𝐂𝐚𝐩. 𝟓𝟏

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18:37

Concluso il discorso iniziato da Namjoon, ognuno si dedicò a sè.
Namjoon svolgeva in silenzio i problemi di fisica assegnati per l'indomani e Seokjin leggeva il suo fascicolo attentamente. Non saltava una sola pagina, parola dopo parola analizzava il significato, come se avesse paura di non cogliere qualche dettaglio.
Arrivò poi alla parte cruciale del documento.

Seokjin «Sdoppiamento della personalità» lesse ad alta voce la condizione segnata su quel foglio di carta, poi aggiunse «Sono in camera da solo per questo motivo. Pensano che non sia in grado di convivere?»
Namjoon non aveva ancora distolto lo sguardo dal problema di fisica che stava cercando di risolvere da oltre 15 minuti, e si limitò a dire «Ti sembro la persona più indicata a cui chiedere? Sono pazzo, più di te»
Seokjin sbattè i fogli sul materasso, alcuni caddero sulla moquette.
Seokjin «Possiamo per un attimo parlare di Kim Seokjin?» alludendo al genere di discorso condotto da Namjoon quasi un'ora prima

Namjoon «Cosa vuoi che ti dica?» parlò in modo aggressivo, e non distolse lo sguardo dal libro
Seokjin «Ora capisco il perché dell'atteggiamento cauto adottato nei miei confronti, ma non voglio essere trattato in questo modo. Secondo te chi lo sa?»
Namjoon guardò Seokjin.
Namjoon «Tutti quelli che frequenti probabilmente»
Seokjin «Stando alla tua supposizione, potrei anche dire mezza scuola»
Namjoon «Non necessariamente. Jungkook, Hoseok, Seojoon, loro lo sapranno di certo» in realtà lui sa che i tre amici vi erano arrivati già a quella conclusione, o almeno, Jungkook e Hoseok per certo, anche se genericamente
Seokjin «Fanculo. Mi trattano da pazzo psicopatico e vulnerabile.» alzando il tono e riprendendo in mano uno dei fogli
Namjoon «Non importa quanto tu sia pazzo, lo sei comunque. Sei malato, basta questo per tagliarti fuori dal concetto di normalità.»
Seokjin «Ma perché cazzo lo fanno?»
Namjoon «Pretendi che ti trattino come uno qualunque? Probabilmente tratteranno così anche me quando mi conosceranno meglio. Non so nemmeno qual è la mia malattia, e forse preferisco non saperlo.»
Seokjin «Non dire malattia, mi fai sentire un disadattato»
Namjoon «Lo sei, lo siamo. Non dovremmo nemmeno essere qui probabilmente.» tornando al suo problema di fisica

La conversazione rimase in sospeso poiché Seokjin perse le staffe e, in preda ad una crisi isterica, scaraventò sul muro la cartella contenente il resto dei documenti. Essi finirono per essere lasciati a terra, abbandonati a loro stessi, come se da soli prima o poi si sarebbero rimessi a posto.
Erano oggetti inanimati, non lo fecero, ma Seokjin ci sperò fino all'ultimo mentre iniziò a fare i compiti per il giorno successivo.

Oltre un'ora dopo, Namjoon terminò il proprio lavoro e si preparò per una passeggiata, bensì fosse quasi l'ora di cena. Senza avvisare che sarebbe uscito, egli, portò con se il minimo indispensabile, nonchè: telefono, cuffiette e portafogli.
Seokjin avrebbe capito dal suo predisporsi per uscire che avrebbe fatto una passeggiata, secondo Namjoon.
Così fu.

Appena fuori iniziò ad ascoltare qualche canzone della playlist spotify creata da Seojoon, e dopo qualche giro a zonzo durante il quale rifletté sul da farsi per quando sarebbe tornato al dormitorio, decise di recarsi al bar.
Quest'ultimo era deserto, come sempre, tranne per Seojoon che era solito coprire pure le ore dei suoi colleghi pur di non frequentare i corsi di matematica pomeridiani.

Dopo aver preso posto ad uno dei soliti tavolini, Namjoon iniziò a raccontare di quanto accaduto negli ultimi due giorni, soffermandosi sul fascicolo di Seokjin e di quanto lo avesse turbato la condizione che gli era stata diagnosticata.

