Vino rosso

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(M)

Rivederla dopo mesi è stata un'emozione che sono quasi incapace di spiegare, di realizzare, di metabolizzare.
Averla tra le mie braccia ha permesso al mio cuore di riprendere quei battiti che forse aveva perso da tempo, la mia mente inebriata da quel suo profumo esotico mi ha tolto ogni lucidità e mi ha permesso solo di stringerla, mantenendo vicini i ritmi dei nostri cuori, come per creare un beat di sottofondo a quella canzone perfetta che si era appena creta.

E quanto era bella.
Dio mio se eri bella, Gaia.
Sapevi di mare, più del solito: non so se per i tuoi occhi blu che mi mancavano, non so se per l'odore per i capelli o per la voce che hai, ma mi è sembrato di abbracciare le onde in quel momento, che andavano di pari passo con il turbinio di emozioni che si rivoltavano nel mio stomaco.

Non mi aspettavo di vedere lui, poco dopo.
Non mi aspettavo di vederlo impossessarsi delle tue labbra, le stesse che ho avuto il coraggio di sfiorare solo una volta.
Non mi aspettavo quella tua frase.
Non mi aspettavo quel tuo sguardo, prima di voltarti le spalle su quell'uscio.

Cosa sta succedendo, Gaia? Che cosa stai cercando di dirmi?

.

I giorni nel frattempo passavano, la mia permanenza a Roma non sarebbe durata molto ancora e non perdevo occasione per passare del tempo con lei.
Alternavo pranzi di famiglia ai suoi sorrisi, passeggiate turistiche per Roma con mio fratello ai suoi occhi, chiacchierate tra amici al suo odore.

L'avrei accompagnata agli studi oggi, per passare la giornata con lei mentre doveva prepararsi per la puntata del venerdì, alla quale, amaramente, non sarei potuta assistere.
Mi misi la mia solita felpa, stavolta accompagnata da un paio di jeans, e la raggiungi lì fuori, mentre mi stava aspettando con quella sua solita sigaretta tra le labbra.

E che labbra, Gaia.

Passai la giornata lì, tra aule che mi ricordavano benissimo il tempo passato insieme, tra corridoi in cui rivedevo lacrime versate e porte sbattute in faccia, tra salette in cui mi concedevo momenti di gioia, tristezza, noia, divertimento, paura.

Finita la sua giornata di prove, la ringraziai. Non so se mi aveva emozionata più essere al suo fianco in quel momento o il fatto di aver fatto un salto nel passato. In ogni caso, non mi posi quella domanda, ero felice così.

I miei ritmi ancora accelerati furono bloccati dalla proposta che poco dopo mi fece.

"Stasera c'è una festa con tutti i ragazzi che stanno partecipando a questo Speciale e con alcuni che mi hanno accompagnato in questo ultimo mese, aiutandomi a gestire il tutto. Mi farebbe piacere se ci fossi anche tu, Marti."

Non sono stupida e conosco Gaia a memoria ormai, sapevo che questa sua richiesta celava qualcosa dietro, non mi aveva guardato negli occhi com'è suo solito fare.

"Dove?" azzardai a chiederle, forse anche troppo in fretta perché la vidi abbassare lo sguardo sul brecciolino della strada fuori gli studi.

"È a casa sua, Ga?" lo avevo capito e glielo chiesi direttamente, non capivo per quale motivo mi stesse chiedendo di andare a festeggiare dal suo lui, quando sapeva benissimo la situazioni in cui fossi.

"Si, Marti. Ma ci saranno gli altri, c'è Javi e non te lo chiederei se non ci fosse un motivo." mi spiegò, questa volta fissandomi dritta negli occhi, come era suo solito fare.

"E quale sarebbe il motivo? Vederti limonare con lui tutta la sera?" risposi, ora innervosita dalla situazione che si era appena creata.

"Martina, ti prego. Vieni." mi pregò lei, avvicinandosi a me.

Bela Flor - BeltrozziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora