Bevo un sorso del caffè bollente appoggiato sul tavolino e mi guardo intorno osservando la folla.
Durante la pausa pranzo molti dipendenti vengono nel bar dell'azienda quindi l'affollamento non è inusuale.
Una massa di uomini in giacca e cravatta è in coda davanti alla cassa,quest'immagine mi da noia,come questa giornata del resto.
L'ascensore si apre per l'ennesima volta negli ultimi dieci minuti,Ian e Mindy escono ridacchiando noncuranti del fatto che seduta davanti a loro ci sono io.
Mi rendo conto solo qualche secondo dopo che sto corrugando le sopracciglia,mi ricompongo nel momento in cui Eddy si siede di fronte a me.
Inizia a parlarmi di qualcosa ma sono troppo distratta da quei due che si sono appena messi in coda, per seguire il discorso.
Ian sapeva che ero qui,ultimamente ci vengo spesso al contrario di lui e sicuramente ha portato Mindy per mandarmi su tutte le furie.
Non si tratta di egocentrismo,è ovvio che le sue azioni non girino tutte intorno a me, ma conosco Ian, è subdolo e vendicativo.
Provo a capire cosa stiano dicendo,leggere il labiale non è mai stata la mia abilità più avanzata ma tentar non nuoce.
Stavolta invece nuoce,dato che Ian si accorge quasi immediatamente che li sto fissando,abbasso lo sguardo e sento il calore che mi irradia le guance.
-Greta,ci sei?- la voce di Eddy mi fa tornare alla realtà in una frazione di secondo.
Si volta per guardare in direzione del mio sguardo e un'espressione infastidita si dipinge sul suo volto.
-Ogni volta che la vedo vorrei buttarla dalla finestra- borbotta assecondando i miei pensieri.
Ridacchio perché a volte sembra così innocente e tranquillo,ma quando tira fuori gli artigli mi lascia allibita.
Non sopporto più la situazione,Ian mi lancia delle occhiate ogni tanto ma mi è inevitabile vedere Mindy accanto a lui e questo rende la situazione insopportabile per me.
-Torniamo in ufficio,per favore- dico a Eddy alzandomi dalla sedia.
Annuisce e mi segue.
Quando mi siedo alla mia scrivania vengo scrutata un po' in modo inadeguato,non sono solita rientrare in anticipo dalla pausa pranzo.
Mi affaccio alla vetrata dell'ufficio e sospiro,il panorama di Manhattan mi affascina sempre e credo che nel profondo non smetterà mai.
Per un minuto rimugino sul comportamento infantile di Ian,prendendo in considerazione l'idea che,anche se non sono brava con le parole,dovremmo parlare seriamente della nostra situazione.
So che sarà fonte di disagio per entrambi,per me molto di più,ma dopo le litigate che abbiamo avuto e dopo quel penoso gesto di non concludere quello che aveva iniziato sul divano sento il bisogno di chiarire la posizione di entrambi.
Ci comportiamo da sciocchi ragazzini e questo non è affatto normale visto che sia io che lui siamo molto più maturi e intelligenti,lui forse un po' di più,ma non è questo il punto.
Per adesso inizio a lavorare,ho un sacco di cose da fare ed iniziare prima mi aiuterebbe di sicuro a finire per le quattro.
La verità è che voglio immergermi nel lavoro per non pensare a lui,almeno per un momento,attenuare il nodo allo stomaco che si è formato quando l'ho visto con Mindy.
Se tra loro dovesse nascere qualcosa non lo sopporterei,do come andrà:all'inizio uscirebbero soltanto,poi lei verrebbe a dormire da lui e io verrei esclusa dalla sua vita.
STAI LEGGENDO
Chosen
RomanceGreta,fuggita dalla violenza del padre, si rifugia in una vita monotona e nel suo lavoro da barista, fin quando non incontra Ian, un turista che la attrae fin da subito ma dal quale non vuole una relazione sentimentale e la cosa sembra reciproca, a...