CAPITOLO 29

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Diciamo che l idea di restare di più dal mio professore sarebbe stata un ottima idea per conoscerci di più, anche se chiamarlo "professore" adesso mi sembrava molto strano. Chiamarlo Jacob cambiava le cose. Non eravamo più estranei, eravamo ancora professore e alunna ma, in un concetto e in una Realtá diversa.

<<Ti preparo qualcosa da mangiare? Hai fame?>> mi chiese lui. Anche l idea che lui cucinasse era davvero sexi. <<No, grazie non ho fame adesso. Come faró ad avvisare le mie amiche? Mia madre...>> lui mi guardó e andò verso il soggiorno a cercare qualcosa molto in fretta. <<dimenticavo, per fortuna mi hai ricordato che dovevo darti una cosa>>

Disse lui togliendo una scatolina incartata, dal colore rosa scuro dal mobiletto dove erano poste le foto. <<Tieni>> disse lui pogiandomi la misteriosa scatoletta nelle mani. <<Non posso accettare davvero.>> feci io per ridarle la scatola. Non volevo regali. <<Tieni, è un pensierino, niente di molto costoso, è solo un oggetto utile che ti aiuterá.>>

Disse lui ridandomi quella scatoletta. L apríí davanti a lui, sulla scatoletta un immagine di un telefonino arrivó dritto ai miei occhi. Non volevo illudermi, perché poteva essere benissimo un gioiello posto in una scatola qualunque perché non vi erano altre. Aprí la scatoletta. Era proprio un telefono.

Un piccolo ma bellissimo telefono, con i tasti, era rosa come la carta che ricopriva la scatola ormai buttata al suolo. Lo abbracciai. <<Grazie, è stato un bel gesto.>> le dissi io. <<così adesso avremo la scusa anche di sentirci>> mi disse lui. Raccolsi la carta e andai a buttarla nel cestino in cucina. <<domani, abbiamo scuola, è tardi, è meglio andare a dormire presto>> dissi io

<<Non ho un pigiama, sono venuta con i miei vestiti. Avresti qualcosa da darmi?>> chiesi mentre lui era andato in bagno a lavarsi i denti. <<guarda in camera, nel armadio grande. Aprilo, è pieno di mie magliette, ti staranno un pó grandi però ti copriranno.>> Disse lui sputando il dentifricio. Ero molto imbarazzata. Cercai una maglietta...ne trovai una bianca con uno stemma

Di una marca scritta in nero, Nike. Era bella, mi stava grande e mi copriva. So che adesso avreste da dire "Abby, non ti mangia. Chissà quante ragazze avrà visto in costume e in intimo, tu non sarai di certo la prima." Solo che, io non ero così. Ancora non eravamo arrivati a questo. Volevo andare piano. Misi la maglia, mi arrivava fino alle ginocchia, sembravo un puffo solo a guardarmi allo specchio.

Avevo legato i miei capelli i un moño ed ero andata in bagno da lui. <<Come mi sta?>> girai su me stessa facendoli ammirare la sua maglietta che indosso a me stava meglio, hahhahah. Lui mi guardó come se non avesse mai visto niente di più bello. <<Sei bellissima.>>Disse lui baciandomi la fronte. <<io posso dormire nel divano non preoccuparti.>> dissi io.

<<Tranquilla, puoi dormire con me nel letto. È solo una notte, poi cercherò di sistemarti un letto qua in camera.>> Disse lui. Per una notte cosa avrebbe potuto fare dormire nel suo letto? Sarei stata molto più comoda. Accesi la tv come mi aveva detto di fare, mi girai e lui era senza maglietta, bellissimo. Braccia grandi, fisico palestrato. Chi se lo sarebbe mai aspettato.

Mi aspettavo un Jacob con la pancetta, che poi mi sarebbe piaciuto lo stesso, però era bellissimo anche così. Non guardavo molto il fisico nei ragazzi. Anche perché, se ci mettiamo a guardare tutti i fisici, allora noi cosa dovremmo dire? Non siamo perfette. Alcuni ragazzi non si fanno problemi se siamo un pó in carne o un pó magroline, li andiamo bene lo stesso. Perché se sei innamorato, se provi anche una piccola cosa, non fai conto al fisico.

Portava dei pantaloncini neri da mare, corti fino al ginocchio. <<cos ho di strano?>> chiese lui. Perché io come una ebete mi ero messa a fissarlo, spostando gli occhi giù verso il cordetto che doveva tenere i suoi pantaloncini su, era messo male, stava andando via sparendo nel buchino. Decisi di aiutarlo anche perché stava cercando di tirarseli su <<No, niente. Vieni, mia nonna mi ha insegnato una cosa quando andavo a scuola, portavo nei pantaloni con i cordini,

Che sparivano sempre, hai una spilla?>> chiesi io abbassandomi verso i suoi pantaloni. Lui fece un verso. <<cosa ce?>> chiesi io imbarazzata. <<No, niente. Ecco la spilla.>> Disse lui togliendola da un suo giubbotto in pelle che usciva dal armadio. Presi la spilla e tirai fuori il cordino. Mi rialzai e andai a sdraiarmi nel letto. <<spero che questo non ti abbia creato disagio.>> dissi io vedendolo mentre andava a spegnere la luce con un comportamento strano. <<ma no, tutto apposto, non ti preoccupare.>>

Mi disse lui sdraiandosi accanto a me. Alla tv davano un film molto bello, "Twiligth" era vecchio e stra vecchio. L avevo visto più o meno un miliardo di volte. <<Sei bellissima.>> Disse lui tenendomi la mano. Eravamo a pochi centimetri l uno dall altra. Io ero nervosa, ero insieme a lui però, ed ero felice in quegli istanti.

Penso che potei ritenermi la ragazza piú fortunata e felice del mondo. Ad un tratto Si avvicinó a me, mi accarezzó la guancia e mettendomi una mano nel fianco mi diede un lungo bacio pieno di passione se si può chiamare così, ho sentito questo. Una bella scossa al mio cuore. Aveva fatto centro?

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Ho aspettato questo momento. E voi?? Abby ha preso una decisione? Secondo voi sa quel che vuole? Il mio cuore batte forte, penso sia vello questo capitolo.💖

Malata di te -COMPLETA-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora