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Mentre salivano sulla vecchia Volvo verde, che il dipartimento gli aveva assegnato, e sobbalzando lungo la stradina secondaria si allontanavano dal vecchio casolare, Elisa si soffermò a pensare. Perché Gualtieri le lasciava quella strana sensazione? Eppure, non aveva fatto nulla per far crescere in lei quei dubbi. Si soffermò pensierosa a guardare fuori dal finestrino, mentre i tergicristalli danzavano sul vetro con un ritmo costante. Era infreddolita, bagnata dalla pioggia e stanca. Decise di smetterla di fare illazioni e concentrarsi sui fatti reali. "Lascia perdere quelle sensazioni" pensò, attieniti ai fatti. Massimo, che non era con loro nella squadra preposta ai rilievi nel cascinale, aveva avuto tutta la giornata per carpire informazioni ed elementi utili. Sicuramente quella sera avrebbero avuto qualcosa di concreto su cui iniziare a indagare lasciando stare quella strana paranoia che aveva invaso la sua mente in quelle ultime ore. Metti da parte tutto e aspetta la sera si disse nella mente.

Spostò leggermente lo sguardo sul suo assistente che stava guidando. Probabilmente avrebbe dovuto coinvolgerlo in quella ricerca, Stefano aveva un ottimo intuito ed era un gran ricercatore. Appena fossero riusciti a trovare una pista utile lo avrebbe coinvolto, era inutile dirgli qualcosa ora, visto che al momento non aveva nemmeno idea di cosa stavano cercando.

Si sentiva davvero a pezzi.

«Stefano riesci a cavartela da solo in laboratorio con i reperti?» accennando un sorriso «ho bisogno di una doccia calda» sentiva i brividi pervaderle il corpo. Ci mancava solo che si prendesse un'influenza.

Lui si girò leggermente a guardare i suoi occhi «sicuro che stai bene?»

«Si, tranquillo, ho solo preso molto freddo»

«Va bene» rispose lui riportando l'attenzione alla strada che aveva davanti «ti lascio a casa e dopo vado al laboratorio»

«Grazie» sussurrò Elisa. Una doccia calda in attesa dell'arrivo di Massimo con quello che aveva trovato, le avrebbe fatto sicuramente bene. Stranamente sorrise al pensiero che a breve avrebbe rivisto l'ispettore Ricciardi.

***

Gualtieri arrivò davanti la porta della sua piccola villetta a schiera. Era un gruppo di quattro case appena fuori la cittadina in una zona decisamente tranquilla. Oltrepassò il piccolo cancelletto e si avviò verso la sua abitazione. Prese le chiavi e prima di aprire si voltò a guardare il piccolo giardinetto che aveva sul davanti. Cumoli di neve ed erbacce abbandonate. C'era stato un tempo dove gli piaceva dedicarsi al giardinaggio, ora invece avrebbe voluto bruciare tutto. Aprì la porta ed entrò sentendo subito una strana corrente d'aria. Si avviò in cucina trovando la porta finestra che dava sul giardinetto posteriore aperta. Che coglione. Si avviò a chiuderla maledicendosi della sua sbadataggine. L'aveva lasciata aperta ed erano due giorni che non rientrava a casa. Era fortunato ad abitare in quel posto, in qualunque altra città una porta aperta sarebbe stata un invito a nozze per un ladro, ma in quella cittadina tutto sembrava sopito e tranquillo, almeno fino all'arrivo di Willy.

Si tolse il giaccone imbottito posandolo sulla sedia, un bagno caldo e qualche ora di sonno lo avrebbero rimesso a nuovo avviandosi alle scale che lo avrebbero portato al piano superiore.

***

Massimo era arrivato con una decina di fascicoli e una borsa contenente il suo portatile.

«Quando tutta questa storia sarà finita ce ne andiamo due giorni al lago» disse lui entrando in casa

Elisa chiuse la porta dietro di sé «ti piace il lago?»

«Si, non è come il mare ma è vicino e mi rilassa» rispose con un leggera smorfia

Lei alzò le spalle «affare fatto» rispose

«Hai una connessione internet?» le chiese tirando fuori il portatile dalla borsa

«Si» rispose lei

«Ho pensato che è più facile se ci colleghiamo direttamente con il mio account al server della polizia» disse sorridendo

«Sei intenzionato ad andare fino in fondo» sorrise lei. La doccia calda l'aveva rigenerata e anche quella sensazione di leggera paura che aveva provato nel bosco era scomparsa

«Quando inizio una cosa mi piace portarla a compimento» rispose lui accendendo il portatile

«Hai trovato qualcosa?»

Lui le indicò i fascicoli «dai un occhiata veloce e prendi appunti se qualcosa ti sembra interessante, devo riportarli domani se non voglio che mi scoprono»

Lei iniziò a sfogliarli

«Sono solo i nomi e le informazioni principali di quelli che erano già in questo commissariato quando sono iniziati i rapimenti»

«Dovevi cercare quelli a cui era successo qualcosa negli ultimi due anni?» disse lei

«Si infatti, sono solo otto le persone che rientrano in quei parametri e sono tutti in quell'elenco scritto sotto»

Elisa aprì il secondo fascicolo e scorse l'elenco fino al nome di Gualtieri. Si soffermò per un istante su quel nome sentendo un brivido salirle lungo la schiena. Perché quella sensazione non l'abbandonava? E perché sapeva già che avrebbe trovato anche il suo nome?

Sapeva che Francesco prestava servizio in quel commissariato da più di sei anni, glielo aveva detto lui quando erano andati insieme all'orfanotrofio. Quella era stata la prima volta che aveva percepito quella sensazione accanto a lui, ma cosa gli era successo due anni prima per farlo entrare in quella lista?

«Come mai Gualtieri è nella lista?» chiese alzando lo sguardo su Massimo che stava digitando qualcosa sul computer

«Sua moglie Clara lo ha lasciato due anni fa portandosi via tutto e il divorzio lo ha praticamente distrutto»

Quella era sicuramente una valida causa per farlo crollare psicologicamente. Poteva essere la causa scatenante degli omicidi, pensò lei. Prese il fascicolo con le informazioni su Francesco Gualtieri e iniziò a leggerlo con attenzione. Era un ottimo poliziotto, il suo stato di servizio era eccellente, uscito dall'accademia a pieni voti... Si bloccò immediatamente leggendo che era cresciuto in un orfanotrofio.

«Non aveva famiglia» mormorò tra se ripensando a quella sensazione che aveva avuto con lui davanti all'istituto Santa Teresa

Improvvisamente lasciò quel fascicolo e prese uno dei volumi che aveva preso in prestito dalla libreria che parlavano di personalità dissociative con cause ed effetti e iniziò a cercare un articolo che aveva letto in libreria il giorno prima.

"Un evento di forte stress psicologico può scatenare nei soggetti elencati anche momenti di blackout mentali portandoli indietro nel tempo e arrivando perfino ad uccidere..."

Dovevano cercare cosa fosse successo nel passato di quell'uomo.

© Dan Ruben

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