di trovare il piccolo Amedeo ancora vivo» continuò lei con decisione

«Cazzo ma stai parlando di un ispettore capo» la voce era quasi un sussurro come se avesse timore di pronunciare quella frase.

«Pensaci Massimo, tutto sembra coincidere, il divorzio ad aprile di due anni prima praticamente la stessa data dell'uccisione di Anna Franchi»

«Si ma il procuratore non emetterà mai un mandato solo su questo» rispose

«Lo so che non abbiamo ancora prove, ma anche il periodo della sparizione di Fabio e Maria coincide con le sue vacanze e poi l'orfanotrofio»

Lui spalancò gli occhi «l'orfanotrofio?» chiese stupito

«Si, quando siamo andati a parlare con suor Beatrice Francesco era strano, era come se avesse timore di entrare in quell'istituto. Lì per lì non ci ho prestato molto caso, ma ora ripensandoci è possibile che quel timore fosse legato al suo passato visto che è cresciuto in un istituto simile, a qualcosa che è successo allora e che è ritornato a galla ora con lo stress della separazione»

Massimo rimase a pensare per qualche secondo continuando a guardare il volto della donna che aveva difronte. Era vero non avevano prove ma tutto sembrava incastrarsi perfettamente. La logica di Elisa aveva senso, troppe cose tornavano.

Sospirò «cerco se trovo qualcosa a riguardo dell'orfanotrofio e dove è andato a luglio di due anni fa» disse con rassegnazione «ma se non trovo nulla però lasciamo perdere tutto» non aveva intenzione di giocarsi la carriera per delle supposizioni, anche se sembravano molto plausibili.

«Va bene» ammise Elisa anche se dentro di lei continuava a pensare di essere sulla strada giusta.

© Dan Ruben

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