Capitolo 16

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Il mio sonno viene interrotto dal suono della sveglia e,completamente controvoglia,trascino il dito sullo schermo del cellulare per spegnerla.

Rimango per un secondo stesa sul letto a ripassare per l'ennesima volta il tragitto che dovrò percorrere per andare al lavoro.

Sono le sei del mattino ed ho deciso di svegliarmi a quest'ora per andare al lavoro da sola,prenderò l'autobus e sarà la prima volta in tutta la mia vita a New York,per questo ho  impostato la sveglia così presto.

Voglio evitare Ian,almeno per qualche giorno e in auto sarebbe inevitabile non confrontarmi con lui.

Spero che abbia cambiato idea su di me,che sapere che non lo potrò mai ricambiare abbia almeno in parte cancellato i suoi sentimenti ma in ogni caso sostengo sia meglio non parlarci per un po' per il bene di entrambi.

In fondo tengo alla sua amicizia -anche al suo bel corpo scolpito,s'intende- e non voglio che venga tutto rovinato da una sciocchezza del genere.

Quando mi alzo dal letto,però,sento dei rumori anomali da fuori ed esco dalla camera da letto.

La luce del bagno è accesa.

Mi dirigo a passo felpato verso l'origine del rumore,potrei ipotizzare che o Ian o Josh stiano usando la vasca ma la porta è aperta e dentro non c'è nessuno.

Ad un tratto,una figura femminile paffuta spunta da dietro la porta mentre sorregge una montagna di vestiti.

I capelli sono neri raccolti in uno chignon basso,gli occhi sono piccoli e azzurri ed è leggermente cicciottella.

-Scusami tesoro,ti ho svegliata?- ha un marcato accento dell'est e suppongo che sia la ragazza che ritira la biancheria e pulisce la casa,ma non pensavo venisse così presto.

Ci penso per un secondo,è la spiegazione più logica visto che non l'ho mai vista né di mattina né di pomeriggio.

-No sta' tranquilla,sei la donna delle pulizie?-

-Non chiamarmi così,matuŠka,sono Nadija- risponde in tono seccato,avevo ragione,è probabilmente russa o cose del genere.

-Io Greta- ribatto divertita dal nomignolo che mi ha dato anche se non ne so il significato -perché sei qui così presto?-

-Mi piace lavorare da sola,senza nessuno intorno. Il signor Scott dice che va bene e se voglio posso anche farmi un caffè,ne vuoi?- tipico di Ian,gentile e disponibile,non so davvero come faccia ma mi fa sempre sentire una stronza quando mi confronto con lui.

-Certo,perché no- rispondo mentre la seguo in cucina.

Il profumo del caffè mi avvolge le narici e il mio umore cambia drasticamente,ogni giorno che passa amo sempre di più questa bevanda.

Nadiya ripone la biancheria sul divano e versa il caffè in due tazze per poi sedersi accanto a me.

Beviamo il caffè in silenzio e nonostante io la conosca da un quarto d'ora già mi piace,raramente succede ma è silenziosa e non fa domande,la mia persona ideale.

Finito il caffè lascio la tazza nella lavastoviglie,vado a prepararmi per uscire. e scrivo un biglietto per avvisare dove andrò.

Saluto Nadiya e cammino veloce verso la fermata dell'autobus,dopo dieci minuti circa salgo su un autobus blu,pago all'autista la tariffa ordinaria e prego per tutto il tragitto di aver preso quello giusto.

Per fortuna è andato tutto liscio e arrivo sul posto di lavoro con largo anticipo,ma va bene così,ho il tempo di andare in un minimarket per comprarmi un pacchetto di sigarette e qualcosa da mangiare.

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