<<Buonasera signorina Abby>>
Mi si geló il sangue all improvviso sentendo quella voce così tanto simile a quella di un professore!. Decisi di voltarmi. <<Professore..lei che ci fa qui?>> chiesi stupita. Il mio professore d inglese. <<Sono venuto per portarla in presidenza>> mi disse con tono serio.<<Come scusi? Non ho fatto niente di male>> dissi io portandomi sulla difensiva. Ad un tratto bonnie rise e insieme a lei quel professore. <<siete impazziti per caso?>> <<dovevi vedere la tua faccia>> mi disse lui <<ci sei cascata>> <<molto molto divertente ma comunque, lei che ci fa qui Professore!>>
Le dissi a voce alta per vendicarmi ma naturalmente nessuno mi sentí per via della musica. <<shh, sono un professore è vero però ho il diritto di divertirmi anche io. Insomma, stiamo in questo college, dormiamo e mangiamo li, un pó di divertimento un guasta niente>> io risi <<D accordo, d accordo dovevi vedere la tua faccia>>
Gli dissi io e lui mi guardò storto. <<ti va di bere?>> Mi chiese lui. Ed io non potevo non accettare, avevo una sete da lupi. <<vodka?>> <<No no grazie. Coca Cola>> mi guardò con un sorriso e si diresse verso un tavolo dove c erano le bevande. Intanto vedevo Carol seduta su un divano ancora insieme a quel Cameron. Bonnie si diresse verso di me.
Ti piace vero? Non mentire. <<Non dire sciocchezze. Ha il doppio dei miei anni.>> <<sarà, ma scommetto che questa settimana succederà qualcosa di inaspettato con lui>> si diresse subito da delle ragazze che ballavano non appena vide il professore tornare. <<ecco abby>> <<Scusi ma devo continuare a chiamarla "professore"?>> alzai un altro pó la voce
<<dammi del tu.>> presi il mio bicchiere di coca cola e lo bevetti subito. <<Mh, come mai sei capitato qui in questo college? Cosa ti ha spinto a fare il professore?>> le chiesi io con curiosità. Cioè non si vede tutti i giorni un professore giovane. <<mio padre. Mio padre faceva il professore in una scuola, per ragazzini che non si potevano permettere di andare al college. Insegnava inglese.
Poi, è venuto a mancare improvvisamente per un infarto. Sono 10 anni che lui non ce più. Mia madre all epoca era da sola a pagare le spese, le bollette e varie cose per me per la scuola. Io avevo 15 anni, decisi un giorno di rimboccarmi le maniche e andare a lavorare. Andavo a scuola la mattina e poi la sera andavo a lavorare.
Ho continuato a fare così. Su e giù tra scuola e lavoro fino a quando compí 25 anni e mi laureai per diventare professore d inglese. Proprio come mio padre..>> rimasi li ferma per un secondo, mentre le lacrime stavano per bagnarmi il viso. <<Dev'essere fiero di te tuo padre..>> le dissi io ingoiando quel nodo alla gola, perché in quel momento mi ha fatto ripensare alla mia storia, a mio padre. Mi ero decisa di dimenticare ed andare avanti. Invece..
Era il settimo bicchiere di Martini che, buttava giù Jacob. Diedi un occhiata a Carol che era in compagnia anche di bonnie, era in buone mani. Presi il professore che al momento non riusciva a reggersi in piedi e lo cercai di portare fuori con l aiuto di un ragazzo che mi aveva vista in difficoltà. Non volevo lasciarlo li. Si sarebbe addormentato e probabilmente l indomani il coach della squadra di football l avrebbe trovato.
Decisi di aiutarlo. Eravamo a metá strada, fortunatamente c era quel ragazzo che mi aveva aiutato a trasportarlo fino al dormitorio. Mentre Jacob diceva cose a caso <<Abby, lasciami li infondo sono destinato a vivere così>> <<Non dire sciocchezze. Siamo quasi arrivati.>> Presi la chiave della sua stanza dalla sua tasca dei pantaloni e aprí la porta salutando quel ragazzo <<grazie ancora>> li dissi.
Lo misi nel letto e lo coprí, lasciai quella chiave sul suo comodino e me ne andai. Ripensavo a quello che mi aveva raccontato e mi dispiaceva un sacco. Tornai al mio dormitorio e mi misi a dormire stanca..
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Chissà come si risveglierá Jacob. Si ricorderà di quella notte? E sopratutto si ricorderá di Abby? E del suo aiuto? Lo scopriremo insieme nel prossimo
Copertina realizzata da:
Agusmush💙
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Malata di te -COMPLETA-
RomanceI pensieri, m' incasinavano la testa. Penso di essere sempre stata così, apparivo felice fuori ma, dentro avevo un sacco di domande che mi tormentavano. Ero forte, o almeno lo davo a vedere..e poi? Di notte bastava un piccolo pensiero a farmi piang...