La consapevolezza di ciò che avevano appena detto creò in loro una strana agitazione. Entrambi si guardarono intorno con circospezione, era assurdo solo pensarla una cosa simile, ma ormai ciò che avevano detto aveva messo un tarlo nella loro mente
«Lo sai che è folle?» sussurrò Massimo al suo orecchio. Il corridoio brulicava di agenti che andavano e venivano tra gli uffici.
Lei scosse la testa «lo so che può sembrare folle, ma se non lo fosse?» lo guardò aspettando una sua reazione
Dopo alcuni secondi nei quali Massimo sembrò valutare tutte le possibilità «cosa hai in mente di fare?» chiese con un profondo sospiro
«Quello che fanno tutti gli investigatori, cercare» alzò un sopracciglio «scavare anche tra gli uomini di questo commissariato»
Lui abbassò lo sguardo «va bene, da dove partiamo?» si era convinto a non volerla lasciare sola e poi c'era anche la remota possibilità che avesse ragione, pensò.
«Procura tutte le informazioni che puoi sul passato di tutti gli agenti, principalmente su quelli di loro che erano già qui due anni fa»
«Tutti compreso Gualtieri?» chiese indicando la porta chiusa poco distante da loro
«Tutti» affermò Elisa «ci vediamo stasera a casa mia» poi si girò e si allontanò lungo il corridoio scomparendo dietro un angolo mentre Massimo continuava a guardare i suoi colleghi muoversi tra quegli uffici.
***
La perlustrazione del casolare abbandonato di Osvaldo Bisleri aveva portato via il resto della giornata. Alcuni reperti recuperati erano stati imbustati per essere portati al laboratorio. Avevano trovato alcune piccole tracce di quello che a prima vista sembrava sangue, le avrebbero analizzate stabilendone la natura e l'origine. Aveva ricominciato a piovere e dal tetto malandato le gocce filtravano incessantemente disturbando non poco quella procedura di routine. Non avevano ancora finito.
Mentre era intenta a recuperare un frammento di vetro da terra, con la coda dell'occhio, Elisa vide l'ispettore Gualtieri uscire dal casolare e allontanarsi. Per un attimo ebbe la sensazione che stesse andando alla macchina ferma nel piazzale, ma improvvisamente l'uomo cambiò direzione inoltrandosi verso il bosco. Scomparendo per un istante dalla sua visuale. Senza una vera motivazione, si riassestò e si avviò ad uscire dal casolare. Appena arrivò sul piazzale, lo vide sparire nella vegetazione che li circondava. Si guardò in torno poi decise di andargli dietro. Delle nubi nere arrivarono dalle alture delle montagne circostanti avvolgendoli e oscurando ciò che restava del giorno.
Non sapeva nemmeno lei perché lo stesse seguendo, forse si stava facendo suggestionare da quello che si erano detti con Massimo quella mattina. Ma arrivata nel punto dove lui era stato inghiottito dal bosco, con un profondo respiro prese la decisione e si inoltrò seguendo i suoi passi. Procedette nel folto della vegetazione mentre la pioggia continuava a cadere, lo cercava con i sensi vigili cercando di percepire anche il più piccolo rumore che non fosse quello delle gocce che cadevano sulle foglie o il suo respiro carico di tensione. Le sembrò di sentire qualcosa alla sua sinistra, procedette in quella direzione fino a quando lo vide. Fermo di spalle, era a circa sei metri da lei leggermente nascosto da un albero. Provò ad avvicinarsi ulteriormente. Nonostante cercasse di fare meno rumore possibile, accecata dalla pioggia incessante che cadeva sul suo volto, inavvertitamente colpì qualcosa. Il rumore fece girare di scatto Francesco che la fissò stupito «Elisa» mentre si riassesta la patta dei pantaloni.
Lei si sentì sprofondare «scusa» balbettò «mi era sembrato di sentire un rumore»
Lui le andò incontro «è tutto il giorno che siamo fermi qua e avevo bisogno...» sorrise inclinando leggermente la testa
Lei ringraziò le nubi che oscurando ogni cosa avevano probabilmente nascosto le sue guance rosso fuoco «perdonami, davvero...» si sentiva così stupida in quel momento
«Mi sono allontanato per non inquinare la zona» continuò Francesco con lo stesso sorriso di prima
Elisa alzò le braccia «ti chiedo davvero scusa, non sapevo fossi tu» mentì spudoratamente «mi era parso di vedere qualcosa e poi dei rumori e...»
Gualtieri era arrivato al suo fianco «avresti dovuto chiamare qualcuno» disse «è pericoloso inoltrarsi nel bosco da soli» smorzando il sorriso e diventando serio
Lei sentì le gocce fredde, diventare improvvisamente pungenti sul volto «hai ragione» rispose voltandosi per ritornare verso la cascina «dimentico sempre la fiaba di cappuccetto rosso» cercò di ritornare in sé con un tocco di ironia cercando di cancellare quel brivido di paura che le era serpeggiato lungo la schiena.
Lui sorrise «è pieno di lupi tra queste montagne» avviandosi accanto a lei
Per i restanti minuti non dissero più nulla avanzando tra la vegetazione e la pioggia che si era fatta più densa, Elisa sentiva i battiti del suo cuore come a volerle uscire dal petto, aveva il terrore che lui potesse sentirli tanto erano forti. Continuarono finché non sbucarono finalmente sul piazzale. Vide Stefano all'ingresso della cascina che guardava nella sua direzione con preoccupazione «vado a finire così possiamo tornarcene a casa» disse velocemente avviandosi con passo deciso verso il suo assistente. Era scappata in preda a una strana sensazione di paura. Dall'iniziale figura da cogliona che aveva fatto, si era ritrovata ora con le gambe che quasi tremavano e il fiato corto dalla paura.
«Tutto bene?» le chiese Stefano appena se la trovò difronte, senza smettere però di guardare l'ispettore alle spalle della donna.
«Si Stefano» accennò un sorriso «tutto a posto»
Lui sembrò destarsi e portò lo sguardo su di lei «abbiamo finito qua» disse
«Bene, raccogliamo tutto e torniamo a casa» aveva bisogno di una doccia calda, ma soprattutto aveva bisogno di togliersi di dosso quella sensazione che Gualtieri le aveva lasciato.
"È pieno di lupi tra questi boschi" aveva detto, e le era sembrata decisamente una minaccia.
Gualtieri aveva capito, pensò con terrore e lei ora doveva trovare il modo di incastrarlo il più velocemente possibile.
© Dan Ruben
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INSIDE THE MIND
Mystery / ThrillerUna piccola cittadina di montagna dove non succede mai nulla, dove tutti si conoscono, dove la vita scorre sempre uguale. Un piccolo paradiso, il posto ideale dove provare a riprendere in mano la propria vita. Fino a quando... Una scoperta casuale t...