Quando l'ispettore Gualtieri scese dall'auto, Ambrogi gli andò incontro «Francesco» lo salutò alzando le mani e scuotendo la testa «senza rancore»
Francesco lo guardò per qualche secondo «mi racconterai un'altra volta come sono andate le cose» rispose senza rabbia.
«Il merito è della dottoressa Ricci» sorrise indicando un gruppo di poliziotti, intorno alla donna, che si stava radunando per inoltrarsi lungo il sentiero «è stata lei a scoprire tutto»
Lui asserì: chissà perché, era sicuro che Elisa avrebbe scavato per arrivare alla verità e a quanto sembrava, il suo intuito non si era sbagliato, quella donna era davvero limpida e anche molto in gamba nonostante tutto.
«La ringrazierò più tardi» sospirò «come procediamo?» chiese indicando gli uomini che separati si stavano apprestando a cercare lungo tutto il perimetro.
Il lago alle loro spalle era buio e silenzioso «ho diviso gli uomini in tre gruppi e ho ordinato di perlustrare tutta la zona» poi indicando il gruppo con Elisa davanti a loro «Ricciardi aveva un bungalow in affitto, la dottoressa e i ragazzi stanno andando lì»
«Mi aggiungo a loro» sancì Francesco e senza attendere risposta si avviò verso quel gruppo che aveva iniziato ad avanzare tra gli alberi seguendo il sentiero.
Il silenzio del lago aveva coperto anche il bosco che lo circondava. Si sentivano solamente alcuni lontani latrati dei cani che cercavano una qualche pista, oltre al suo respiro affaticato per raggiungere il drappello che aveva davanti. Non avrebbe dovuto riprendere a fumare.
Continuò verso gli alberi. Il sentiero tortuoso, a tratti ancora innevato, aveva qualcosa di tetro in quel momento. Seguiva il gruppo di poliziotti con le torce accese davanti a lui di qualche passo. Tolto il fascio di luce emanato delle torce, l'oscurità che li circondava era spettrale. Gli alberi dai grossi tronchi che torreggiavano su di lui sperdendosi nel cielo nero, lo facevano sentire indifeso. La natura e l'oscurità sembrava assorbire tutto. Raggiunse la coda del gruppetto e un agente si girò a salutarlo riconoscendolo «ispettore Gualtieri»
Pronunciato il suo nome anche gli altri si fermarono e si girarono verso di lui.
Raggiunse così il centro del gruppo affiancando Elisa e il suo assistente Stefano «che fate lì impalati» disse agli uomini «dobbiamo cercare un ragazzo» ordinò e immediatamente il drappello ripartì alla volta del bungalow. Il campeggio era a meno di un chilometro dal lago all'interno di un bosco di pini secolari.
Lei gli si fece accanto «mi dispiace» sussurrò tristemente.
«Hai fatto quello che credevi giusto» rispose lui. Stranamente non provava rancore, nemmeno rabbia o delusione, era come se tutto gli fosse scivolato addosso senza nemmeno sporcarlo. Francesco si stava domandando se fosse normale sentirsi così. Forse sarebbe stato il caso di parlarne con qualcuno. O come gli diceva spesso sua moglie di farsi vedere da un buon medico. Ma Clara però non faceva testo, era incazzata con lui da una vita, ripensò sorridendo nella mente.
Il bungalow di Ricciardi era leggermente spostato rispetto agli altri. Tutto il campeggio era isolato e ancora non abitato. Non risultavano ospiti in quel periodo, il titolare aveva detto che quel camping si riempiva maggiormente con la bella stagione, essendo il lago il posto ideale per fare canottaggio, con i primi caldi molti trascorrevano in quel posto i fine settimana. Invece in quel momento il freddo e il gelo non permettevano nessuna attività in quel luogo. Solo Ricciardi aveva affittato il bungalow per l'intero anno, ma il titolare, non sapeva nemmeno se ci fosse andato qualche volta, visto che anche lui nella stagione invernale preferiva stare a casa in paese piuttosto che in quel posto sperduto tra gli alberi, il freddo umido e il silenzio irreale.
Certo la natura che li circondava in quel momento era fitta e per certi versi minacciosa pensò Gualtieri procedendo accanto ad Elisa.
Quando arrivarono al campeggio Francesco chiese ad un agente la cartina topografica della zona «cercate in tutti i bungalow, non solo in quello di Ricciardi» ordinò agli uomini prima che si disperdessero iniziando la ricerca.