Seojoon «Lo sapevo, c'ero arrivato per intuito.»
Namjoon «Immaginavo. Chi pensi abbia preso il mio?»
Seojoon «Salti subito alla conclusione che lo abbiano rubato quindi? Ad ogni modo, penso che per certo ci sia di mezzo qualcuno con cui hai avuto a che fare in modo particolare»
Namjoon «Lo penso anche io. Qualcuno che sia molto vicino a me.» guardando Seojoon negli occhi
Seojoon «Se sospetta di me, signor detective, le anticipo che è fuori strada» alzando le mani in senso di innocenza
Namjoon «Castagna, non sei un indiziato.»
Seojoon, tranquillizzandosi «Grazie a Dio, temevo il terzo grado»
Namjoon, sospirando «Cosa pensi che io abbia?»
Seojoon «Non sono un professionista, Namjoon» poggiandogli una mano sul braccio
Namjoon si scansò.
Namjoon «Bocca serrata, tu non sai niente.» alzandosi
Seojoon «Cosa dovrei sapere? Non è venuto nessuno questa sera» facendo spallucce e stando al gioco del minore
Namjoon fu rallegrato dal fare complice del proprio amico; ringraziò il cielo di essersi ricongiunto con lui.

Prima di uscire dalla porta del bar Namjoon sussurrò un "ti voglio bene" frettoloso e lasciò imbarazzato il posto ormai divenuto di routine visitare.

La breve discussione avuta con Seojoon lo aveva messo di buon umore, era sicuramente la persona che meglio lo capiva sulla faccia della terra.

Namjoon rimise le cuffiette e tornò sui suoi passi per rincasare, ma non prima di essersi fermato al market.

Non aveva voglia di farsi vedere in giro per cena, quindi, dopo un'accurata selezione, acquistò due confezioni di ramen piccante. Era sicuro che nemmeno Seokjin avrebbe avuto voglia di uscire; entrambi avevano un'alta tolleranza del piccante, e a Seokjin piaceva particolarmente. Avrebbe avuto una cena piacevole perlomeno.

La cena fu piacevole, Seokjin la apprezzò molto.
Fu l'unico momento tranquillo della serata, poiché, una volta terminato il pasto, tornò a regnare un clima di rabbia e disprezzo. Nessuno osò aprire bocca e riprendere l'argomento trattato ore prima, tantomeno raccogliere i fogli da terra, così si coricarono prima del solito.

La mattina seguente l'atmosfera fu completamente diversa, come se le menti di entrambi fossero state resettate durante la notte. Ignoravano l'argomento, e le carte continuavano a rimanere sparpagliate su tutta l'area della camera.

Namjoon «Per quanto ancora rimarranno lì? Prima o poi dovrai raccoglierli e riportarli laggiù» mentre metteva le calze
Seokjin «Non penso che qualcuno sia interessato a me per il momento» alzando la zip della tuta marcata fila
Namjoon «E se qualcuno lo fosse?» guardando Seokjin attraverso lo specchio del bagno
Seokjin «Ma nessuno lo è» sicuro di quanto detto

Namjoon uscì dal bagno e si diresse verso Seokjin.

Namjoon «Ma se lo fosse?» a poca distanza dal volto del maggiore
Seokjin «A nessuno importa di me» mantenendo lo sguardo
Namjoon «A me sì» poi si chinò e raccolse un foglio da terra «Ti aiuto io»

Seokjin non era minimamente intenzionato a sistemare il disastro combinato da tutti quei documenti, così afferrò per un'estremità il foglio raccolto dal minore.

Seokjin «No» serio
Namjoon «Sì» tirando verso di sé il documento
Seokjin ribadì un "no" e fece lo stesso, al che, iniziò una successione delle stesse due azioni alternate, aumentando gradualmente la voce e la forza impiegata.

Namjoon «NON VOGLIO FINIRE NELLA MERDA»
Seokjin «NEMMENO IO»

Un sonoro rumore di carta seguì le loro ultime esclamazioni.

Il foglio venne strappato a metà, come previsto.
Immediatamente Seokjin mise da parte la rabbia e controllò cosa dicesse, sperando non qualcosa di estremamente importante.
Quando scorse che il foglio preso casualmente da terra da Namjoon era quello su cui erano indicati i numeri di telefono e gli indirizzi dei propri familiari per eventuali emergenze o comunicazioni sul suo conto, l'unica cosa che riuscì a dire fu:

«Sono finito nella merda»

00:00 o'clock [ɴᴀᴍᴊɪɴ]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora