CAPITOLO 25

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Mentre mi avviavo verso il college non sapevo se Jacob avrebbe potuto allontanare Emily o meno. Anche perché, era solo un professore d inglese, non comandava niente. E poi, la madre di Emily avrebbe fatto di tutto pur di proteggere la sua bambina. Anche se, tutto ció era sbagliato.

Passai dal corridoio guardandomi intorno, per vedere se Emily era nei paraggi. Entrai nella mia stanza, il tutto era pulito, nessuna macchia rossa. <<sono fiera di voi ragazze.>> le dissi io. <<cosa? Ahh le macchie sparite?>> guardarono intorno facendo una risatina. <<Bhe?>> dissi io. <<Ha svolto il compito il bidello. Ha ripulito tutto in quei 10 minuti che non ero qua.>> disse Carol

Con un aggeggio in mano. Era una telefono moderno, di quelli nuovi. Era nero con la scritta Samsung, posta in alto. Vedevo che guardava delle foto. <<Quella è la nostra camera?>> le chiesi io. <<Si, così abbiamo delle prove per quando Emily la psicopatica verrà rinchiusa.>> disse lei. <<Ma dai, poverina. È solo una ragazza che ha disturbi. Non è colpa sua.>> le dissi io.

<<Abby, sei troppo buona. Peccato che lei non pensa niente di buono su di te.>> Mi disse lei, e be a pensarci bene aveva ragione. <<dove l hai comprato?>> chiesi a Carol indicando il telefono che aveva on mano. <<Mel ha regalato Cameron.>> disse lei con occhi a cuoricino. 

<<Bel gesto, davvero.>> dissi io. Bonnie ci guardó e si sedette sul letto di Carol, quasi stanca. <<quanto vorrei anche io, trovare un amore come il vostro.>> disse lei a malincuore. Io e Carol ci guardammo E cautamente, come due mamme ci avvicinammo a lei sedendoci ai suoi  lati. <<Vedrai che un giorno l amore busserá alla tua porta. Devi solo aspettare. Non avere fretta, non uscire col primo che capita.>> dissi io.

Carol continuó <<è più bello conoscere qualcuno che vuoi davvero e che ti piaccia davvero. Non sprecarti per qualcuno che non ti accetta così come sei, perché il vero amore non è così.>> concluse Carol. Bonnie, non si era mai innamorata, ne aveva mai trovato quello giusto. Era ancora vergine e questa era la cosa giusta. Non bisogna sprecarsi.

Lei era un pó come me, eravamo uguali, anche se i nostri caratteri erano differenti. Da una parte il mio carattere buono e forte, e dall altro lei, con un carattere punck, forte ma anche molto molto sensibile quando restava fra i suoi pensieri. Lei era questa. Doveva trovare solo qualcuno che L avrebbe appoggiata anche dopo.

Intanto avevamo risollevato l umore a Bonnie .

Intanto avevamo risollevato l umore a Bonnie 

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Carol riprese in mano il suo telefonino. <<Devo uscire, Cameron mi aspetta. Saró qua entro le 20:00. Approposito Abby, Jacob ha detto a Cameron di dirti di presentarti alle 18:00 nel bosco, nella casa in cui avevamo organizzato la festa. Io devo andare ragazze.>> disse Carol prendendo la sua borsa. Si, era parecchio chiara la cosa. Dovevo andare in quella casa al buio, mitico.

No aspetta, COOSA? Cosa potrebbe accadermi, niente. <<Abby, io farei un pó di attenzione. Ti ricordo che Emily è nei paraggi, dobbiamo aspettarci di tutto.>> Bonnie mi avvisó, ma io come sempre testarda com ero, e con una voglia di rivedere Jacob non volevo sentire le sue preoccupazioni e i suoi pensieri da "madre" <<Bonnie, non ce niente da preoccuparsi. Vedrai, sarà un appuntamento come tutti gli altri, non ce pericolo>> anche se,

L idea di andare nel bosco al buio mi terrorizzava un pochino. Mi fidavo di Jacob, tutto qua. Era questo a portarmi coraggio. Bonnie si mise al computer, seduta su una sedia nera e con in mano un pacco di patatine classiche, prese dalla macchinetta, per guardare i soliti video comici su Youtube  "Black umor" che io come sempre non capivo. Scherzavano su cose serie, e questo a Bonnie la faceva ridere.

Ormai era da un pó che non spendevo le mie monetine nella macchinetta situata nel corridoio, per prendermi un caffè o qualunque cosa da bere o sgranocchiare. Così, aprí la porta della mia stanza dirigendomi verso la macchinetta. Tolsi due monete dalla mia tasca dei miei pantaloncini bianchi in jeans e li feci entrare nel posto per mettere i soldi, fino a prendere una bottiglietta di thè al limone,

La mia bevanda preferita ovviamente dopo il caffè. Ritornai nella mia stanza, bonnie rideva da sola vedendo le scene dei video. Era bello vederla felice, che dimenticava il suo passato e le cose brutte a cui pensava. Avrei voluto essere come lei in questo fatto. Anche perché, anche se non lo raccontavo, io soffrivo molto dentro me stessa, quelle ferite non si erano chiuse. E come potevano chiudersi? Erano stati veri e propri tagli sul cuore fatti dalle stesse persone che pensavo fossero vere.

Andai dritta in doccia, chiudendomi la porta alle spalle. L acqua calda che scendeva nel mio corpo mi toglieva tutte le cose brutte che portavo ogni giorno. Mi faceva stare bene e rilassata. Ci stavo anche un ora in quella doccia, lavandomi e pulendo bene il mio corpo da ogni mio pensiero brutto che mi tormentava. Alle volte, piangevo anche, l acqua copriva i miei pianti isterici. Mi faceva bene piangere, buttavo fuori tutto, dopo che mi sciaccquavo la faccia dal pianto mi truccavo e sorridevo provando a darmi la forza per superare ogni fottuto giorno.

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È bellissimo quando finalmente sei arrivata alle ultime frasi, poter aggiornare il tuo capitolo. Queste parole sono uscite dal mio cuore, sono molto importanti per me, spero capiate il significato, perché dentro a questo capitolo ce racchiusa una parte di me, un pezzetto💔

Malata di te -COMPLETA-Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora