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Mentre gli uomini mormorando tra di loro si apprestavano a lasciare la stanza, Gualtieri alzò gli occhi su di lei «dottoressa Ricci per favore può fermarsi un momento»

Lei sorrise «certamente»

Appena furono usciti tutti, Francesco si avvicinò «ho bisogno che prepari la tua squadra per andare al casolare» disse chiudendo la porta alle sue spalle.

Erano soli in quel momento, in pochi secondi la stanza si era svuotata completamente

«Va bene» asserì per poi fermarsi a guardarlo «sei davvero sicuro che sia Bisleri?»

Francesco sospirò «no, ma tutti gli indizi raccolti fino a questo momento sembrano portare a lui»

Lei inclinò leggermente la testa per guardare i suoi occhi. Era stanco si vedeva «come sei arrivato a lui?» era curiosa di capire se qualcosa le era sfuggita nell'indagine.

«In realtà inizialmente solo il ricordo di una strana sensazione percepita quando gli avevo chiesto di Giuliano»

Lei in quel momento ripensò alle sue sensazioni quando era andata all'orfanotrofio la prima volta con Gualtieri, «non si basa un'indagine sulle sensazioni» disse come a voler dare una risposta soprattutto a sé stessa. C'era qualcosa nello sguardo di quell'uomo che non la convinceva. Aveva un modo di guardarla decisamente intenso. Sembrava cercare qualcosa.

«Per questo ho fatto delle ricerche» rispose. Poi dopo essersi soffermato a guardarla per qualche istante in volto continuò «a cosa pensi?»

Elisa sospirò «ammesso che tu abbia ragione, Giuliano sarebbe morto perché ha visto il suo psicologo rapire Amedeo?»

«Si, è probabile»

«E perché non l'ha denunciato?»

Lui alzò le spalle «non lo so, forse era intimorito»

Lei scosse la testa «non lo so, mi sembra inverosimile» rispose

«Credi di più nell'ipotesi Brugoli?»

«Anche quella pista mi lascia molti dubbi» rispose

Francesco cambiò argomento «avete trovato qualcosa di interessante in biblioteca?» chiese improvvisamente

«Come sai che eravamo in biblioteca?» spalancò gli occhi sorpresa

«Eri sparita e Ricciardi ha chiamato il laboratorio e poi ci ha detto che eri lì»

«Si» ammise «ero andata lì per cercare alcune informazioni sull'aspetto psicologico dell'assassino»

«Lo immaginavo, per questo ho mandato da te Massimo, per darti una mano» la guardò «spero di non aver fatto qualche danno?»

Perché aveva la sensazione che Gualtieri sapesse tutto? Perché si sentiva così a disagio con quegli occhi che la scavavano in profondità?

«Nessun danno» rispose cercando di troncare l'argomento e abbassando leggermente la testa

«Non hai risposto però se avete trovato qualcosa?» Francesco sembrò raddrizzarsi davanti a lei diventando improvvisamente imponente

Lei deglutì leggermente, che cazzo le stava succedendo «non abbiamo trovato nulla» non doveva dare nessuna spiegazione a quell'uomo, perché si sentiva così?

«Va bene» rispose Francesco «avvisa i tuoi ragazzi, il mandato dovrebbe arrivare a momenti» aprendo la porta dietro di lei

Elisa si sentiva come se l'aria le stesse per mancare «lo faccio subito» rispose voltandosi e uscendo precipitosamente da quell'ufficio.

***

Elisa non si era mai sentita così scombussolata, come se Massimo prima e Francesco poi la mettessero in un certo senso in soggezione. Perché? Era bastata la vicinanza di Francesco per farle aumentare la salivazione e accelerare il respiro. Se in parte poteva comprendere il perché Massimo la mettesse in leggera soggezione: quell'uomo fondamentalmente le piaceva e ciò che era successo la notte prima lo dimostrava ampiamente, lei non scopava col primo che gli capitava, con Francesco invece era diverso, era come se ci fosse qualcosa di lui che l'attirava, salvo poi respingerlo mettendola sulla difensiva. Era di questo che aveva timore? Eppure, Gualtieri non aveva fatto nulla per avvalorare quei suoi stati d'animo.

Era confusa, dannatamente confusa da come si sentiva e da quell'indagine a cui sembrava mancasse qualcosa. C'era un tassello mancante, lo sapeva, ne aveva la certezza assoluta ma non riusciva a trovarlo. Qualcosa le sfuggiva in tutta quella mole di dati raccolti.

Massimo le arrivò difronte «cosa voleva?» indicando l'ufficio di Gualtieri

Lei accantonò i suoi pensieri per un momento «nulla solo dirmi di preparare la mia squadra»

Massimo la guardò per qualche istante notando l'espressione preoccupata «qualcosa non va?»

Elisa accennò un sorriso tranquillizzante «no tutto bene»

«Non si direbbe dal tuo viso» le posò una mano sulla spalla «sicura che non è successo nulla?»

Lei sospirò «ho solo la sensazione che manchi qualcosa al puzzle di dati raccolti»

«Tipo?»

«Le risposte ad alcune domande che mi girano nella testa»

«Quali?» la incalzò.

Lei alzò le spalle «non lo so, ma perché Brugoli avrebbe dovuto uccidere quei bambini? Nel suo passato non c'è nulla che alimenti questa ipotesi e noi sappiamo che tutti gli omicidi seriali scaturiscono da un elemento forte del loro passato»

«Infatti Gualtieri ha spostato le attenzioni su Bisleri»

«E qui mi sorge un'altra domanda» lo guardò negli occhi «perché Giuliano non lo ha denunciato se lo ha visto prendere Amedeo?» alzò un sopracciglio «eppure lo conosceva bene»

«Per paura»

«Di chi? Del suo medico?» scosse la testa «io non credo che il fatto di conoscerlo gli possa aver impedito di raccontare a qualcuno la verità»

«Non capisco»

«Non l'ha detta neanche a sua madre, neanche al suo migliore amico, capisci?»

«Dove vuoi arrivare?»

Improvvisamente Elisa si sentì attraversare da una scossa elettrica, e tutto in un istante prese forma nella sua mente. La consapevolezza di ciò che aveva intuito la destabilizzò per qualche istante, lasciandola come intontita a guardarsi intorno. Sospirò, mentre tutti i tasselli si mettevano a posto nella sua mente e si avvicinò al viso di Massimo «c'è solo un motivo se non vai alla polizia per denunciare un rapimento» sussurrò al suo orecchio «soprattutto se sei un bambino e hai paura delle ripercussioni»

Massimo spalancò gli occhi «perché è un poliziotto» rispose riuscendo finalmente a capire il pensiero di Elisa.

© Dan Ruben

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