«Hai capito dove siamo?» chiese ad Elisa indicando la cartina
Lei lo guardò attendendo che continuasse. Si sentiva così maledettamente in colpa verso di lui.
«Guarda» indicando un punto sulla cartina a poca distanza da dove erano «la grotta dei sacrifici è al di là del boschetto» disse «tagliando per il sentiero ci si arriva in meno di dieci minuti»
Elisa concentrò l'attenzione sulla mappa che l'ispettore aveva in mano, era vero la grotta era vicina e questo avvalorava la possibilità che Amedeo fosse nascosto lì.
«Il bungalow di Ricciardi è quello in fondo» disse lei indicando l'ultimo fabbricato davanti a loro.
«Andiamo»
Il buio era illimitato. Quando aprirono la porta il silenzio era assordante.
«Cercate in tutto il perimetro» ordinò l'ispettore agli uomini indicando il terreno introno al piccolo caseggiato.
«Pensi possa trovarsi qua intorno?» Elisa cercava un modo per dimostrare all'uomo tutto il suo dispiacere per ciò che gli aveva causato.
Gualtieri la guardò alzando un sopracciglio «ci hai condotto tu in questo campeggio»
«Lo so era una domanda superflua, ma mi sento così dannatamente in colpa per ciò che ti ho causato» era sinceramente contrita
«Non ne parliamo più ti va?» rispose lui «troviamo Amedeo e lasciamoci alle spalle tutta questa maledetta storia»
Elisa mosse la testa in modo affermativo senza dire nulla. Non sarebbe stato facile per lei cancellare quello che era successo, soprattutto averlo messo in cima alla lista dei sospettati. Non lo avrebbe mai dimenticato.
Perquisirono il bungalow per ben due volte senza trovare nulla. Un cucinino piccolo, un bagno e una camera da letto stretta anche per un uomo solo, oltre alla piccola sala che si affacciava direttamente all'ingresso. Pochi mobili e un arredamento decisamente spartano. Pochi indumenti nell'armadio e qualche provvista nel frigo. Almeno all'apparenza tutto sembrava normale, nulla fuori posto e nessun rumore o suono sospetto oltre lo scalpiccio degli agenti che cercavano qualche traccia.
Francesco uscì da quel bungalow con un senso di frustrazione. Avevano fatto un buco nell'acqua. Erano convinti che Amedeo fosse nascosto in quel posto invece sembrava non esserci traccia di lui.
Anche Elisa e Stefano uscirono ad affiancarlo.
«Nulla» disse il ragazzo più a se stesso che a chi gli era intorno.
«Non capisco» Elisa era confusa «le sue ultime parole ci hanno portato qua» si sentiva frustrata e confusa. La delusione che stava provando aggiunta ai sensi di colpa per ciò che era successo la stavano soffocando.
Entrambi si voltarono a guardare Francesco che era rimasto in silenzio e fissava il bungalow.
«Deve essere qua intorno» confermò Stefano ancora una volta più a se stesso che agli altri
Francesco li lasciò soli iniziando a fare il giro introno alla casetta. Continuava a guardare quel bungalow da fuori con una strana espressione sul viso.
Stefano ed Elisa restarono fermi davanti l'ingesso leggermente perplessi.
Quando l'ispettore tornò da loro avendo ultimato il giro intorno al bungalow, aveva l'espressione intensa e pensierosa «qualcosa non torna» mormorò arrivando al fianco dei due.
«Cosa?» chiese Stefano.
«La finestra della stanza da letto» disse Gualtieri
I due si guardarono in attesa che continuasse
«Esternamente è a metà parete» accennò una smorfia «ma internamente è quasi alla fine del muro che delimita la stanza»
Stefano rientrò in casa uscendone poco dopo «Tre passi da un lato e un passo dall'altro» disse andando a contarli dall'esterno e ritornando poco dopo «quasi quattro passi da entrambi i lati» affermò «ha ragione ispettore, c'è una stanza nascosta» sorrise.
© Dan Ruben
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INSIDE THE MIND
Mistério / SuspenseUna piccola cittadina di montagna dove non succede mai nulla, dove tutti si conoscono, dove la vita scorre sempre uguale. Un piccolo paradiso, il posto ideale dove provare a riprendere in mano la propria vita. Fino a quando... Una scoperta casuale t...