Capitolo 5

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Sono le 13:30 di mercoledì 12 settembre e sono su un aereo diretto a New York.

Seduto al mio fianco Ian è immerso in un sonno profondo,mi sono svegliata poco fa e ho subito chiesto un caffè alla hostess.

Mancano circa due ore all'atterraggio e credo di essere stata così nervosa raramente in vita mia.

Il cambiamento imminente fa riemergere paure e dubbi che non pensavo potessero esistere.

Prima di tutto non so come si evolverà il rapporto tra me e Ian, se saremo solo amici o rimarremo amanti occasionali.

Il biglietto aereo l'ho pagato usando i miei risparmi,ma non sono molti e sto per esaurirli,dalla mia borsa prendo il borsello e controllo il contenuto: solo cento dollari,per andare a casa di Ian non so quanto ci vorrà ma i taxi a New York hanno la pessima fama di ripulirti il portafogli.

Quallo che mi infastidisce di più del finire i miei soldi è che dovrò farmi mantenere per un po' di tempo prima di trovare un impiego,ma mi sono promessa di restituire fino all'ultimo centesimo.

Ian è stato molto altruista ad offrirmi un alloggio,non ho mai accettato l'elemosina ma dovevo dare un senso alla mia vita, rompere la routine e New York sarà sicuramente piena di ottime opportunità per me.

Il viaggio è stato meno imbarazzante di quello che m'aspettavo: abbiamo chiamato un uber per dirigerci all'aeroporto e nel frattempo mi ha parlato del suo appartamento a Manhattan che da come l'ha descritto,sembra molto bello.

Durante l'attesa della partenza dell'aereo l'abbiamo fatto nel bagno delle donne meno affollato e una volta imbarcati in seconda classe ci siamo addormentati sui sedili,anche se ho dormito molto bene mi sono svegliata prima di lui,solitamente non dormo molto.

Adesso osservando Ian immerso nel sonno è inevitabile che il mio unico pensiero sia di ringraziarlo, forse ha deciso di portarmi con sé perché gli faccio pena ma in fondo so che non è da tutti.

Mi accorgo che sto sorridendo,mi ricompongo immediatamente sul sedile e sospiro, non so come farò a ingannare il tempo se Ian continua a dormire.

-Hey- dice con voce roca tipica di chi si è appena svegliato.

Lo saluto e mi volto verso di lui.

-Comunque non ti ho detto una cosa. Ho un coinquilino-

Un coinquilino?

Quando l'ascensore raggiunge l'ottavo piano emette un tintinnio simile ad un campanello e le porte si aprono.

Ian esce per primo e io lo seguo trascinandomi il mio piccolo bagaglio abbastanza intimorita da come potrebbe essere il coinquilino di cui Ian mi ha appena accennato,so solo che ha ventitrè anni e che è single anche se quest'ultima informazione non era necessaria.

Subito a destra dell'ascensore Ian si ferma per cercare le chiavi nella tasca dei pantaloni e una volta aperta la porta mi si prospetta un ambiente assai lussuoso in cofronto a quello di cui sono abituata.

Il soggiorno è la prima cosa che si nota di quell'enorme attico,un tavolino basso in vetro temperato con le rifiniture nere è posto fra due divani in pelle bianchi e pochi metri più avanti da una parete di enormi finestre intravedo una grande terrazza anch'essa arredata.

Sulla parete c'è una tv a schermo piatto molto grande,al locale ce n'era una grande ma non come questa.

Respiro profondamente ed entro,subito alla sinistra c'è la cucina di un color perla che contrasta con l'isola grigio scuro abbinata a tre sgabelli.

-Wow...Ian...è...bellissimo- riesco a dire solo queste parole da tanto sono sorpresa.

-Mi fa piacere che ti piaccia-

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