Appoggio la testa sul finestrino e chiudo gli occhi per un secondo.
Sono stanca,il pisolino pomeridiano si è interrotto in modo piuttosto burrascoso.
La mattinata è iniziata male,ho aperto gli occhi dopo solo due ore di sonno e il mio viso non lasciava molto alla fantasia.
Arrivata in ufficio tutto il caffè del mondo non mi sarebbe bastato per rimettermi in sesto e lavorare con serietà,ma ho tenuto duro.
Ovviamente con Ian non parlavo dal pomeriggio precedente,ma non è mancato il consueto scambio di sguardi.
Ero spaventata in realtà,avevo il terrore che volesse chiamarmi nel suo ufficio per parlare della cena di stasera o peggio,di noi due.
Chiarire le cose con lui è sicuramente nella mia lista di cose da fare,ma stamattina ero troppo stanca per rimanere vigile e trovare le risposte a tutto,anche se dentro di me so che non è altro che una scusa.
Nel ritorno a casa ho preso l'autobus,non perché non ci fosse un passaggio disponibile,ma volevo fare qualcosa che non mi sarei mai immaginata neppure di pensare.
Sono scesa tre fermate più in là di Subway,vicino a Lower Manhattan,sono entrata in un negozio di make-up e ho comprato del fondotinta per stasera,volevo coprire almeno i cerchi scuri intorno agli occhi e il pallore del mio viso.
Non tengo particolarmente a fare buona impressione sui genitori di Ian,ma sono ben consapevole di essere spaventosa sia per me stessa che per chi mi circonda.
La commessa è stata molto gentile aiutandomi a scegliere il colore più adatto a me,ma ero imbarazzata comunque,non sono solita fare questo genere di cose,me ne vergogno,in un certo senso.
Non che ci sia qualcosa di male,chiaramente,ma non ho avuto l'occasione di manifestare la mia parte femminile,in adolescenza,tutte le mie compagne di classe al liceo si truccavano,provavano nuove pettinature e colori ai capelli,io provavo la cocaina.
Raggiunta casa,sono crollata sul divano,sono stata svegliata da Ian che mi scuoteva la spalla,erano le sette e la cena sarebbe stata alle sette e mezza.
Ora mi trovo qui,seduta in auto,sommersa dai pensieri.
La tensione si potrebbe tagliare con un coltello,lui è totalmente concentrato sulla strada ma sta andando leggermente oltre il limite di velocità.
Mi volto per guardarlo,è perfettamente rasato e pettinato,quanto all'abbigliamento,non avrei mai abbinato i jeans beige con i mocassini,ma non sono esperta di moda e tra i due è sicuramente lui che ne sa di più.
-Vuoi una foto?-
-Come scusa?-
-Mi stai ispezionando da cinque minuti,una foto ricordo potrebbe farti piacere- ribatte pungente.
Lui e la sua maledetta ironia...
Sbuffo,sto per ri-appoggiare la testa sul finestrino quando l'automobile incontra un dosso e il mio cranio produce un forte tonfo contro il vetro.
La velocità a cui stiamo andando diminuisce di colpo e sento una mano che mi sorregge la testa con delicatezza.
Non mi ha fatto molto male,vedo leggermente sfocato e ho un fischio nelle orecchie,se ne andrà fra poco,lo so perché ho preso tutti i tipi di colpi in testa possibili e prima o poi ci si riprende.
-Merda! ti sei fatta male?- Ian cerca di guardare me e allo stesso tempo la strada.
-No,ma guida piano,per favore- lo prego.
-Scusami,davvero,è che sono teso e quando lo sono guido veloce,sicura di stare bene?-
La sua premura mi fa dimenticare per un istante che non ci stiamo parlando e che ce l'ha con me,vorrei tanto baciarlo,adesso.
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Chosen
RomanceGreta,fuggita dalla violenza del padre, si rifugia in una vita monotona e nel suo lavoro da barista, fin quando non incontra Ian, un turista che la attrae fin da subito ma dal quale non vuole una relazione sentimentale e la cosa sembra reciproca, a...