61 - 𝑁𝑜𝑏𝑜𝑑𝑦 𝑐𝑜𝑚𝑝𝑎𝑟𝑒𝑠

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{li amo}

^^

La pioggia batteva con violenza sulle piccole finestre della capanna di Hagrid. Era martedì, e la notte era calata da ore sulle pianure scozzesi, circondando l'edificio di oscurità.

L'unica fonte di calore e di luce era il fuoco che, allegro, scoppiettava nel caminetto, e rendeva possibile stare solo con un maglione invece che con il cappotto, sciarpa e cappello.

Osservai la cucciola di Demiguise dormire, acciambellata sullo stomaco di Al, che parlava con Hagrid della partita che i Serpeverde avrebbero disputato presto con i Corvonero. Era di una bellezza esotica, disarmante, affascinante. Il pelo bianco sembrava scintillare di arancio sotto i riflessi del fuoco, e il piccolo busto si abbassava e alzava al ritmo del suo respiro, sincronizzato con quello di Albus.

Provavo una sorta di benessere diffuso di fronte quella scena, che sapeva di famiglia, di casa. Eravamo tornati da quindici giorni appena, eppure mi mancava già tantissimo l'atmosfera che permeava casa Weasley-Granger, di calore e affetto.

Nelle ultime due settimane la situazione si era mantenuta spaventosamente stabile. Da quando io e Scorpius avevamo litigato, non ci eravamo più rivolti parola, e ci era difficile anche solo stare nella stessa stanza. Bastavano due ore di lezione, e già mi sentivo morire, e avevo bisogno di aria fresca.

Avevo raccontato alle ragazze quello che era successo, ovviamente, e mentre Livia aveva preso le mie difese a spada tratta, insultandolo, Izzy e Kalea si erano poste neutrali.

Era facile per loro, dire che lui non pensava quello che aveva detto, e che era stato condizionato dalla voglia di ricevere l'approvazione di Albus, e dal timore di non riuscirci.

Io non sapevo che pensare. Non mi ero mai immaginata che potesse provare un tale disgusto di fronte l'eventualità di essere innamorato di me, e per questo ciò che aveva detto mi aveva ferita il doppio. Erano però, appunto, passate due settimane, e non potevo piangermi addosso con gli esami in vista.

E il vero punto era che lui non mi aveva mentito, era stato orrendamente sincero, e io non potevo fargli una colpa di quello che provava.

"Per la scopa? James si è fatto sentire?" domandai, avvolgendomi uno degli sciarponi di Izzy attorno al collo. Lei era rimasta a fare un compito di Rune per il giorno dopo, che io avevo pronto già da una settimana, dato che il tempo non mi era certo mancato. Avevo passato quasi tutte le mie giornate a studiare, alternando i libri e poi il Quidditch. Almeno mi ero potuta portare avanti con il programma.

Albus annuì. "Ce la fa trovare pronta domani pomeriggio, prima di cena. Abbiamo l'ultima ora insieme, no? Possiamo andarla a prendere dopo Difesa."

Era stata una vera impresa racimolare duemila galeoni in tempo per il compleanno. La raccolta era iniziata la stessa domenica, dopo che ci eravamo accordati su cosa fare, e un'ora prima io e Albus eravamo andati a consegnarli a Jay, il nostro tramite.

Lui era stato dolcissimo come al solito, e nonostante avesse finto di essere infastidito per l'essere il nostro corriere, era anche andato a Malfoy Manor e dai nostri genitori e dallo zio Harry per prendere la loro somma, e ci aveva detto che l'avrebbe dati l'indomani al venditore di scope a Diagon Alley. Il tutto, ovviamente, a patto che ci avrebbe fatto un bel giro sopra.

Mi ero rifugiata da Hagrid seguendo un istinto di paura viscerale che mi aveva colta appena dopo cena. Teoricamente non saremmo dovuti stare fuori dal Castello a quell'ora, ma avevo avuto bisogno di prendere aria di fronte alla terribile prova che avrei dovuto affrontare quella sera: la ronda dei Caposcuola con Malfoy.

Give Me Love // Scorose Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora