Semplice o complicato?

3.1K 98 11
                                    

(G)

Vedere tutti loro di nuovo, dentro il mio appartamento, mi fa un effetto strano.
Mi ricorda le rimpatriate del liceo, quelle cene che ricongiungevano vecchi compagni, permettendo di conoscere i nuovi percorsi intrapresi da ognuno.
È un po' così che sta andando questa serata.
Tali e Javi sembrano più vicini che mai, quando parlano usano un linguaggio tutto loro che agli occhi di tutti sembra incomprensibile, ma mi fanno ridere e la complicità che hanno è evidente.
Jackie e Neno lo stesso, alternano sorsi a risate, ridono così tanto che sembrano strozzarsi con il gin dentro i loro bicchieri.
Nyv cerca di entrare nelle conversazioni, con quel suo sorriso timido e le sue frasi filosofiche mi ricordano le sere in hotel quando cercava di tranquillizzare tutti.

Poi c'è lei, come non vederla.

Sono tante le persone dentro questa casa, eppure a me sembra di vedere solo te.
Noto i tuoi particolari, le tue smorfie, i tuoi capelli arruffati e sorrido al pensiero di renderli finalmente realtà.
Ho passato notti a cercare di disegnarli nella mente senza sbagliarne i contorni, eppure ora mi sembrano così perfetti che in confronto gli schizzi che avevo fatto sono solo astrazione.

È seduta sul divano, accanto a lei c'è ora Nyv che le tiene compagnia.
Tiene tra le dita un bicchiere di vetro, credo stia sorseggiando il fondo dell'amaro dell'amica vicino, non ama bere, se non qualche goccia per assaggiarne il sapore a fine serata.

La vedo da lontano.
L'ho osservata tutta la sera, da lontano.

I miei occhi chiedono pietà per quanto hanno bruciato stasera, su di te.
Ti ho lasciato i tuoi spazi, per paura.
Non mi sono avvicinata, per paura.
Forse è meglio avere il tuo odore vicino, adesso.

Le mie gambe iniziano a muoversi timide verso il divano di casa e il tempo conta i passi che mi conducono verso la torinese.

Quando mi fermo davanti a loro, lei sembra fermarsi di botto e interrompe il discorso che stava avendo con Nyv, scrutandomi dalla testa ai piedi.

Dio, Martina.
Mi spieghi perché gli occhi degli altri non mi fanno sentire così bella?

"Come va?" chiedo ad entrambe, mentre mi siedo sul cuscino rosso affianco a lei.

"Che bella casa, Ga. Hai organizzato una reunion pazzesca stasera!" mi risponde Nyv, con quell'entusiasmo timido e la sincerità che le appartiene.

"Sono contenta che ti stia divertendo. Mi sei mancata un sacco!" affermo io, mentre il mio sguardo cerca di non girarsi vero di lei.

"Anche tu. La prossima volta porto l'ukulele così facciamo il nostro trio!" mi risponde lei ridendo, forse non ricordandosi della situazione tra me e Martina.

Riesco solo a sorriderle, mentre sento i suoi occhi bruciare sul mio viso.
Non appena Nyv si rende conto dell'imbarazzo celato, cerca di alleggerire l'aria che ci circonda.

"Vado a prendere qualcosa da bere di là. Che volete?" chiede lei, alzandosi dal divano e dirigendosi verso la cucina.

"Io niente, grazie." le sorrido e lei, timidamente, ricambia.
Martina mi segue e quando vedo Nyv allontanarsi da noi, mi rendo conto di essere rimasta da sola con lei.
Non so che fare, non so cosa dire.
Ho paura di sbagliare e so di non poterle più fare del male. Non a lei.

Mi giro verso di lei ed incontro i suoi occhi dopo quell'ultimo abbraccio.

L'effetto che mi fanno mi fa ancora paura.
La mia pelle trema ancora al tocco delle tue iridi.
E queste cose ora sono impossibili da nascondere.

Bela Flor - BeltrozziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora