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Quando l'ispettore Ricciardi arrivò nella vecchia sala riunioni del commissariato cittadino, c'erano già tutti. Avevano aspettato a riunirsi per avere almeno i primi referti autoptici in modo da provare a capire cosa fare e come eventualmente muoversi. Massimo si sedette nell'ultima fila anche se le sedie davanti a lui erano vuote, posando la cartelletta che gli aveva dato l'ispettore capo sulle ginocchia. Nel breve tragitto che lo aveva portato in quella sala aveva iniziato a leggere qualcosa sul ritrovamento di quei corpi, ma tutto era ancora molto vago, non avevano ancora elementi per indagare. Riconobbe subito l'ispettore Francesco Gualtieri che, dal palco, stava parlando indicando una donna. Doveva essere il medico arrivato dalla capitale, della quale aveva lodato le capacità il capo della polizia.

La donna prese la parola e il silenzio calò nella sala «per chi ancora non mi conoscesse sono il medico legale e criminologa Elisa Ricci incaricata di effettuare insieme al mio staff le autopsie su quei poveri corpi» si girò a guardare la piccola platea composta da otto persone che stavano in rigoroso silenzio ad ascoltarla. Massimo non poté non notare il magnetismo che emanava in quel momento quella donna.

La dottoressa continuò «sia i quattro ragazzi che le due ragazze sono di razza bianca, caucasici e godevano di ottima salute. Non hanno subito violenze sessuali, i tamponi sia vaginali che rettali hanno dato esito negativo. Dai primi risultati che ci sono pervenuti dalle analisi effettuate, abbiamo appurato che per la causa di morte di tutti i sei corpi ritrovati si presenta lo stesso modus operandi» fece una pausa di silenzio aumentando l'attesa e la curiosità tra la platea «sono morti lentamente per dissanguamento» disse di getto «il killer ha rallentato il più possibile l'emorragia come a voler fare una specie di gara su chi resisteva di più» aggiunse.

«Siete sicuri di questo?» chiese Gualtieri.

Elisa si girò leggermente per guardare l'uomo che aveva accanto «purtroppo sì, in tutte le vittime abbiamo trovato tracce di farmaci che riducono il battito cardiaco e la pressione sanguigna, e poi a nessuno di loro è stata recisa l'aorta ma solo le arterie periferiche, sempre le stesse. Con tagli precisi»

«Perché?» chiese un agente in prima fila.

Elisa riportò l'attenzione sulla sala «questo dovrete scoprirlo voi, la medicina purtroppo si ferma solo alle analisi sui corpi» alzò le spalle «posso solo aggiungere che è molto furbo visto che non abbiamo trovato né una traccia né un'impronta su quei corpi»

«Cosa ci può dire della vittima numero tre?» chiese un altro agente.

Il numero tre era il corpo ritrovato senza testa e senza una gamba.

«L'analisi della calcificazione ossea compiuta sul numero tre sancisce che la vittima aveva circa quindici anni, il più grande dei sei corpi ritrovati, godeva di buona salute e sia l'arto che la testa gli sono stati amputati post mortem. La causa del decesso, come per gli altri cinque, è la medesima: lento dissanguamento»

Ricciardi alzò la mano ed Elisa portò lo sguardo su di lui «dica»

«Ha usato un bisturi per procurare quei tagli alle arterie periferiche?»

«No, un banalissimo coltello molto affilato, dalla conformazione dei tagli sembra un semplice coltello lungo da cucina di quelli che si trovano facilmente in commercio»

«Anche per recidere gli arti del numero tre?» chiese ancora.

«No, le amputazioni presentano segni dentellati compatibili con una sega da falegname anche quella di uso abbastanza comune ma stiamo cercando residui metallici nelle ossa in modo da stabilire con sicurezza attrezzo e materiale usati»

«Qualche informazione utile sull'identità di quei corpi?» era ancora l'ispettore Gualtieri a fare la domanda.

Elisa lasciò il contatto visivo con l'uomo in ultima fila e si voltò verso l'ispettore capo «niente di concreto per il momento, abbiamo trovato tracce minerarie sui corpi che non corrispondono al terreno di sepoltura e stiamo ricostruendo i lineamenti dei loro volti in modo da riuscire a fare un identikit, ma ci vorrà del tempo. Come dicevo sembrerebbe che i corpi prima di essere sepolti siano stati tenuti per alcuni mesi in un ambiente umido ricco di minerali ferrosi che ne ha aumentato la velocità di decomposizione. Abbiamo trovato una quantità notevole di insetti saprofagi e alcuni insediamenti di uova della cosiddetta mosca metallica»

«Questo cosa significa?» chiese un agente.

«Quello che dicevo prima, che i corpi sono stati tenuti all'aria in un ambiente umido che ne ha aumentato la velocità di decomposizione permettendo alle mosche di depositare le uova nella carne esposta priva di pelle. Fossero stati seppelliti subito le uova non le avremmo trovate»

«Altro?» chiese Gualtieri.

«Solo che una delle due ragazzine, la numero cinque, di circa quattordici anni presenta alcuni calli sulla mano destra probabilmente compatibili con l'utilizzo di una racchetta da tennis o ping pong» si rigirò a guardare la platea «probabilmente giocava a tennis da più di cinque anni visto che anche la muscolatura del braccio destro era leggermente più sviluppata del sinistro»

Quella affermazione procurò un mormorio tra i poliziotti, ora forse avevano qualcosa per iniziare le indagini.

Si rigirò verso il capo «se non avete altre domande?»

Gualtieri la congedò con un accenno di sorriso «grazie dottoressa» poi si voltò verso la sala «cercate tra le denunce di scomparsa se una ragazzina giocava a tennis o ping pong e cercate le denunce compatibili con l'età attuali delle vittime, prendiamo in esame solo quelle in modo da scremare il numero, poi cercate di procurarvi quanti più campioni di DNA potete da quelle famiglie»

Gli uomini si alzarono uscendo dalla sala.

Ricciardi invece si avvicinò al palco.

«Sono l'ispettore Massimo Ricciardi» si presentò a Gualtieri «mi hanno assegnato a voi» disse mentre Elisa sistemata la cartelletta con gli appunti che aveva portato, si stava apprestando a lasciare la sala e tornare al suo laboratorio.

Gualtieri allungò la mano per salutarlo «benvenuto a bordo Ricciardi più siamo più avremo qualche possibilità di catturare questo psicopatico» stringendola. Aveva sentito parlare molto bene di quel giovane ispettore.

Massimo sorrise all'ispettore poi si girò verso Elisa «dottoressa mi scusi»

Lei che stava per scendere dal palco si fermò voltandosi nuovamente verso l'uomo «dica»

«Mi chiedevo se i farmaci che ha usato per rallentare l'emorragia sono acquistabili facilmente in farmacia o c'è bisogno di una prescrizione medica?»

Lei alzò gli occhi sull'uomo, era un'ottima osservazione, «non si trovano facilmente» rispose.

«Potrei avere il nome»

Gualtieri guardò Massimo con un accenno di sorriso, era un'ottima intuizione, mentre Elisa prendeva un foglio dalla sua cartelletta e lo dava all'uomo «tenga»

«La ringrazio» poi voltandosi nuovamente verso Gualtieri «se permette ispettore proverei a seguire questa traccia»

«Mi piacciono le persone che sanno prendere l'iniziativa quando serve» rispose l'ispettore capo acconsentendo mentre Elisa lanciava ancora un'ultima occhiata a quell'uomo prima di avviarsi verso l'uscita.

© Dan Ruben

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